Buon 25 Aprile
Francesco di Lorenzo - 25-04-2015
Così, anche la presentazione dell'anagrafe dell'edilizia scolastica è slittata a data da destinarsi. Doveva esserci per il 22 aprile, lo aveva annunciato il sottosegretario Faraone con grande enfasi, ma non aveva specificato l'anno.
A parte lo scherzo, ormai neanche le morti e le tragedie degli studenti che sono la diretta conseguenza dell'insicurezza dei nostri edifici scolastici servono a far rispettare gli impegni. È davvero inammissibile giocare in questo modo barbaro (forse anche crudele) con le vite dei ragazzi che ogni giorno entrano nelle nostre scuole, e tutto ciò per continuare con una linea di annunci e propaganda che non ha nulla dietro di sé. Che almeno su alcune questioni cruciali e delicate si rispettino gli impegni presi.
Anche perché, per altri tipi di scadenze, tempo e risorse si trovano in abbondanza. Sì, perché nonostante gli impegni (?), il ministro ha trovato il modo di firmare il decreto che assegna i contributi alle scuole paritarie per il 2015. Si tratta di 471,9 milioni, cioè quasi mezzo miliardo, che verranno subito trasferiti agli Uffici Scolastici regionali (Usr) in base al numero di scuole classi e alunni presenti in regione, e saranno poi gli Usr a distribuirli ai vari istituti. Insomma, un vero e proprio scandalo se ci fosse ancora un po' di dignità: dopo 11 mesi di annunci si fa slittare l'anagrafe scolastica che interessa tutti, ma si trovano le risorse per finanziare la scuola di pochi. Inoltre, e non è secondario, si regala quasi mezzo miliardo di euro a scuole che già si fanno pagare una retta e si stanziano (così nella 'buonascuola') 40milioni di euro per verificare la consistenza dei solai di più di 40mila edifici scolastici statali. Come dire, il grosso è per noi, le briciole per i poveretti e gli indigenti.
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Noi italiani siamo tra quelli che restano di più a vivere a casa dei genitori e quasi mai lo facciamo per scelta. Ne avevamo il sospetto, ma ora ce lo conferma una ricerca condotta dall'accreditato sito giornalistico internazionale Quartz.
Dunque, il 46,6% dei giovani tra i 25 e i 34 anni italiani vive ancora con i genitori. Pensiamo solo per un momento che in Danimarca lo fa l'1,8%, In Finlandia il 4%, in Svezia il 4,1% e in Norvegia il 4,2%. Certo, detta così, la distanza non solo geografica con il nord Europa diventa incolmabile.
Ma ci sono condizioni, cultura e storia differenti da tener presenti, e soprattutto c'è da considerare che la disoccupazione giovanile da noi è arrivata alla cifra record del 43,9%. In pratica quasi la metà dei giovani italiani non ha lavoro e non lo può avere perché non c'è. Però la ricerca va oltre per dirci qualcosa di ancora più grave, questo: tra i giovani occupati italiani il 12% non riesce con lo stipendio che prende a farsi una vita autonoma. Cioè, lavora, ma per vivere deve continuare a farsi aiutare dai propri genitori, praticamente vivendo con loro. Insomma, si capisce allora che quando viene sbandierata la notizia che 30mila contratti nell'ultimo mese sono diventati da precari a tempo indeterminato, qualcuno ha sorriso minimizzando e facendo rilevare l'esiguità della cosa. Certo, si può sempre vedere il bicchiere mezzo pieno e quindi in qualche modo gioire, ma sapendo che con questi numeri ci servono un paio di secoli per uscire dal tunnel.
Se ci può consolare, su questo tema, peggio di noi stano solo Grecia e Romania che si trovano in condizioni economiche più disastrate di noi.

Tags: Matteo Renzi, insegnanti, scuola


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