Il gioco in difesa
Francesco Di Lorenzo - 01-03-2014
Sul nuovo ministro dell'istruzione c'è poco da dire. La discontinuità (peraltro solo a parole) invocata da questo governo in tutti i settori, nella scuola non c'è, non esiste. A leggere i dieci punti programmatici del neo ministro Giannini, tutto sembra in continuità con un graduale ma significativo disfacimento e con la mancanza di idee decise (e precise). Del resto, a guardare bene, se la teoria è sempre la stessa, perché mai avrebbe dovuto cambiare qualcosa? Certo, ci commuove il fatto di leggere su Twitter che il neo ministro, per innovare, ha fatto la sua brava rottamazione ed ha insediato come nuovo capo di gabinetto del Miur un giovane di 36 anni. Sapere poi che il neo-nominato è uno interno ai ministeri e che il suo ultimo incarico è stato quello di consigliere per la diplomazia economica del Ministro degli Affari Esteri, ci fa capire quasi tutto il resto. Aspettiamo con ansia altri twit per sapere il nostro destino e intanto nel frattempo proviamo a mandar via la stanchezza dovuta alla girandola della speranza ormai consumata.

Il coro complesso delle lamentele ad ogni cambio di governo include sempre il gioco della torre, riferito alle materie di studio. Quale tra di esse si butta via perché non serve più? Lo schema è sempre lo stesso: per alcune discipline si chiede più visibilità, per altre si invoca un dosaggio diverso, per altre ancora l'esplicita richiesta di non scomparire del tutto. Questa volta però l'allarme in qualche modo è più giustificato del solito: la paventata riduzione di un anno delle superiori mette naturalmente in allarme. A chi toccherà uscire, finire giù dalla torre?
Nel corso di questi ultimi anni, a tal proposito, si sono susseguite rimostranze di tutti i tipi. Si ricordano gli appelli per la storia dell'arte dimenticata, per le ore di educazione fisica perse, oltre al caso limite della volta che addirittura si persero le tracce degli istituti navali. Naturalmente era solo una dimenticanza e tutto fu aggiustato. Nel frattempo, la diminuzione dell'orario negli istituti tecnici ha comportato la riduzione di 429 ore, vale a dire che si è passati da 2.904 ore a 2475 ore complessive di studio nel corso dei cinque anni. La conseguenza è stata lo scempio delle ore di laboratorio. A quanto la sacrosanta protesta di pasticcieri e dentisti?
Ma la domanda che dovremo farci tutti è un'altra: perché ad ogni soffio di vento, siamo così pronti a rispondere pavlovianamente con il gioco in difesa? Perché siamo così sicuri che l'orario sarà ridotto a scapito di qualche materia? Non ci passa (e a ragione) neanche più per l'anticamera del cervello che magari ci potrebbero essere sperimentazioni con l'aggiunta di ore piuttosto che con la loro riduzione. La paventata modificazione del pensiero prima ancora che nei ragazzi è avvenuta già in noi, negli adulti. Il che non depone a favore di nessuno.

Da un'intervista ad un ex alunno di papa Bergoglio, apprendiamo che il futuro pontefice, per interessare gli allievi insegnava scrittura creativa. In breve, nella sua esperienza di insegnamento in un collegio di gesuiti, papa Francesco trasmetteva, a detta dell'ex alunno, passione e coinvolgimento. Ecco le parole che l'intervistato usa: 'Spesso era proprio Bergoglio a provare una sensazione di meraviglia nello scoprire l'immagine nascosta in un passaggio del testo, in una frase o anche soltanto in una parola che uno di noi gli presentava'. Come dire che aveva capito l'essenza dell'insegnamento, la trasmissione non del sapere ma dell'emozione del sapere.
Apprendiamo inoltre che nel corso del suo insegnamento il papa lanciò un concorso letterario tra gli allievi e che la pubblicazione dei racconti dei vincitori ebbe la prefazione di J. L. Borges. Inoltre, era aperto e disponibile ad essere di aiuto verso tutte le richieste dei giovani.
Ora, senza voler mitizzare nessuno e fare confronti improponibili, ma è mai possibile che tutti (anche la chiesa) premino la creatività e invece la scuola sia ancora alle prese con burocrati ministeriali e infinite discussioni sul merito del nulla?

Tags: Giannini, Bergoglio, Borges, discipline, tagli orari


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