Un braccialetto anticipa le crisi di aggressività nei bambini autistici

Di Rolando Alberto Borzetti - News - 29.01.2024

OK Medicina del 23/01/2024

Un dispositivo indossabile in grado di prevedere con qualche minuto di anticipo il verificarsi dei tipici episodi di aggressività nei bambini autistici. È quanto emerge da uno studio pubblicato su Jama Open Network da un team della Northeastern University di Boston guidato da Matthew Goodwin.   Nel corso della sperimentazione, i ricercatori hanno utilizzato dei bionsensori da polso già in commercio in grado di registrare i segnali fisiologici periferici come il movimento, la frequenza cardiaca, la temperatura della superficie della pelle e la sudorazione. «L'autismo, tra i disturbi infantili più comuni, si verifica in 1 bambino su 36, e i comportamenti aggressivi intesi come autolesionismo, capricci, crisi di nervi, distruzione di proprietà e aggressione verso gli altri interessa l'80% circa dei bambini e degli adolescenti autistici, collocandosi tra le cause più comuni di bisogno di assistenza sanitaria comportamentale», spiegano gli autori dello studio.

Allo studio hanno preso parte 70 ragazzi autistici fra i 5 e i 19 anni ricoverati in 4 ospedali psichiatrici. Meno della metà era minimamente verbale e il 42,8% accusava disabilità intellettive. Nel corso del ricovero, la cui durata variava dagli 8 ai 201 giorni, sono state registrate 429 sessioni di osservazione per un totale di 497 ore, che hanno documentato 6.665 comportamenti aggressivi: autolesionismo (59,8%), disregolazione emotiva (31%) e aggressività verso altre persone (9,3%). Dall'analisi dei dati emerge che l'uso dei biosensori indossabili consente di prevedere la comparsa di un comportamento aggressivo 3 minuti prima dell'esordio.

«Questi risultati potrebbero aprire la strada allo sviluppo di tecnologie con intervento adattivo just-in-time che consentirebbero nuove opportunità di intervento preventivo», spiega Goodwin, che conclude: «Concentrando gli studi futuri sulla riduzione dell'imprevedibilità del comportamento aggressivo, prevediamo che questo progetto di ricerca potrebbe consentire ai giovani ricoverati con autismo una migliore partecipazione ai programmi scolastici e di comunità».


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