Autismo, l'inclusione scolastica non c'è: 4 proposte per realizzarla

Redattore Sociale del 26/09/2023


ROMA. Formare il personale scolastico e degli operatori e, nel frattempo, garantire personale esterno specializzato: sono queste le principali proposte dell'associazione Cimadori per la ricerca italiana sulla sindrome di Down, l’autismo e il danno cerebrale, contenute nella lettera inviata al ministro dell'Istruzione Valditara. “E' iniziato un altro anno scolastico ma non è arrivata nessuna risposta alle nostre sollecitazioni – spiega Carlo Hanau, già docente di Programmazione e organizzazione dei servizi sociali e sanitari nelle Università di Modena e Reggio Emilia e di Bologna e presidente dell'associazione - La Scuola continua a risultare drammaticamente impreparata ad affrontare la presenza di bambini con disturbo dello spettro autistico, che presentano la maggiore crescita fra tutte le disabilità certificate. I dati risalenti al 2018 indicavano che erano quasi uno su cento allievi, ma ci si può attendere che, sia pure con ritardo di un decennio, supereremo il raddoppio – riferisce - La previsione è basata sul comunicato del CDC di Atlanta: nella grande indagine campionaria iniziata nel 2000 in USA la prevalenza dello spettro autistico fra i bambini di 8 anni è uno su trentasei, pari a 2,8 su cento, mostrando una crescita enorme dei casi, soprattutto (ma non soltanto) quelli di primo livello, con sindrome di Asperger”. L'associazione evidenzia e denuncia anche “la malagestione dei bandi pubblici da parte degli enti locali, con il conseguente ingresso nella scuola di assistenti all’autonomia e alla comunicazione non adeguatamente formati”.

Per questo, l'associazione ha elaborato le proposte indirizzate al ministero, ricordando innanzitutto, nella lettera, i dati emersi dall’https://fondazionepaideia.it/2023/09/15/impatto-disabilita-sul-sistema-familiare-i-risultati-indagine-doxa-paideia/. Alla domanda “Quali pensa che siano le priorità per favorire la partecipazione attiva dei bambini con disabilità a scuola?”, il 43% dei genitori di bambini con disabilità segnala la “formazione specializzata per gli insegnanti di sostegno”, prima voce anche per madri e padri di bambini che non hanno disabilità (30%). Al secondo posto per le famiglie che non hanno figli con disabilità viene citata l’accessibilità (23%), che si colloca però all’ultimo posto per i genitori dei bambini con disabilità (9%), che valutano come più importanti, invece, le “ore garantite di sostegno” (22%) e la “continuità degli insegnanti nel ciclo scolastico” (17%). Al tempo stesso, per quasi 1 genitore su 3 di bambini con disabilità la scuola aiuta “poco” (26%) o “per nulla” (5%) il figlio a sviluppare una maggiore autonomia, mentre il 26% dei genitori di bambini con disabilità ritiene che la scuola aiuti “poco” (21%) o “per nulla” (5%) nella socializzazione.

“I dati presentati non giungono nuovi e seguono, rinforzandole, le segnalazioni ricevute che l’inclusione degli studenti con autismo non viene garantita perché le leggi, norme e protocolli non vengono applicati correttamente e non c’è ancora consapevolezza sulla natura della sindrome autistica – commenta l'associazione nella lettera - Lo scorso 24 febbraio avevamo indirizzato una lettera, evidenziando i principali problemi riscontrati ma anche delle proposte. Sono trascorsi sette mesi, è iniziato un altro anno scolastico ma non è arrivata nessuna risposta e la scuola continua a risultare drammaticamente impreparata ad affrontare il crescente ingresso di bambini con disturbo dello spettro autistico. Per iniziare un percorso virtuoso abbiamo suggerito e suggeriamo quattro urgenti azioni”.

Le quattro proposte
Ecco dunque le quattro proposte dell'associazione:

- primo, “inserire nei decreti in emissione che assegnano per il 2023 una dotazione di 200 milioni di euro per i servizi di assistenza all’autonomia e alla comunicazione degli alunni con disabilità, i riferimenti alla normativa specifica in favore delle persone con disturbo dello spettro autistico e integrare in accordo la “scheda di monitoraggio” con la richiesta di conferma che i servizi erogati rispettino la normativa specifica. Queste implementazioni a 'invarianza di spesa' – specifica l'associazione - avranno ricaduta su tutti i bandi emessi dagli enti locali per selezionare gli operatori che forniscono il servizio di assistenza all’autonomia e alla comunicazione e permetteranno di avere personale adeguatamente formato”.

- La seconda proposta riguarda la sensibilizzazione dei dirigenti scolastici a “favorire l’ingresso di operatori esterni specializzati (di fiducia delle famiglie), in attesa che venga formato adeguato personale dipendente”.

- La terza azione consiste nel “verificare che gli operatori degli sportelli autismo/scuole polo/CTS siano formati correttamente nelle strategie raccomandate dalla Linea Guida 21. Soddisfare il bisogno formativo - precisa l'associazione - avrebbe un impatto economico molto limitato, dato che un corso introduttivo viene già ora offerto dal privato a 200-300 Euro a persona e ci sarebbe la possibilità di ridurre la spesa pro capite utilizzando la formazione permanente oggi praticata e la formazione a distanza sul modello utilizzato da Eduiss per diffondere fra oltre 6.000 operatori scolastici la Comunicazione Aumentativa Alternativa senza alcun riferimento alla Linea Guida 21”.

- Infine, l'associazione chiede di “pianificare l’inserimento di almeno un insegnante tutor qualificato in ognuna delle 5.338 istituzioni scolastiche del I ciclo, al fine di fornire supporto a tutto il team educativo. Tale soluzione permetterebbe di iniziare a gestire l’enorme aumento dei nuovi alunni certificati, che si verifica principalmente nelle scuole dell’infanzia e nelle primarie. A nostro parere, questi sono i primi interventi da attuare in maniera prioritaria in attesa di definire un piano organico di formazione permanente e di istituire corsi universitari per la formazione iniziale di laureati triennali e magistrali sull’Analisi del Comportamento applicata all’autismo”, conclude l'associazione.

di Chiara Ludovisi
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