Expo Aid, Coordown: “Silenzi sui temi prioritari. Per questo non parteciperemo”

Redattore Sociale del 22/09/2023


Il Coordinamento nazionale delle associazioni delle persone con sindrome di Down lancia delle riflessioni in merito all’evento promosso dal ministro per le disabilità, Locatelli. Ma denuncia: “Avremmo voluto che emergessero riflessioni, dubbi, proposte sostenibili di impatto reale sulle condizioni di vita delle persone con disabilità intellettiva e sulle loro famiglie e ne uscisse una sintesi condivisa
 
Mancheranno dei temi prioritari per le persone con disabilità intellettiva e le loro famiglie ad Expo AID, evento promosso dal ministro per le disabilità Alessandra Locatelli.
A sottolinearlo è Coordown, il Coordinamento nazionale delle associazioni delle persone con sindrome di Down, secondo cui “la due giorni che si apre domani a Rimini ruota attorno a sei seminari su ambiti della disabilità che escludono però l’analisi e il confronto su questioni problematiche che non possono essere accantonate dal dibattito pubblico e istituzionale”. Da qui la protesta: “CoorDown ha scelto di non partecipare negli spazi ridotti che ci erano stati accordati perché avremmo voluto che emergessero riflessioni, dubbi, proposte sostenibili di impatto reale sulle condizioni di vita delle persone con disabilità intellettiva e sulle loro famiglie e ne uscisse una sintesi condivisa”.

A partire dalla sfida dell’inclusione lavorativa: “Analizzando i paradossi normativi che sono disincentivi al lavoro come le borse lavoro, che continuano ad essere considerate redditi – afferma il Coordinamento -; le formule di affiancamento e accompagnamento al lavoro che sono ancora agli albori; i servizi per l’impiego e le opportunità che soffrono di una disparità territoriale inaccettabile. Le persone con disabilità intellettiva continuano ad essere le più escluse dal mondo del lavoro, tanto da essere assolutamente residuali i loro inserimenti in forza della legge 68/1999 sul collocamento mirato. A questo si aggiunge il macigno della pensione di reversibilità: la persona con disabilità che decide di lavorare in modo ordinario perderà quella tutela previdenziale a meno che non ripieghi su contratti ‘terapeutici’ e a part-time”. 

Continua Coordown: “Mancherà uno spazio dedicato alla sessualità e all’affettività delle persone con disabilità. Come si può programmare la realizzazione del progetto di vita (con quali risorse reali non è dato sapere), ignorando tali aspetti. Davvero si ritiene che un progetto di vita, o anche solo un percorso di autonomia personale, possa funzionare senza considerare e operare sulla componente affettiva e sessuale così centrale per ogni persona? Se non si ricerca la consapevolezza è inutile confidare in possibili azioni educative, informative, di supporto. Danni, conflitti, fallimenti sono inevitabili per l’equilibrio, la maturazione, la transizione alla vita adulta”.

Dichiara Antonella Falugiani, presidente CoorDown: “Lo scorrere del tempo per le persone con disabilità e le loro famiglie è quello che più incide e determina le nostre vite. L’ansia, le istanze, le attese sono tenute a bada da annunci che descrivono imminenti riforme e miglioramenti. Ma il tempo passa, l’esclusione resta, i genitori invecchiano, le persone pure. CoorDown ritiene che non si possano attendere sine die riforme epocali, ma che si possa procedere anche con interventi più ridotti, ma immediati e di reale efficacia. Per le persone e per le famiglie il tempo non è una variabile infinita e non possono accontentarsi di chiacchiere o passerelle. Oggi ribadiamo che c’è tanto su cui confrontarsi, con i tempi e le modalità congrue e secondo concreti spazi di partecipazione, che a Rimini non sono stati resi possibili”. 

“Avremmo voluto che si dedicasse attenzione alla questione della povertà e del rischio di impoverimento delle famiglie con persone con disabilità: quali strategie e quali risorse attivare per contrastare un fenomeno sempre più marginalizzante? Avremmo voluto confrontarci sulle soluzioni per l’abitare delle persone con disabilità e su come promuoverne una reale e diffusa attuazione, superando logiche di co-housing forzoso, di residenzialità inadeguata. E poi ancora avremmo voluto porre anche delle domande alla parte politica: in gran velocità a dicembre è stata approvata una legge delega sulla disabilità, su cui non mancano i coni d’ombra. Né lo schema, né la bozza sono transitati preliminarmente in Osservatorio nazionale sulla disabilità. È questa, ancora una volta, la partecipazione prevista per il mondo associativo?

CoorDown continua il suo lavoro con una forte predisposizione al confronto con qualsiasi attore abbia buona volontà, concretezza, intuizioni e proposte sostenibili, un confronto al di là delle sigle e dei ruoli, ma centrato sulle idee e senza scordare chi siamo e per chi stiamo lavorando. Noi ci siamo”.

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