Paolo Mesolella - ultimi interventi
Paolo Mesolella - 03-02-2007
Rilievi alla scheda tecnica della senatrice Capelli indicata a sostegno del comma 620

Perché il Coordinamento dei docenti "non Riservisti" non condivide le motivazioni al comma 620

Gentile senatrice Capelli,

A nome e per conto del ...
Paolo Mesolella - 22-01-2007
Scrivo per ribadire la nostra richiesta di valutare anche i titoli ed il servizio a proposito del Concorso per Dirigenti Scolastici ancora in corso. Le scrivo perché un emendamento inserito di soppiatto nella Finanziaria al Senato (il comma 620), praticamente cancella titoli, servizio e persino le sospensive e le sentenze del TAR del Lazio e del Consiglio di Stato dalla graduatoria di merito da cui verranno presi i prossimi Dirigenti scolastici. Ora, avere tre lauree, tre master, due corsi di specializzazione, otto abilitazioni, sei concorsi superati, sei pubblicazioni e trent' anni di servizio nelle secondarie (sedici dei quali trascorsi come collaboratore del preside, nel consiglio di istituto e nel Comitato di Valutazione del servizio degli insegnanti) non serve a nulla; come non servono a nulla, 4 anni di Figura obiettivo, dieci anni passati come fiduciario. (E poi, grazie al nuovo concorso riservato in migliaia diventano presidi sono grazie ad un anno di incarico di presidenza!). Ma quello che più ci sconforta è la fine che ha fatto la magistratura in Italia: centinaia di sentenze del TAR e del Consiglio di Stato cancellate con un rigo della Finanziaria . Per non parlare dello scandalo per i 280 "riservisti" in Campania rispetto ai 270 complessivi di tutte le altre regioni d'Italia. Per avere un'idea infatti, dell'incidenza del fattore "riserva" nella vicenda concorsuale, è sufficiente pensare al "caso" Campania, regione che insieme alla Sicilia presenta gran parte, per non dire quasi tutti i riservisti presenti in graduatoria. In Campania, infatti, circa il 50% dei docenti inseriti nella graduatoria generale di merito sono riservisti . Nel primo settore, i riservisti sono 150 rispetto ai 296 "aventi diritto" (il 38%); nel secondo settore sono 102 rispetto ai 127 "aventi diritto" (il 44,5%). Un numero enorme se si pensa che in Campania i riservisti sono in totale 252 mentre in tutte le altre regioni d'Italia sono 270. Con la Campania la media nazionale raggiunge il 22%, senza la Campania è del 13%. Ma procediamo con ordine. In tutta l'Italia nove regioni non presentano alcun "riservista" (docenti che non avevano titoli e servizi sufficienti per poter accedere alle prove orali e scritte e che vi sono stati ammessi con sospensiva del TAR annullata con sentenza definitiva). Queste regioni sono La Lombardia, il Piemonte, la Liguria, il Friuli, l'Emilia Romagna, il Veneto, L'Abruzzo, la Basilicata e l'Umbria. Poi vi sono altre 6 regioni che hanno pochissimi "riservisti". Il Molise 1, La Toscana 16 su 129, la Puglia 27 su 261, la Calabria 24 su 248, le Marche 10 su 133. Infine vi sono il Lazio con 52 riservisti su 236, la Sardegna con 58 riservisti su 184, la Sicilia 112 riservisti su 417 e la Campania 252 su 633. E' inutile sottolineare come, tra tutte le Regioni siano proprio la Sicilia e la Campania quelle più penalizzate dalla presenza dei "riservisti", al punto che hanno perso ogni speranza di arrivare alla presidenza. Per cui si è verificato un assurdo paradosso: che i docenti che non potevano (e non dovevano) fare il concorso per dirigenti scolastici indetto con DDG 22/11/04, (non avendo titoli e servizio sufficienti per farlo), tolgono la possibilità di diventare dirigenti agli "aventi diritto". Evidentemente, in Italia la giustizia, soprattutto se coinvolge la Campania e la Sicilia, ha un valore del tutto relativo.
Paolo Mesolella - 17-11-2004
Un convegno sul Campo di concentramento tedesco

Arrivammo al campo di concentramento di Sparanise nel pomeriggio del 23 ottobre 43. Nel campo vi erano già 5000 prigionieri. Il campo era ubicato a monte della linea ferroviaria Napoli - Roma, aveva tre ingressi, ed era esteso almeno 250 metri di lunghezza per 200 di larghezza. Distava una cinquantina di metri dalla stazione ferroviaria ed era in posizione strategica ideale per il trasferimento dei prigionieri in Germania. Reticolati e cavalli di frisia recintavano il perimetro del campo, sorvegliato da un nutrito numero di sentinelle che impedivano eventuali tentativi di fuga. All’interno del campo esisteva una sola baracca di legno, coperta da una lamiera metallica, adibita ad infermeria. Non c’erano cucine da campo, né una fontanina per attingervi acqua. Si andava ad attingerla ad una cisterna, oltre i reticolati, scortati dalle sentinelle del campo. Non esistevano servizi igienici, per cui ognuno andava a soddisfare i propri bisogni fisiologici lungo il perimetro del campo. Non esisteva alcun tipo di carta. Il fetore era insopportabile, l’aria pestifera. Guai ad inzaccherarsi le scarpe, camminando su quei cumuli di escrementi che coprivano tutta la fascia perimetrale del campo. Il senso del pudore era scomparso, essendo costretti a soddisfare i propri bisogni all’aria aperta ed alla vista di tutti. Uno spettacolo veramente degradante e vergognoso. Eravamo ridotti a livello delle bestie, con la biancheria intima sporca e maleodorante, la barba non rasa da giorni ed i pidocchi che infestavano ogni parte del corpo”.

Il prof. Giuseppe Spera di Sarno, nonostante i suoi 82 anni e la voce rotta dall’emozione, ricorda ancora chiaramente il campo di concentramento tedesco di Sparanise e i giorni vissuti, senza mangiare, in piccole baracche di legno dove si poteva stare soltanto seduti. Lo fa spesso, quando lo invitano nelle scuole, e lo ha fatto il 19 novembre scorso, nel Cinema delle Palme, durante la giornata della memoria dedicata al campo di concentramento tedesco di Sparanise. Un campo dove sono passati migliaia di deportati, prima di essere inviati ai campi di lavoro e di sterminio. E’ il caso del prof. Spera , ma anche del Generale Alfonso Cascone di Pompei, di Giovanni Desiderio di Castellammare di Stabia, deportato a Dacau, di Padre Gaspare Tessarollo di Napoli, del maresciallo Walter Scialdone di Sparanise e di tanti altri, tutti venuti a Sparanise per dare la loro testimonianza di deportati nel campo sparanisano.
Paolo Mesolella - 05-11-2003
A proposito del Crocifisso e dell’opportunità o meno di esporlo in pubblico e in particolare nelle scuole, abbiamo notato che nelle trentatré aule e nei dieci laboratori dell’Istituto Tecnico Commerciale “G. Galilei” di Sparanise” non ci sono Croci. ...
Paolo Mesolella - 17-01-2003
Un’esperienza di volontariato

Sono più di diecimila, in Italia, i bambini rinchiusi in istituto: un vero e proprio esercito diviso in tanti piccoli reggimenti: quello degli orfani, quello con i genitori separati o in carcere, quello con molti ...
Paolo Mesolella - 21-11-2002


Anche l’Istituto Professionale di Stato per i Servizi Alberghieri e della Ristorazione di Teano partecipa fattivamente alle operazioni di soccorso dei paesi terremotati in Molise. Il 10 novembre scorso, infatti, il prof. Angelo Sano, docente di ...
Paolo Mesolella - 04-02-2002
PADRE GUTTORIELLO SCRIVE AI "SUOI" STUDENTI DEL GALILEI DI SPARANISE (CASERTA) .
"COSI’ SI STUDIA NELLA MIA MISSIONE DI GASURA"

Padre Angelo Guttoriello è in Burundi da trent’anni: partì da Sparanise (Caserta) nel lontano 29 agosto del 1971, ...
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