Il coordinamento docenti delle scuole di Padova contro il concorsone, ha elaborato il comunicato che segue e che è stato variamente ripreso e rilanciato da numerose scuole della penisola

 

 

        I SOTTOSCRITTI INSEGNANTI COMUNICANO LE RAGIONI DELLA NON

PARTECIPAZIONE AL CONCORSO PREVISTO DALL'ART. 29 DEL CONTRATTO DI LAVORO (25/5/99) E DALL'ART. 38 DEL CONTRATTO INTEGRATIVO (31/81/99).

        TALI ARTICOLI, A FRONTE DI UN AUMENTO SALARIALE DI 90.000 LIRE LORDE PER TUTTI, PREVEDONO UN MECCANISMO CONCORSUALE SELETTIVO PER GLI INSEGNANTI CHE ABBIANO MATURATO 10 ANNI DI SERVIZIO DI RUOLO CHE COMPORTA, PER IL 20% DEL PERSONALE DOCENTE, UNA MAGGIORAZIONE DI 6.000.000 ANNUI.

SI RITIENE CHE TALI NORME CONTRATTUALI:

1. NON CORRISPONDANO ALLE ESIGENZE DEI DOCENTI CHE MAI HANNO CHIESTO UN AUMENTO SALARIALE IRRISORIO PER TUTTI IN CAMBIO DI CONSISTENTI AUMENTI PER UNA PRESUNTA ÉLITE DI INSEGNANTI;

2. SVALORIZZINO, UMILIANDOLA, LA FUNZIONE DOCENTE INTRODUCENDO SURRETTIZIAMENTE MECCANISMI DI DIVISIONE TRA DOCENTI CHE TENDONO

OGGETTIVAMENTE AD INCENTIVARE ATTEGGIAMENTI E PRATICHE INDIVIDUALISTICHE.

INOLTRE, ESSE SONO IN PALESE CONTRADDIZIONE CON LA NECESSITA', SEMPRE PIU' IMPELLENTE IN QUESTO PARTICOLARE MOMENTO DI TRANSIZIONE (MODIFICHE DEI CICLI SCOLASTICI, SPERIMENTAZIONI ED ATTUAZIONI DI PROGETTI PER L'AUTONOMIA, NUOVE RICHIESTE CULTURALI A LIVELLO TERRITORIALE), DI SVILUPPARE ATTIVITA' SCOLASTICHE, CURRICOLARI ED EXTRACURRICOLARI, CENTRATE STRATEGICAMENTE SULLA

COLLABORAZIONE ATTIVA E PROGETTUALE TRA GLI INSEGNANTI;

3. VÌOLINO UN PRINCIPIO FONDAMENTALE DELLO STATUTO DEI LAVORATORI CHE PREVEDE, A PARITA' DI FUNZIONE E DI ORARIO DI LAVORO, PARI RETRIBUZIONE E PARI TRATTAMENTO PENSIONISTICO.

        DA ANNI SI CHIEDE DI VALORIZZARE LA FUNZIONE DOCENTE CON AUMENTI SALARIALI DIGNITOSI PER IL LAVORO CHE GIA' VIENE SVOLTO E CHE E' ANDATO VIA VIA AUMENTANDO IN QUESTI ANNI (ATTIVITA' CONNESSE AL NUOVO ESAME DI STATO, ALL'AUTONOMIA, ALL'AGGIORNAMENTO, ETC.).

        SI PRENDE ATTO CHE LA RICHIESTA DI UN REFERENDUM ABROGATIVO DELLE NORME IN OGGETTO E CONSEGUENTE RIDISTRIBUZIONE EQUA DELLA QUOTA PREVISTA TRA TUTTI GLI INSEGNANTI, AVANZATA DA MOLTISSIME ASSEMBLEE E COMITATI DI INSEGNANTI IN TUTTA ITALIA IN QUESTI ULTIMI MESI, NON E STATA NEMMENO PRESA IN CONSIDERAZIONE DALLE ORGANIZZAZIONI SINDACALI FIRMATARIE DELL'ACCORDO E DAL MINISTRO DELLA P.I., IL QUALE PERSEVERA NELL'AFFERMARE CHE IL CONCORSO SERVE A QUALIFICARE LA SCUOLA E A "PREMIARE I PIU' CAPACI"!

        LE MODALITA' ATTUATIVE (G.U.11/1/2000) PREVEDONO VALUTAZIONE DEI PIU' DISPARATI TITOLI, PROVA SCRITTA STRUTTURATA A 100 QUIZ, VERIFICA DELL'INSEGNAMENTO IN CLASSE O CON TRATTAZIONE RISERVATA DI UN'UNITA' DIDATTICA, ISTITUZIONE DI COMMISSIONI DI VALUTAZIONE FORMATE DA PRESIDI DOCENTI UNIVERSITARI, INSEGNANTI IN PENSIONE O DAGLI STESSI DOCENTI VINCITORI DELLA PRIMA TORNATA.

        SI RITIENE CHE CIO' NON SOLO SIA DEGNO DI UNA LOTTERIA, MA SIA LIMITATIVO DELLA LIBERTA' DI INSEGNAMENTO E DELLA PLURALITA' DEGLI APPROCCI METODOLOGICO-DIDATTICI, PRESTANDOSI OGGETTIVAMENTE AL TOTALE ARBITRIO E ANCHE AL CLIENTELISMO.

        IL CONCORSO, OLTRE A DIVIDERE E DEMOTIVARE CON LOGICHE DI

COMPETITIVITA' IL CORPO DOCENTE IN UNA FASE IN CUI E' RICHIESTA UNA GESTIONE SEMPRE PIU' COLLEGIALE E DEMOCRATICA, COMPORTERA' DELLE CONSEGUENZE ASSAI DELETERIE ANCHE PER LA QUALITA' COMPLESSIVA DEL SISTEMA DI RELAZIONI CULTURALI ED UMANE SUL QUALE SI REGGE L'INTERA COMUNITA' SCOLASTICA.

        PERTANTO I SOTTOSCRITTI INSEGNANTI DICHIARANO DI NON PARTECIPARE AL CONCORSO IN OGGETTO, SI IMPEGNANO A SENSIBILIZZARE LA COMUNITA' SCOLASTICA E L'OPINIONE PUBBLICA SU QUESTI TEMI E A SOSTENERE LE INIZIATIVE DI PROTESTA CHE SI STANNO DIFFONDENDO A LIVELLO NAZIONALE (SCIOPERI, ASSEMBLEE, COMUNICATI STAMPA, ETC.).