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Concorsone
Non rinuncio a
scrivere anche qui la mia personale opinione che è sostanzialmente contraria al
concorso art. 29, così com'era concepito prima della sospensione e come
ragionevolmente ci si può attendere sarà riproposto.
1) Il tema della
valutazione dell'azione della scuola non può essere risolto con la valutazione
del lavoro del singolo. In altre parole ciò che i ragazzi apprendono in termini
di conoscenze e di abilità è *sempre* frutto di lavoro collettivo, non solo del
team, ma dell'intero istituto (dirigente, segreteria ecc.) e del più vasto
sistema scuola (Provveditorati, Ministero ecc...). Sarebbe dunque necessario
innanzitutto un sistema di valutazione nazionale (affidato ad agenzie esterne
all'amministrazione) per valutare l'azione di ogni istituto.
2) Il tema della
valutazione del lavoro del singolo va legato strettamente al processo di
autonomia, che, almeno a parole, è in corso. Questo concorsone ubbidisce invece
ad una logica centralistica (commissioni nominate dai Provveditorati che invece
dovrebbero sparire, procedure e quiz uguali per tutt'Italia). L'obiettivo
sembra quello di creare una elite di eccellenti, rappresentanti della
"linea ufficiale" del ministero, per meglio
governare la
scuola. Sarebbe preferibile un sistema di valutazione (e di aumenti
retributivi) che, pur regolamentato da una normativa nazionale sufficientemente
flessibile, desse la possibilità ad ogni istituto di valutare da sé le proprie
"eccellenze". Oltre tutto si risparmierebbero alcune centinaia di
miliardi destinati all'allestimento del concorso e si otterrebbe sicuramente
una valutazione più fidata e rispondente alla realtà. Infatti chi meglio dei
colleghi e del dirigente che lavorano quotidianamente gomito a gomito con noi
e' più adatto a valutare nello specifico la nostra effettiva preparazione e la
nostra efficacia (non *efficienza*) nel lavoro?
Esiste al
proposito una articolata proposta di due dirigenti (Cremascoli e Cremaschi) che
vale la pena di conoscere e di discutere.
3) Gli strumenti
del concorsone rinviato (titoli + quizzone da 100 item + visita
simil-ispettiva) appaiono legati a procedure vecchie e burocratiche e tendono a
definire più le conoscenze formali e teoriche di un corpus
metodologico-didattico che non le reali competenze sul campo. Per di più tale
corpus metodologico-didattico, riferito a precise teorie dell'apprendimento,
per forza di cose avrebbe dovuto essere definito *giusto* a priori...
4) Tutta la
logica dell'art 29 ha un sapore vagamente punitivo nei confronti dell'80% degli
esclusi. Se si pensa che nella scuola ci sia chi non fa il proprio dovere (e
sinceramente sono un po' stufo dell'insistenza su questo luogo comune, che
comunque ha un fondo di verità) si affronti di petto la questione. Si arrivi
anche al licenziamento (nei casi documentati e fondati), ma non si aggiri
l'ostacolo con l'equivoca proposta di premiare i più bravi.
Come si fa a
stabilire a priori che i bravi saranno il 20% della categoria? (e il 20% nelle
elementari, il 20% nelle medie, il 20% in Piemonte, il 20% in Sicilia...). Non
sarebbe stato più onesto e corretto stabilire una sorta di *obiettivo minimo*
per esser bravi insegnanti (i saperi essenziali degli insegnanti), fare il
concorso e premiare chi l'avesse superato dividendo i soldi disponibili a ciò
destinati?
Certo, sempre di
qualcosa simile alle lotterie si sarebbe trattato, ma almeno si sarebbe evitato
che in qualche provincia si premiasse qualcuno con punteggio (in centesimi)
inferiore a quello di un altro insegnante, di un'altra provincia, escluso dal
beneficio economico...
Quanto ai
colleghi con meno di 10 anni di servizio credo che i commenti siano superflui.
Si insiste a dire che il criterio dell'anzianità è un criterio non più valido e
poi...
5) E' la prima
volta che viene proposta ad una categoria di lavoratori un aumento stipendiale
(pensionabile) per una fetta di essi a fronte di... nulla!
Si viene pagati
di più degli altri perché si e' più *bravi*. Nessun aumento di orario, nessuna
responsabilità in più, nessuna funzione in più.
Dopo l'aumento
tutti in classe e tutto come prima... (ma forse il clima nelle scuole non sarà
più quello di prima)
Ci sarebbero
ancora un sacco di cose da dire, ma mi rendo conto di avere già esagerato.
Alessandro
Rabbone
rabbone@tin.it