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Costruire un mondo più giusto,
equo, libero e quindi pacifico.

Associazione Giovani Musulmani d'Italia

ABITANDO LA GLOBALITA'
"IDENTITA' DIVERSE, UGUALI DIRITTI"

Documento comune dell'Unione Giovani Ebrei Italiani, dei Giovani Musulmani d'Italia e dei Giovani delle Acli in vista della manifestazione di Assisi.

Roma il 6 febbraio 2002


PREAMBOLO

Nell'attuale situazione storica noi Giovani Ebrei dell'Ugei, Giovani Musulmani d'Italia e giovani cristiani delle Acli, vogliamo portare il nostro contributo per far sì che in Italia i passi verso il dialogo tra le culture e le religioni si faccia più intenso e divenga priorità delle agende politiche dei nostri parlamentari.

La possibilità di un futuro pacifico, infatti, non può passare che attraverso il riconoscimento delle differenze, tanto più quando queste differenze necessariamente vengono ad incontrarsi. La fatica del dialogo che contribuisce alla conoscenza reciproca, la pazienza del confronto e della mediazione, il coraggio dell'essere disposti ad allargare i propri confini: solo questi, ci sembra, possono essere validi strumenti politici con cui costruire concretamente un mondo di pace.

L'anno che si è da poco concluso, non è stato certo un anno all'insegna della Pace. I tanti conflitti ancora aperti in varie parti del mondo ed il terribile atto terroristico di New York dell'11 settembre, hanno riportato all'attenzione dei governi del mondo il tema della costruzione di un nuovo ordine mondiale e di una nuova sfida per la costruzione della democrazia. L'attacco all'America, ma più in generale la lotta a qualsiasi tipo di terrorismo e di fondamentalismo religioso ci insegnano come la costruzione della Pace sia strettamente legata al tema della costruzione della democrazia e dei diritti. Sono ancora troppi i Paesi del mondo nei quali mancano totalmente i diritti fondamentali delle persone. Riteniamo però che, fatte le debite proporzioni, anche in Italia la situazione non sia certo ottimale: se da un lato consideriamo necessaria e utile la ricerca di azioni comuni per affrontare il problema del terrorismo, d'altra parte ci preoccupa fortemente il clima di crescente intolleranza e discriminazione nei confronti delle minoranze e di tutte le diversità presenti in Europa e provenienti da tutte le parti del mondo.

Documento:

Manifestiamo forte preoccupazione per l'accadere di episodi di intolleranza e discriminazione contro i cittadini e gli immigrati musulmani. Ci preoccupa molto l'atteggiamento sostenuto da alcuni partiti politici italiani che protestano contro la costruzione di moschee. Vorremo ricordare che anche la libertà di culto è un diritto costituzionale da garantire a tutti: cristiani, ebrei e musulmani. Questo clima, crediamo, non aiuta a sconfiggere il terrorismo ma crea anzi forti tensioni e scontri, anche nel nostro Paese.

Ci fa paura chi oggi vuole limitare o vietare la libertà di culto, usando ogni possibile pretesto, in palese violazione della nostra carta fondamentale: la Costituzione.

Per diffondere una cultura antirazzista è determinante il ruolo dell'educazione all'interculturalità. Su questo tema ha, e avrà sempre di più, un'importanza fondamentale il modo in cui andremo a riformare la scuola.

Le statistiche dimostrano la forte presenza, specialmente nella scuola elementare e media, di alunni di tradizioni culturali e religiose diverse. Si potrebbe parlare di un vero mosaico di culture, colori e lingue destinate ad arricchire il nostro panorama socio-culturale.

Sentiamo la necessità di una scuola rispettosa delle differenze, aperta al dialogo e al confronto, proprio perché la Scuola Statale, a fianco di quella Non-Statale, concorre alla formazione dei cittadini. La Scuola Non-Statale (sia essa ebraica, cattolica o islamica) deve poter continuare a svolgere il suo importante ruolo nella libera formazione dei propri scolari all'insegna, comunque, dell'apertura e del riconoscimento delle diversità culturali. A fianco di questa, in modo particolare, la Scuola Statale deve godere di maggiori garanzie: la Scuola Statale, proprio perché sia tale, ha il dovere di garantire ed insegnare la multi-culturalità.

In questa prospettiva riteniamo necessario l'inserimento della figura del mediatore culturale, come figura professionale, in grado di costruire insieme agli insegnanti, percorsi di accoglienza ed educazione interculturale.

Inoltre riteniamo necessario introdurre lo studio della Storia delle Religioni e delle tradizioni culturali e non solo dell'ora facoltativa di religione. L'attuale progetto di riforma, elaborato dal Ministro Moratti, ci sembra non tenere in adeguata considerazione tutti questi aspetti.

Questo stato di fatto dovrebbe allora convincere la nostra classe politica a considerare come stanno realmente le cose e quindi a prendere le dovute decisioni.

EUROPA: E' da poco entrato in vigore l'Euro, la nostra nuova moneta, è già questo è un primo grosso passo verso l'unificazione dei paesi dell'Unione. L'Europa, nel secolo passato, è stata teatro delle due Grandi Guerre e dagli anni '50 infatti si discute in tutti i paesi dell'antico continente di unificazione e obiettivi comuni tra i Paesi: questo nuovo processo di unità, raggiunto anche grazie alla moneta unica, ci aiuterà a creare un nuovo secolo di prosperità e pace. Non possiamo sottovalutare anche l'importanza POLITICA della moneta unica: questo è un segnale di unità e coesione tra gli stati. Parallelamente alla moneta, si dovrà creare una politica europea, che sia in grado di rappresentare tutte le diverse tradizioni culturali presenti.

Alla formazione dell'Europa, infatti, oltre alla tradizione Cristiana hanno preso parte numerose altre importanti tradizioni come ad esempio quella ebraica, quella illuminista, quella musulmana, che hanno tutte insieme contribuito a rendere grande l'Europa.

Pensiamo alla culturalmente florida Spagna del XV secolo ed al grande contributo dato ad essa dagli arabi e dagli ebrei, insieme ai cattolici: pensatori della grandezza di Maimonide e dei grandi architetti autori delle splendide città dell'Andalusia ne segnano l'importanza in tutto il mondo. Questo solo per ricordare che l'Europa si è formata grazie al contributo di più identità e queste, nell'Europa del XXI secolo dovranno essere valorizzate. Per questo è importante costruire veramente, a partire dalla "carta costituzionale", un'Europa dei popoli che affermi con maggiore impegno la laicità delle proprie istituzioni, e la rispettabilità di ogni credo.

GERUSALEMME: Sarebbe ipocrita affermare che, su un problema così drammatico e complesso come l'attuale conflitto in medio oriente, noi, associazioni rappresentanti tre religioni diverse, abbiamo un punto di vista comune e condiviso. Ciò che vogliamo riaffermare, però, è il valore della ricerca del dialogo e richiamare tutti i politici alla finalità ultima che sottende la loro responsabilità: la costruzione di una pace equa e giusta, che dev'essere realizzata, il più possibile, senza l'utilizzo della violenza.

Per quanto ci riguarda noi siamo disposti a fare la nostra parte: questo documento è già un tentativo di percorrere un pezzo di strada assieme discutendo e mettendo in luce i punti che ci dividono, ma, parimenti, rappresenta l'opportunità di cogliere ciò che ci accomuna e che fa sì che il dialogo intrapreso, pur tra alcune difficoltà, possa portare frutti concreti.

Ciò che comunque sicuramente ci unisce, è l'affermazione che nessuna religione, mai, può essere usata per giustificare alcun tipo di violenza.

Il Presidente dei Giovani Musulmani d'Italia
Abdallah Kabakebbji
Il Coordinatore nazionale dei Giovani delle Acli
Andrea Causin
La Presidente dell'Unione Giovani Ebrei Italiani
Diletta Cesana

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