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Bambini in caserma
"Perché si cerca di intervenire a "normalizzare" la presenza di una base NATO soprattutto con le fasce più giovani?" Se lo chiede un gruppo di lettori che scrive a Varesenews una lettera dopo la visita di alcuni bambini alla caserma di Solbiate Olona.

Ve la propongo, buon solstizio invernale

Doriana Goracci

* Gentile Direttore, Le scriviamo a titolo personale, ciascuno con l'interesse a segnalare un fatto di poca importanza come cronaca, ma di effetto dal punto di vista culturale. Un gruppo di bambini della Scuola dell'Infanzia, l'English School di Busto Arsizio, ha fatto visita alla Caserma Ugo Mara di Solbiate Olona (Varese), uno dei cinque Comandi di Reazione Rapida della NATO nel mondo. Potrebbe sembrare una semplice visita scolastica, ma crediamo abbia un forte impatto culturale che qui segnaliamo con alcuni punti:

- I bambini hanno potuto mimetizzarsi, vedere da vicino carri armati e tende da guerra e conoscere il "volto umano" dei militari. L'esperienza della guerra è stata "normalizzata", resa quotidiana, vicina ai bambini come fosse un fatto naturale, quale l'andare a Messa la domenica o vivere in un paese dove si festeggiano le feste insieme. Ma la guerra non è "normale". La guerra crea distruzione, morti, orfani, desolazione. La guerra non può diventare parte di un sistema quotidiano, davanti al quale "non ci si sorprende più". La guerra, ripudiata dalla nostra Costituzione, non può essere fatta assimilare e accettare come evento di normalità a nessuno, tanto meno ai bambini. E altrettanto non può essere reso normale un intervento militare umanitario o una presenza in uno scenario di battaglia. Anche la stessa veste in cui sarebbe stata programmata la visita, cioè una gita per conoscere i mezzi militari usati dall'esercito, non può che essere un blando paravento. Il mezzo (o i mezzi...) servono a raggiungere il fine...
- Perché si assiste a sempre maggiori eventi a favore della popolazione giovanile organizzati con la base NATO e caserme? Perché si cerca di intervenire a "normalizzare" la presenza di una base NATO soprattutto con le fasce più giovani? Ci sembra, ma possiamo sbagliarci, che intervenire su una coscienza non completamente formata o in via di costruzione sia molto più facile.
- I bambini più piccoli sono più disposti ad ascoltare una fiaba e accettarla in silenzio, mentre più difficile è fare opera di convincimento con i più grandi. Un piccolo consiglio, se c'è permesso: proviamo a raccontare gli scenari in cui operano i nostri militari (pienamente legittimati dal Parlamento), spieghiamo anche che essere militare non vuol dire solo guidare splendidi carri armati, giocare a dipingersi il viso con i colori della natura. Significa anche conoscere e operare in zone ove vige la distruzione e la morte, ove il pericolo di un attacco è molto alto, così come la possibilità che si usino le stesse armi per uccidere altre persone, fosse anche come legittima difesa.
- Per ultimo una nota religiosa, per chi crede e vuole leggere la nostra realtà anche con la chiave di lettura del cristianesimo. Nel periodo di Natale la Chiesa festeggia la nascita di Gesù figlio di Dio in una capanna dello sperduto e piccolo paese di Betlemme. Un Dio che si incarna in un bambino è già paradossale di suo. Che poi scelga di farlo in un piccolo paese sotto il controllo dell'Impero Romano, con forti tensioni politiche, desideri di indipendenza che alcuni interpretavano in modo violento, è ancora più sbalorditivo. Che, per ultimo, poi non si incarni in un comandante militare o in un capo-popolo politico forse ci sta a significare che dovremmo riuscire a cambiare le storture del nostro mondo anche dal basso e con mezzi poveri e non violenti.

* Ma questa è un'altra storia, forse troppo lunga da ricercare...

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 Doriana Goracci    - 28-12-2008
Offriamole ai nostri figli queste cifre...

PeaceReporter ha scoperto che nel 2009 il costo della missione militare in Afghanistan subirà un incremento del 43 percento rispetto all'anno passato.
147 milioni in più.
Nel 2009, solo per i primi sei mesi, la cifra stanziata è di 242 milioni di euro, che su scala annuale fanno 484 milioni.
Più uomini e mezzi.
Le ragioni di questa impennata dei costi sono l'invio di quattro [ http://it.peacereporter.net/articolo/12831/L'Italia vola in guerra ] caccia-bombardieri Tornado del 6° stormo 'Diavoli Rossi' di Ghedi - che da sola costerà in un anno 52 milioni di euro - e di altri 500 soldati - il battaglione Feltre del 7° reggimento Alpini della brigata Julia, in partenza per la provincia 'calda' di Farah.

Uomini e mezzi che, [http://it.peacereporter.net/articolo/13177/Italia in guerra, senza limiti] con la rimozione dei 'caveat' annunciata da Berlusconi, parteciperanno attivamente alla guerra contro i talebani