tam tam |  NO WAR  |
Afghanistan: silenzio, si combatte
Peacereporter - 16-04-2007
Le forze speciali italiane sempre più coinvolte nella guerra. Ma nessuno ne parla

Le polemiche sul sequestro Mastorigacomo e sul ruolo svolto da Emergency, la vicenda di Rahmatullah Hanefi e la conseguente evacuazione del personale straniero dell'Ong di Gino Strada: l'Afghanistan continua a dominare le prime pagine di tutti i giornali e i titoli d'apertura di tutti i Tg, ma di quello che succede laggiù, della guerra sempre più feroce che si combatte in Afghanistan, nessuno parla.

E, soprattutto, nessuno parla del sempre maggiore coinvolgimento bellico dei militari italiani presenti nel paese, ormai pienamente coinvolti nei combattimenti, come dimostra l'invio di mezzi militari 'aggressivi' come i carri armati cingolati Dardo e gli elicotteri da attacco A-129 Mangusta.

"Si continuano a diffondere dettagli su tutte le consegne di viveri, quaderni, penne e giocattoli nelle scuole e orfanotrofi di Herat ma nessuna notizia concreta viene data sull'impiego bellico dei reparti. Su questo è calata una pesantissima censura", dice l'esperto militare Gianandrea Gaiani*, "proprio nel momento in cui le nostre forze speciali sono sempre più attive nel contrasto alle penetrazioni talebane nell'Afghanistan occidentale, come dimostrano i sempre più frequenti scontri armati sostenuti dai nostri soldati".

"Scontri per i quali viene fornita l'ormai trita versione ufficiale dei fatti: attacchi di 'elementi ostili' che hanno aperto il fuoco sui nostri militari impegnati in un 'normale pattugliamento'. Ma le nostre forze speciali, come quelle di ogni paese, non vengono impiegate in attività di 'normale pattugliamento', bensì in attività di controinterdizione. Ciò significa che gli incursori del 9° reggimento Col Moschin dell'Esercito e del Gruppo Operativo Incursori della Marina (reparti che hanno avuto entrambi un ferito nell'ultima settimana) cercano, trovano e annientano le forze talebane penetrate da sud nel settore italiano".

"Numerose fonti, italiane e alleate - continua Gaiani - confermano anonimamente che gli italiani, soprattutto le forze speciali, hanno affrontato combattimenti in molte occasioni soprattutto nella provincia di Farah dove dal settembre scorso si registra una crescente presenza talebana che ha subito un ulteriore incremento nelle ultime settimane a causa dell'Operazione "Achille".

Premendo da sud e da ovest, le truppe anglo-americane, canadesi, olandesi e governative afgane stanno spingendo il nemico a cercare scampo nel settore italiano con penetrazioni crescenti a Farah, nella provincia di Ghor e nella parte meridionale di quella di Herat, appunto a Shindand dove si è verificato l'ultimo scontro a fuoco".

Enrico Piovesana

  discussione chiusa  condividi pdf