Uno sciopero per le Graduatorie Permanenti
Maria Zammitti - 07-11-2006
Nelle scorse ore la V Commissione della Camera dei Deputati ha ritenuto opportuno rinviare a una successiva discussione in Aula l'approvazione dell'importante emendamento che manteneva in vigore la Graduatorie Permanenti degli insegnanti, di cui alla Legge 124/1999, oltre la data del 1 settembre 2010.
Questa scelta è estremamente contraddittoria e grave. Nei giorni scorsi, infatti, numeri alla mano, abbiamo dimostrato come l'abolizione del 'doppio canale' sia una scelta che comporta conseguenze disastrose per il destino di decine di migliaia di famiglie e che il piano di assunzioni, seppure venisse realizzato (circostanza su cui molti nutrono fondati dubbi), non risolverebbe il problema del precariato storico. Il documento che raccoglie i motivi della nostra preoccupazione è consultabile qui
Diversi esponenti della maggioranza ci avevano assicurato che il problema era stato risolto tramite un apposito emendamento. Adesso, invece, veniamo a sapere che la V Commissione ha gelato le speranze dei docenti.
Questa è davvero una lacerante e incomprensibile vicenda.
Tutta la maggioranza dice di voler salvaguardare il precariato storico. Tutta la maggioranza ha firmato o, comunque, sostenuto l'emendamento che salvava le graduatorie. Tutti ci dicono di stare tranquilli. Eppure, chissà perché, qualcuno (ancora non sappiamo chi) ha scritto quelle due righe che sdoganano dieci leggi sul reclutamento promulgate dal 1971 ad oggi e sono state create le premesse per una situazione pericolosissima. Il dibattito in aula, infatti, con la spada di Damocle della fiducia e dei tempi ristretti, porterà sicuramente qualche pessima sorpresa. Non vorremmo trovarci, tra dieci giorni, a constatare che il lume della ragione è stato perso o che, furbescamente, sono state create le premesse per uno scaricabarile di portata storica. Abbiamo già detto - e non consentiremo a nessuno di dimenticarlo - che la responsabilità dell'abolizione delle graduatorie pubbliche sarà tutta e solamente di questa maggioranza che ci sta togliendo qui e adesso un sistema di garanzie certe, storicamente collaudato, asserendo di volerci dare chissà cosa, chissà quando e chissà come (o magari dandoci un bel niente e basta).
Il Governo deve rendersi conto che questo atteggiamento è inaccettabile!
I precari della scuola hanno accolto, peraltro, con soddisfazione l'annuncio dello stato di agitazione, emanato dalle organizzazioni sindacali e collegato alla Finanziaria. Ed è proprio ad esse, adesso, oltre che al Governo, che ci rivolgiamo. Se è pur vero che le questioni della scuola vanno affrontate in maniera organica e complessiva, è anche vero che ci sono questioni sulle quali non si può transigere e che rappresentano la base di qualunque azione sindacale, la stessa, strutturale ragion d'essere dei sindacati: e cioè la sopravvivenza della gente. Lo ha ben detto Enrico Panini, Segretario generale della FLC-CGIL, in un comunicato che ha posto al centro delle rivendicazioni dell'annunciato sciopero generale, l'abolizione dell'articolo che elimina le Graduatorie Permanenti. Il comunicato è reperibile qui.

Ora ci aspettiamo che, attraverso qualunque forma ritengano opportuno, tutte le altre organizzazioni sindacali dicano, chiaramente, al Governo che il doppio canale è un sistema di garanzia irrinunciabile.
Ottenere le risorse per il contratto è una questione importante. Ma ancora più importante è salvare il futuro dei precari. Se le Graduatorie Permanenti non vengono salvaguardate altro che contratto! Decine di migliaia di famiglie verranno ridotte sul lastrico. Questa Finanziaria sta mettendo in discussione lo stesso diritto al sostentamento dei lavoratori.
I sindacati devono mantenere lo stato di agitazione fino a quando non saranno stati garantiti (tramite certezze scritte e non incongruenti e farfugliate promesse, biascicate di mattina e smentite di notte) i diritti dei lavoratori non di ruolo e, con essi, quelli alla sussistena materiale e morale delle loro famiglie, dei loro figli!
I 200.000 precari italiani attualmente in servizio - tre quarti dei quali, aldilà delle inconguenti rassicurazione del Ministro, perderanno, in malo modo, il loro posto di lavoro se questa norma passa - si aspettano che le procedure che portano allo sciopero generale vengano portate avanti fino a quando il Governo non avrà dato assolute certezze, scritte e inequivocabili, in questo senso.
Questo sciopero è innanzitutto nostro.
I sindacati siamo anche noi.
I sindacati siamo, prima di tutto, noi!
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APPELLO PER LE GRADUATORIE PERMANENTI

Siamo un gruppo di precari storici della scuola che ormai da tempo ribadiscono che le riforme si fanno, nella "pancia della società" senza velleità dirigistiche!!! . Questo è quanto stiamo da tempo ribadendo noi. Ma la nostra presenza, in quanto interlocutori di questo governo, è quantomeno da considerarsi virtuale.
Abbiamo infatti tartassato di mail politici, quotidiani, sindacati, ottenendo soltanto rassicurazioni verbali. Le sarei grata se pubblicaste sul Vs. sito questo nostro appello:

APPELLO PER UNA SOLUZIONE UMANA DEL PROBLEMA DEL PRECARIATO STORICO DEI DOCENTI NELLA SCUOLA

1) no alla abolizione dal 2010, per effetto della finanziaria come proposta dal Governo, delle graduatorie permanenti, previste dalla legge 124/99: esse devono rimanere per il 50% delle immissioni in ruolo, ed il requisito per accedere ai nuovi concorsi pubblici per titoli ed esami, oltre al titolo di studio, deve essere l'abilitazione.
Le Graduatorie Permanenti dei Docenti sono un concorso per soli titoli, a norma dell'articolo 97 della Costituzione.
Lo Stato non può creare dei diritti e delle aspettative nelle famiglie e poi distattenderli. Ci sono persone che sulla base della legge 124 del 1999, peraltro voluta dal centro sinistra, hanno fatto delle scelte di vita.

2) no alla politica dei tagli degli organici mediante taglio di ore di lezione e di intere discipline effettuato sulla pelle degli alunni: se si vuole risparmiare, che si taglino i fondi per i progetti, spesso inutili e costosi, e si dimezzino i fondi per le funzioni strumentali, da portare da 5 a 3 come numero massimo;

3) visto che ci sono classi di concorso in cui i precari storici anche più che decennali, visti i tagli e le riconversioni, hanno pochissime possibilità di essere assunti (A019, A016, A017, A013, e tante altre), ai docenti di ruolo dovrebbe essere data la possibilità di lavorare, a parità di stipendio, in altre amministrazioni. In questo modo uscirebberero dalla scuola docenti non più motivati ed usurati da un lavoro che per certi aspetti può essere usurante, e potrebbero liberarsi posti per i precari, quelli storici ma non solo, con in ogni caso un abbassamento dell'età media dei docenti italiani, cosa della quale la moda del giovanilismo spesso fine a sè stesso mal sopporta.
Questa riconversione a domanda in altre amministrazioni è molto ambita da molti docenti, specie dai più anziani e dai più demotivati, sarebbe già prevista da normativa e contratti, c'è chi la ha fatta passando ad esempio all'INPS, e quindi sarebbe possibile con grande facilità: basta coordinare il Ministero con le pubbliche amministrazioni, che hanno gli organici spesso insufficienti .

interventi dello stesso autore  discussione chiusa  condividi pdf

 Vincenzo Brancatisano    - 07-11-2006
I precari attendono che l’emendamento 66.151 sia accolto dalla V Commissione Bilancio, ma le notizie non sono buone. Secondo i più critici, la Finanziaria rimarrà com’è e l’art. 66 ammazzagraduatorie proseguirà la propria marcia verso il voto di fiducia in aula dove con questo meccanismo istituzionale il governo ricatterà la propria compagine: o me la votate o ce ne andiamo a casa. Nottetempo, e per scongiurare il pericolo, i Nostri hanno elargito finanziamenti milionari agli italiani all’estero, che potrebbero accontentare il senatore emigrato-ritornato-se-no-se-ne-ritorna-all’estero-e-fa-cadere-il-governo. Sempre secondo i più pessimisti, cui va la nostra attenzione, i sindacati accetterebbero – non è chiaro se di buon grado o turandosi le narici – la mancata approvazione dell’emendamento pur di garantire qualche obolo in più a chi già garantito. I più ottimisti ritengono invece che alla fine tutto si aggiusterà. Se questo succedesse – e dunque nella migliore delle ipotesi sperate dai precari – rimarrebbe comunque su questo governo l’onta di avere tentato di disfarsi di migliaia di precari ancora oggi tenuti in ostaggio da un’omertà istituzionale e politica non giustificabile. Se uno ti spara addosso per ammazzarti e non ci riesce rimane il fatto che ci ha tentato. E questo molta gente potrà dimenticarlo?


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