Lasciatemi almeno sfogare!
Una maestra - 09-09-2006
Eccomi qui, ancora una volta a scrivere, spinta dal profondo disagio psichico (chiamato, credo, BURN-OUT), di cui soffre chi, come me, non riesce a gestire, come vorrebbe, determinate situazioni lavorative.
Lo scrivere, sia che il contenuto venga trasmesso ad altri, sia che rimanga nel cassetto, serve a scaricarmi, anche se in parte, dalle tensioni emotive che giorno dopo giorno si accumulano, fungendo in qualche modo da autoterapia.
Forse si sarà già intuito che sono una delle tante insegnanti che si trovano a operare in una scuola, quella di oggi, che sembra più una giungla, stracolma di problemi e poverisssima di risorse umane (psicologi e insegnanti di sostegno) di strutture e strumenti, dove si pretende che i docenti facciano veri e propri miracoli dal nulla o quasi e dove tutti: dirigenti rampanti; genitori egoisti, immaturi, arroganti ; alunni superviziatii, insolenti, irrequieti (per usare degli eufemismi), pretendono di muovere critiche, impartire ordini, metterti, in parole povere, IN RIGA, anche se hai alle spalle tanti anni di buon insegnamento e quindi esperienza da vendere.
Le tristi, squallide cronache giornaliere testimoniano il decadimento di ogni valore. La famiglia, nel senso classico del termine, non esiste quasi più. Al suo posto è subentrata un'accozzaglia di soggetti (la cosiddetta FAMIGLIA ALLARGATA) che interagiscono tra loro più per distruggere quanto la scuola faticosamente cerca di rattoppare, che per trasmettere qualcosa di educativo.
OGNI GIORNO, per più di duecento giorni l'anno, quando entriamo in classe, noi docenti dobbiamo innanzitutto richiamare questo o quell'elemento, al rispetto delle regole, cercando di creare l'atmosfera giusta (non sempre si riesce nell'impresa), per permettere a tutti , ma soprattutto a chi lo vuole fortemente, di apprendere.
Le ultime notizie riguardanti la finanziaria mettono in allarme il mondo della scuola che subirà, si dice, tagli a destra e a manca: meno insegnanti di sostegno, classi più numerose e chissà che altro.
I nostri governanti sembrano essere, ancora una volta, completamente sordi alle richieste urlate a gran voce da chi nella scuola opera (i suonatori sono cambiati, ma la musica è rimasta la stessa).
I loro sensi si risvegliano solo a al momento di mettere a confronto gli esiti delle prove INVALSI con quelli degli altri stati europei, che risultano, dicono, più positivi (sulla base di cosa non è chiaro, perchè credo che i test non siano uguali nei diversi stati) , si risvegliano per annunciarci che abbiamo fallito nel compito affidatoci. Non sentono affatto l'obbligo morale, il dovere istituzionale di metterci nelle condizioni di svolgere al meglio, con serenità e con soddisfazione il nostro delicattissimo e importantissimo ruolo.

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 Carlo    - 11-09-2006
Sono completamente d'accordo con quanto messo in evidenza dalla collega. Sembra che questa sinistra, che abbiamo mandato al governo, voglia fare come Penelope con i Proci.
Un giorno vuole cancellare la figura del tutor ed il successivo dà la sua funzione a tutto il corpo docente, conservando quel machiavellistico strumento chiamato Portfolio. Si è tanto parlato e discusso delle infauste conseguenze per la soppressione del tempo pieno e del tempo prolungato, ma non si è ancora fatto nulla per il suo ripristino. In ogni finanziaria del governo precedente si è assistito a continui tagli all'istruzione pubblica, oggi, purtroppo, sento delle parole molto simili. Cara collega dobbiamo sperare che le promesse fatte non siano solo promesse elettorali.
Al momento sono alquanto perplesso e disorientato.

 roberta lo presti    - 11-09-2006
Ecco e' arrivato un altro a.s.! Proprio quando ci eravamo "abituati" alle novita' della Moratti ,ecco pochi giorni prima dell'inizio,arrivare l'ennesimo delirio di onnipotenza. Ho l'impressione che: a nessuno interessi della qualita' della scuola e che i nostri ministri siano highlander (alla ricerca dell'immortalita')
Basta con le riforme scaccia riforme!
Ci hanno costretto ad allontanarci dai collegi e a rinchiuderci nelle classi per fare meglio quello a cui siamo chiamati: formare,educare,istruire.
Quest'anno voglio solo insegnare e fregarmene dei consigli del medico Fioroni.In attesa che qualcuno decida per noi .........

 monica    - 12-09-2006
E basta con gli insegnanti che continuano a parlare dei "loro" diritti e non dei doveri che hanno nei confronti dei bambini e soprattutto di "quegli alunni insolenti (di chi la colpa?), superviziati (perchè non figli propri), irrequieti (perchè non ascoltati)". Saranno pure trasmettitori di sapere ( quale?), mai MAESTRI.

 Carla Moretti    - 14-09-2006
La Monica che ha risposto con tanta acredine è proprio sicura di avere ben interpretato il messaggio della MAESTRA?
I diritti che si chiede ai nostri governanti (di destra o sinistra indifferentemente) di rispettare riguardano gli alunni e quindi, SOLO INDIRETTAMENTE, gli insegnanti. Sono quelli legati alla loro formazione.
Diritti che vengono negati ogni volta che si riduce il numero dei docenti di sostegno, ogni volta che un insegnante assente non viene sostituito, ogni volta che si tagliano i fondi per sussidi e materiali didattici...
Prima di muovere critiche occorrerebbe vivere PERSONALMENTE la quotidianità della scuola di oggi.

 monica    - 15-09-2006
La Monica che ha scritto ha insegnato a bambini provenienti da "famiglie allargate", a bambini "insolenti e irrequieti " (cercando di scoprirne le cause), a bambini "non rispettosi delle regole" (le regole nascevano da loro stessi e perciò venivano rispettate), a bambini portatori di handicap (si è spesso scontrata con insegnanti di sostegno incapaci o ne ha fatto volentieri a meno). Non riesce perciò a comprendere come la collega , pur dichiarandosi "maestra", possa manifestare tali sentimenti di ostilità e disprezzo.

 ilaria ricciotti    - 17-09-2006
Lo sfogo fine a se stesso non serve assolutamente a nulla. La situazione rimarrà tale e quale.
Ed allora perchè non provare ad incanalare queste accuse e far sì che esse vengano superate o almeno ammortizzate?
Inoltre non m'aggrada molto il tono con il quale ancora una volta alcuni insegnanti si pongono di fronte a specifiche realtà scolastiche: famiglie allargate, disagio ecc., ma non dicono cosa fanno per superare questi ostacoli di percorso.
Poi non m'aggrada neanche il fatto che si contesti qualsiasi forma di verifica.
E' ora di finirla col dire che il lavoro dell'insegnante non può essere "misurato". Il suo lavoro viene sottoposto a verifica ogni giorno dai bambini e dai ragazzi che, quando ritornano a casa, esplicitano commenti su di lui. Quanti di voi hanno sentito criticare dai propri figli i loro insegnanti? E che critiche?
Termino col sostenere ancora una volta che chi sceglie questa "professione" molto particolare deve mettersi in gioco ogni giorno, senza mai stancarsi e soprattutto deve sostenere ogni giorno il mobbing di certi colleghi e dirigenti che vorrebbero la omologazione dei pensieri e delle opere di un insegnante che fa del tutto per non essere anacronistico.

 Carla Moretti    - 17-09-2006
...e chi sei tu per rivolgerti con toni così offensivi a una collega, oltretutto senza conoscerla?
Sei forse al culmine di un delirio d'onnipitenza (la più brava,la più saggia, la più preparata), sei la detentrice della verità assoluta?
Mi viene il sospetto che tu non sia una maestra, ma che svolga un'altra attività, altrimenti non riesco a capire come potresti educare al rispetto delle opinioni altrui e, soprattutto, alla MODESTIA.
La categoria degli insegnanti, con tipe come te, non riuscirà mai a formare un blocco unico in grado di ottenere qualcosa d' importante per il bene della scuola.
E' proprio vero il detto che recita: "le donne sono il peggior nemico delle donne".

 ilaria ricciotti    - 18-09-2006
Alla faccia delle offese!
"Il delirio di onnipotenza" in Italia l'hanno avuto uomini politici che l'hanno rovinata e poi, lo sappiamo in molti, tutti coloro che svolgono una "professione" che fino a qualche decennio fa veniva considerata socialmente importante : l' insegnante, il prete, il medico ed il sindaco nei paesi erano le figure di spicco, quelle che meritavano rispetto.
Ora l'insegnante è giudicato dalla maggior parte dell'opinione pubblica come colui che va a scuola soltanto per percepire uno stipendio e godere delle numerose ferie invernali primaverili ed estive.
In molti casi non è così, ma quanti insegnanti credono ed amano il loro lavoro?
Pochi, molto pochi!
La dimostrazione di ciò? Sondaggi d'opinioneed il fatto che non si può osare ed usare il termine "verifica", altrimenti si rischia il linciaggio o addirittura si fanno cadere i governi.
Ma la verifica, almeno quella uffiaciale, prima o poi ci sarà.

 rosa    - 19-09-2006
Perchè non modificate l'intestazione alla vostra rivista? Mi permetto di suggerirne una nuova "Dentro il registro e dalla parte delle cattedre".