breve di cronaca
Per il bene della scuola
Legambiente news - 28-04-2006
I cinque anni di governo di centrodestra hanno progressivamente smontato la scuola pubblica. Cinque anni che, decreto dopo decreto, finanziaria dopo finanziaria, hanno sempre più smorzato l'aria nuova portata dall'autonomia scolastica, dall'assunzione di responsabilità e protagonismo individuali e collettivi da essa generati. Da allora una strada in discesa che ha portato la scuola italiana ad essere sempre più povera (tagli drastici ai fondi stanziati per il funzionamento didattico e amministrativo), più precaria (in progressivo aumento i docenti e il personale ATA precario che neppure la manciata di assunzioni in ruolo effettuate in questi anni è riuscita a mitigare), non rispondente al mandato sociale che la società le affida, più selettiva, non includente... Una scuola in declino, confusa, smarrita, sfiduciata.
Per questo, per il bene della scuola è necessario ripartire con una nuova strategia, con un nuovo spirito collettivo, per ricostruire una scuola inclusiva e di qualità, che permetta di vedere riconosciuto quel diritto inalienabile di ciascuno ad apprendere per tutto l'arco della vita e ad avere accesso a quel bene comune che è la conoscenza in una società democratica e solidale.
Una scuola capace di futuro che si evolve in questa direzione ha bisogno di affrontare alcuni nodi non più rinviabili, pena il definitivo scollamento tra le esigenze educative e formative richieste dalla società della conoscenza e la scuola stessa.

1.La centralità del curricolo di scuola, con la quota a disposizione delle istituzioni scolastiche, il superamento dell'attuale progettificio, il recupero della progettazione culturale e pedagogica collettiva e partecipata nella scuola. Oltre ad essere un terreno in cui la collegialità può riacquistare un suo ruolo e la spinta alla ricerca professionale e culturale può trovare una radice motivante, il curricolo di scuola appare come una grande sfida professionale perché richiede nuova organizzazione del lavoro, rapporto con il territorio di co-progettazione, imparare a lavorare ed elaborare in gruppo tra adulti, fare i conti con gli scenari sociali e culturali della società contemporanea.

2. Rinnovamento dei saperi e dell'apprendimento in rapporto alla nuova relazione tra locale e globale. Locale e globale non sono più i poli estremi di una tensione che parte da qui per arrivare lontano, locale e globale sono co-presenti intorno/dentro alla vita di ciascuno e questo cambia il ruolo dell'educazione.

3. Apprendimento per tutto l'arco della vita. La complessità sopra accennata motiva già di per sé la necessità di costruire un sistema di apprendimento per tutto l'arco della vita, a condizione che questo non significhi un alleggerimento della scuola per tutti, ma una nuova capacità evolutiva del sistema di istruzione ed educazione e quindi dell'intero Paese.

4. /b>Obbligo scolastico, successo e dispersione, innovazione delle pratiche educative, contenuti culturali. Difficile parlare di innalzamento dell'obbligo scolastico se la scuola rimane quella che è. Impossibile non parlarne se si vuole avviare un processo di cambiamento della scuola. Un cambiamento di regole come questo può avviare quel processo virtuoso di maggior attenzione ai processi didattici, alle metodologie nella scuola non solo superiore, a quei contenuti culturali generativi di un cittadino responsabile e partecipe.

5.E sopra tutto gli insegnanti: rappresentano infatti il nodo strategico, quello da cui partire e attraverso cui si può aggredire la crisi della scuola, per svariate questioni: perché l'autonomia scolastica richiede una diversa organizzazione della collegialità che oggi è stata schiacciata; perché è necessario pensare ad uno sviluppo professionale che non può coincidere con la fuga dalla classe; perché gli insegnanti hanno bisogno di ricollocare la propria identità professionale, di essere consapevoli delle sfide culturali in campo, di capire come devono cambiare il loro modo di agire; perché è necessario organizzare il lavoro in modo da dare spazio alla crescita dell'insegnante riflessivo.

Questi i nodi da tener come bussola delle azioni del prossimo governo, lasciando alle spalle una fase difficile e tumultuosa, per il bene della scuola!


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