Pierangelo - 17-03-2006 |
da Aprile online - 16.3.2006 Un governo di donne A sentire Silvio Berlusconi abbiamo la prova provata di quanto siano lontani i tempi degli annunci della sua mirabolante modernizzazione che esaltava libertà e iniziativa individuale. Promesse infrante nel ripristino del modello familistico più vieto e retorico che inchioda staticamente tutti ad un destino “naturale”, a partire dalle donne che in quanto “spose e madri” non possono – nonostante le sue richieste (sic!) – scegliere di ambire a una qualche esperienza parlamentare. Un tuffo negli anni ’50… per meglio dire in perfetta continuità con quel periodo la cui temperie Paolo Conte descriveva chiedendosi perché le donne odiassero il jazz. La curiosità ci fa chiedere dove sono queste donne che non possono “lasciare” la famiglia per Roma? In tutta evidenza ciò che abbiamo intravisto in questi mesi è un duro scontro di potere tra uomini e donne sulle candidature che, nel centro destra, stando ai numeri, non ha finito per premiare le seconde. Nella discussione pubblica che lo ha accompagnato non è stato risparmiato nessun tipo di stereotipo per stigmatizzare il comportamento delle donne che desiderano fare politica. Le donne sono state rappresentate come intriganti, egoiste che sfruttano tutti i mezzi per le loro ambizioni, anche l’influenza del marito potente. Oppure – come per il premier – sono “spose e madri” che rinunciano alla politica per onorare il loro compito familiare. Le cose sono molto più semplici. Oggi le donne sono dappertutto in casa, nelle professioni, nei lavori. Possono e vogliono fare tutto. Ieri non era così. La politica però continua a rimanere non scalfita da questo cambiamento sociale. È il danno più grave, che non può durare. Allora rimandiamo a casa sua l’attuale capo del governo e la sua rappresentazione medioevale di donna e a Romano Prodi chiediamo fin da ora di comporre un governo composto per metà da donne. Come la Spagna di Zapatero e il Cile della Bachelet. Marisa Nicchi |
ilaria ricciotti - 18-03-2006 |
Ed ancora c'è chi lo ama così tanto da osannarlo come il politico più liberale e moderno di questi ultimi 50 anni! A proposito sento il bisogno di esprimere piena solidarietà per il mio corregionale, Diego Della Valle, oggi attaccato dal cavaliere e da quanti non condividono che un industriale appoggi l'Unione. |