Caro Pezzotta, si ricorda di noi iscritti Cisl?
Elena Miglietta - 24-11-2005
Bene siamo pronti, abbiamo già comunicato in direzione che aderiamo allo sciopero di un giorno, la scuola si è organizzata per avvisare i genitori, potremmo anche non farlo ma alle elementari ci sembra un po' troppo far arrivare i genitori coi bambini e poi doverseli riportare a casa.
Meno male che finalmente partecipiamo anche noi allo sciopero generale; gli anni scorsi abbiamo dovuto penare parecchio per ottenere uno sciopero generale della scuola, ma alla fine ci siamo riusciti e siamo andati a Roma a manifestare. Tutto è pronto, le adesioni ci sono e sono tante e meno male che scioperiamo l'intera giornata perché a quelli di un'ora non aderisce nessuno e poi lo sciopero generale ci fa sentire tutti uniti nella protesta rispetto a un governo che non ci rispetta affatto.
Stamattina ho sentito che lo sciopero dell'intera giornata invece è stato trasformato di nuovo nello sciopero di un'ora: panico tra i colleghi, "Hai sentito? Ma ci prendono in giro?" "Io lo sciopero di un'ora non lo faccio!"
Era tutto vero, anche il mio sindacato, la Cisl, insieme agli altri due ha deciso che non si fa perché non so chi ha detto che per noi va tutto bene, non l'ha messo per iscritto ma fa niente questo governo è fatto da ministri di cui ci si può fidare ciecamente.
Poi sono andata a leggermi le motivazioni dello sciopero, quello vero di 4 ore e ho letto: contro la finanziaria, contro i tagli agli enti locali, alle risorse per le infrastrutture, alla riduzione di circa 100000 posti dei precari, per l'incremento del reddito pensionistico, del carico fiscale sulle buste paga, ecc. e mi sono detta:"Perché io no?"
I tagli agli enti locali coinvolgono anche me perché mi mancheranno i servizi, delle infrastrutture godo anch'io come tutti gli altri cittadini, il reddito pensionistico tra qualche anno sarà il mio reddito, la riduzione dei precari produce un numero enorme di disoccupati tra cui ci saranno anche le mie figlie, il carico fiscale in busta paga lo conosco bene...e visto che una delle motivazioni è contro la manovra Tremonti che impoverisce le scuole, mi chiedo se è forse decaduta, forse Tremonti vi ha detto in un orecchio che ci darà un sacco di soldi e visto che è una persona affidabile ci credete?
E poi in Piazza del Duomo ci sarà il mio rappresentante sindacale che parlerà a tutti e allora mi vado a leggere il sito del mio sindacato e siccome non si capisce niente come al solito, vado su quello della CGiL e trovo tutto quello che cerco.
E' proprio vero, non si sciopera e anch'io mi rifiuto di fare uno sciopero inutile di un'ora; però sul sito della Cisl trovo un'intervista di Pezzotta all'Avvenire dove lui parla di momento difficile per l'economia, di un sindacato che condensa il malessere sociale, della difficoltà per le famiglie ad arrivare a fine mese o del dramma degli anziani non autosufficienti, della precarietà del lavoro e "accidenti!" io mi ritrovo in tutte queste categorie, personalmente o attraverso i miei familiari.

Quindi lo sciopero è per me, allora perché io non lo posso fare?

Andando avanti leggo anche: " La Biagi non provoca la precarietà del lavoro. Lascia alcuni spazi in cui può crescere la precarietà. E allora va corretta....Questo è un metodo riformista che va applicato sempre: vale per la scuola e l'università. Il bipolarismo deve procedere per accumulo e correzioni, non per cancellazioni e distruzioni successive."
Ho letto bene? Le riforme vanno corrette? Anche quella della scuola?
Eh no, mio caro signor Pezzotta, le sembra forse che il governo in carica si stia facendo scrupoli nell'approvare leggi che non stanno né in cielo né in terra?
Questo governo agonizzante sta dando dei colpi di coda mortali per il nostro futuro e lei pensa che col nuovo governo dovremo tenerci tutto facendo delle piccole correzioni? Mi pare che stiamo su due mondi diversi, anche perché il malcontento è talmente generalizzato che ci si aspetta dalla sinistra molto più che delle semplici correzioni per tirare avanti, ci si aspetta quello che Berlusconi non ha voluto fare e cioè delle buone leggi che vadano bene per la destra e per la sinistra perché sono fatte per noi.
Perché dichiara che "la devolution è uno stravolgimento della Costituzione e dell'assetto sociale del Paese e al referendum darà indicazioni per l'abrogazione?"
Sono d'accordo, ma perché allora non si mostra così deciso anche per le altre leggi inique che ci stanno portando alla deriva?
Oggi mi sono guardata intorno e ho visto una cittadinanza scolastica molto attiva e molto arrabbiata che si sta organizzando per chiedere ai sindacati di recedere da questa soluzione assurda che soluzione non è, ma un semplice compromesso per salvare capra e cavoli.
Visto che non mi sento né l'una né gli altri voglio associarmi con gli iscritti della CGiL che hanno firmato un appello che vi incollo qui sotto e che spero sarà sottoscritto anche dagli iscritti Cisl e che mi permetterà di "aderire in massa alla giornata di lotta e a partecipare alle manifestazioni" come avete scritto sul volantino unitario.
Però sarò sotto lo striscione di Retescuole, perché ho qualche dubbio che la Cisl mi rappresenti ancora, spero naturalmente di sbagliarmi.

APPELLO

Il direttivo della CGIL Scuola di Milano esprime il proprio dissenso per le modalità di disdetta dello sciopero di tutta la giornata del 25 novembre.
Pur apprezzando la positiva conclusione della vicenda contrattuale del biennio economico 2004 - 2004, ritiene sbagliato ridurre la portata dello sciopero contro la finanziaria 2006 considerata la portata dei tagli alle spese sociali, culturali e la mancanza di ogni riferimento al rinnovo contrattuale del biennio 2006-2007.
Considera inoltre che lo sciopero di un'ora - data la complessità organizzativa della scuola - è spesso impraticabile e non consente a molti lavoratori di partecipare.

Vi invitiamo a indirizzare tutte le vostre proteste ai seguenti indirizzi:

CGIL SCUOLA NAZIONALE
Fax 0658548431
Email: organizzazione@flcgil.it

CISL SCUOLA NAZIONALE
Fax 065881713
Email: cisl.scuola@cisl.it


UIL SCUOLA NAZIONALE
Fax 067842858
Email: uilscuola@uilscuola.it

Alfia Nicotra
Segretaria Generale
FLC CGIL Milano


interventi dello stesso autore  discussione chiusa  condividi pdf

 Gabriele Attilio Turci    - 24-11-2005
Il 25 novembre 2005 le categorie del settore dello spettacolo indicono, in occasione dello sciopero generale, l'astensione dal lavoro per l'intera giornata e, per dare maggiore visibilità alla protesta che portano avanti contro i tagli al Fus (Fondo Unico Spettacolo), verranno eseguite in numerosi teatri italiani in simultanea Messe da Requiem. Lo sciopero generale proclamato da tutte le Confederazioni sindacali per il prossimo 25 novembre - si legge in una nota di Slc-Cgil, FIstelCisl , Uilcom-Uil e Fials-Cisal - «si colloca nell'ambito delle manifestazioni di protesta che vede anche i lavoratori dello spettacolo impegnati con lo sciopero per l'intera giornata lavorativa a difendere la sopravvivenza della Cultura Italiana ed a denunciare l'evidente intento politico dell'attuale Governo di smantellare un Settore strategicamente importante e fondamentale per il nostro Paese attraverso il drastico ridimensionamento del FUS previsto dalla Legge finanziaria 2006-2008, già approvata dal Senato ed in questi giorni all'esame della Camera».
I lavoratori dello spettacolo chiedono un reintegro completo dei tagli operati al Fondo Unico dello Spettacolo da attuare attraverso i Fondi a disposizione della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Verranno realizzate le esecuzioni simultanee alle 20.30 in tutta Italia delle Messe da Requiem quale 'De Profundis' simbolici per la morte annunciata di tutte le attività di Spettacolo, interpretate dai lavoratori delle Fondazioni Liriche intorno ai quali si stringeranno le rappresentanze dei teatri di Prosa della Danza , della Musica e del Cinema.
Bene! queste sono le notizie di stampa, relative ad operatori della cultura, che chiunque può rinvenire.
Altri lavoratori (praticamente tutti i settori) il 25 sciopereranno, chi starà, invece, alla finestra sarà, come al solito la scuola,
Una incredibile scelta dei soliti sindacati "gialli" (leggi CGIL-CISL-UIL e Gilda) che han pensato bene che fosse utile soprassedere e bastassero alcune strumentali dichiarazioni televisive preannuncianti qualche soldo in busta paga per farla finita con ogni strombazzata opposizione.
Questa è la cultura di lotta che hanno le teste fini dei confederali.
Tuttavia mi domando: ma perché tante colleghe e colleghi nostri ancora danno fiducia a costoro?
Forse perché si pensa che un grande "ACI" (a questo è ridotto, oggi il sindacato) faccia meglio un servizio di rimorchio del veicolo in panne (leggi patronato et similia)?
Fortunatamente il sindacato COBAS non si è associato e la garanzia di uno sciopero vero per i lavoratori della scuola è rimasta, ma questo non sminuisce od elimina l’errore strategico degli altri, errore che si riverbera su tutta la categoria, compresi gli iscritti a sindacati senza le braghe abbassate.
La verità è che in larga parte del paese, la classe docente e la sua indecente rappresentanza sindacale, sopravvivono solo come mezze figure, prone al potere e utili distributrici delle strutture ideologiche della falsa coscienza.
Qui, in questi tempi grigi, ci troviamo di fronte agli stessi che hanno assistito "impavidi" alla lapidazione della scuola liberale laica post risorgimentale, poi hanno diligentemente accompagnato i bambini in camicia nera alle adunate del sabato fascista ed ora lasciano che i berlusconiani di turno (non importa se della prima od ultima ora, col fazzoletto azzurro rosso al collo, non importa...) facciano a pezzi ciò che resta della fucina della cultura italiana, pronti a serrare le fila per un glorioso domani bolkesteiniano e delocalkizzato dove, lieti, si ritroveranno dipendenti di qualche multinazionale dei Servizi alla Persona, pagati a cottimo, un tanto per allievo...

Gabriele Attilio Turci