Il lupo perde il pelo ...
Francesco Mele - 22-11-2005
Venerdì scorso si sono tenute nella mia città le assemblee FLC CGIL in preparazione dei congressi provi-regi-nazionale che si terranno a breve.

Ovvio che innnanzitutto si è parlato dello sciopero del 25 e la nostra segretaria provinciale ci ha parlato dell'importanza della riuscita di questo sciopero perchè è contro una finanziaria inemendabile e di cui non condividiamo neanche una virgola. Quando sono intervenuto ho detto che avevo accolto con disappunto e in totale disaccordo la decisione iniziale di uno sciopero di solo un'ora nel comparto. Meno male che poi ci siamo ravveduti anche se è sembrato, rilevavo, che stessimo patteggiando lo sciopero di tutta la giornata contro gli arretrati in busta a dicembre. Mi è stato risposto che non era assolutamente così, che lo sciopero di tutta la giornata era contro la finanziaria e che addirittura in regione erano state avviate consultazioni per farlo diventare di tutte la giornata almeno su base regionale, che l'esito sembrava anche ormai positivo da parte del trio CGIL-CISL-UIL, solo che sì è tutto bloccato quando dal nazionale è arrivata la comunicazione dello sciopero per tutta la giornata.

Venerdì invece, colpo di scena, il passaggio a tutta la giornata era proprio per premere sul governo per i nostri sacrosanti arretrati e la nostra opposizione alla finanziaria, ora è ufficiale, vale solo un'ora del turno. Rimane per tutta la giornata per Università, AFAM, Formazione Professionale, Scuole non statali che evidentemente hanno ragioni più forti delle nostre per opporsi alla finanziaria.

Che pasticcio!

Parallelamente inizia il solito balletto dell'unità sindacale e dello scarico di responsabilità su CISL e UIL che avrebbero tanto insistito per il ritorno all'ora di sciopero: come fai a dirgli di no?
Eh certo, come si fa?

No, non ci siamo.

Ribadisco allora la mia netta contrarietà ad una decisione che non coglie l'importanza della mobilitazione della nostra categoria contro le iniziative di questo governo approfittando di tutte le occasioni per esprimere tutto il nostro dissenso.

Un'ora di sciopero della scuola contro questa finanziaria era e rimane un'offesa alla dignità di tutti i lavoratori di un comparto che da anni è sotto l'attacco politico, organizzativo, normativo, sindacale del peggiore governo che la repubblica abbia mai avuto.

Mi sento oggi come quando il 5 febbraio del 2002 venne revocato il primo vero sciopero unitario della scuola contro la Moratti, o come quando venne revocata la manifestazione in difesa della scuola pubblica del 12 aprile 2003. Cicatrici mai del tutto rimarginate, lutti mai completamente rielaborati.

La differenza oggi è che la mia passione si è molto sopita sotto i colpi di comportamenti politici quotidiani di un quadro dirigente locale che, pur nel rispetto della diversità di opinioni, ha visto progressivamente e inesorabilmente ridurre ogni possibilità di stima da parte mia.

Il mio rifiuto di candidarmi come delegato al futuro congresso provinciale della FLC CGIL, che partiva fondamentalmente da ragioni politiche locali, diventa ora, per quanto mi riguarda, l'inizio di una fase di osservazione dei comportamenti politici nazionali del mio sindacato rispetto al quale il mio senso d'appartenenza è in debito d'ossigeno.

Resta da sperare che la pezza dello sciopero regionale di tutta la giornata rimanga ancora praticabile. Ma sempre di pezza si tratterà, anzi di cerotto, a tamponare un'altra ferita che ci saremmo volentieri risparmiata.

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