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La rosa bianca: un film che tutti gli studenti devono vedere
Gianni Mereghetti - 03-11-2005
Il film LA ROSA BIANCA. SOPHIE SCHOLL di Marc Rothemund merita di essere visto dagli studenti italiani perché è un documento eccezionale dell'esperienza che fecero i giovani della Rosa Bianca dentro gli anni bui del nazismo. Vissero intensamente, queste fu la caratteristica della loro vicenda, e per il loro amore alla vita si opposero ad un regime che proprio la vita negava!

• Il film è un'opera eccezionale per la scelta di campo del regista, quella di presentare la Rosa Bianca raccontando la drammatica vicenda di una di loro, Sophie Scholl: di lei infatti ripercorre l'ultima fase della vita, dal volantino distribuito nell'Università di Monaco, all'arresto, all'istruttoria ( che prende gran parte del film mettendo a confronto Sophie e Mohr, ufficiale della Gestapo), al processo e alla condanna a morte. Il film è quindi uno spaccato della ROSA BIANCA, ma ne esprime le caratteristiche fondamentali, la grande forza ideale, la profonda religiosità, la stupefacente certezza di posizione e un vitale senso dell'amicizia.
• Dal film emerge la personalità di Sophie Scholl per quello che è: è ben descritta la drammaticità della sua vicenda, quella di una ragazza di ventun anni che per gli ideali in cui crede si trova a fare i conti con la morte; così emerge in modo commovente che ciò di cui avevano paura i nazisti erano persone come Sophie Scholl e i suoi amici della Rosa Bianca, persone che non avevano rinunciato alla ragione, anzi la usavano nel suo legame con la realtà. Questi ragazzi furono mandati a morte per questo, perché pur dentro la propaganda ideologica non smisero mai di usare la ragione; i loro sei volantini seminarono tanta paura perché erano l'espressione di giovani che in un mondo in cui dominava l'ossequio al potere non fecero altro che chiedersi il perché delle cose. Nel confronto con Sophie Scholl appare ancor più chiaro che cosa sia il nazismo, la sua violenza ideologica, la sua disumanità: il processo a Sophie e Hans Scholl e a Probst ne è un documento impressionante.
• Da ultimo in Sophie Scholl si vede come un'esperienza umanamente ricca come quella cui partecipava portava dentro un seme di speranza. Tutto il film lo documenta, in ogni situazione Sophie cerca uno spiraglio di vita, la luce che anche immaginativamente entra nelle stanze della sua sofferenza, e questo diventa commovente nelle scene finali, le più drammatiche, eppure le più segnate dalla speranza. In queste il regista ha documentato significativamente la speranza che si legge nei loro addii.
• Se un difetto questo film lo ha sta nel fatto che rimanga implicita la ragione che permette a Sophie Scholl di mantenere tutta la sua dignità in un momento così difficile, messa di fronte alla morte. E' l'amicizia ideale di cui ha fatto esperienza la ragione per cui Sophie Scholl ha retto alla prova più difficile della sua breve vita. Forse questo avrebbe potuto essere più esplicitato, anche se è evidente che la forza di Sophie Scholl negli interrogatori, nel processo e pochi istanti prima di morire sta nel suo legame con la presenza del Mistero, un legame cui l'hanno educata i suoi genitori e i suoi amici.

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