"Nel 2006 vinco io"
Marino Bocchi - 09-05-2001
“Si parla e si discute di "orientamento al voto" dei giovani. Che nelle ultime due tornate elettorali, quelle che si sono svolte con il sistema elettorale maggioritario, per intenderci, li hanno visti votare per lo più per il centro-destra, mentre - e non a caso - il centro-sinistra ha registrato le sue migliori performances al Senato, dove possono votare i cittadini che hanno più di 25 anni. Morale: che fine hanno fatto "i giovani"? Quelli "impegnati", s'intende.
Persi nei racconti dei loro "fratelli maggiori" sul Sessantotto e dintorni? Fuggiti e rifugiatisi nella "retorica del disimpegno" senza essere mai passati per l'impegno, come i ragazzi degli anni Ottanta? Illusi e disillusi nel volgere di qualche brevissimo arco temporale - breve almeno quanto si addica a un giovane - da movimenti che sembravano sul punto di esplodere e di fecondare, come avvenne col movimento degli studenti del 1985 e anche degli anni Novanta, per non dire della "Pantera"?”.
All’interrogativo dell’analista di PolixEttore Colombo risponde un libro di Mondadori uscito un mese fa, dal titolo eloquente: "Nel 2006 vinco io". Lo ha scritto Pierluigi Diaco, 23 anni che conduce e scrive programmi radiotelevisivi dall’eta’ di 16 (ex conduttore di Rai due, del concerto del 1 maggio dal ’96 al’98, ospite quasi fisso del Maurizio Costanzo show, editorialista del Foglio di Giuliano Ferrara). Il 25 ottobre 2000, leggiamo nella sua biografia, ha fondato sulla rete il Partito di Internet. Questo il suo manifesto, che potete leggere sul suo sito:
“I giovani non vogliono più cambiare il mondo. Non scendono più in piazza. Non amano il fango dei concerti. Sempre più incuriositi della qualità della vita. I giovani non sono più incazzati, ma piangono meglio. Si uccidono a volte, e hanno sempre un perché valido. Pensano meglio, fanno l'amore più del sesso e vivono da soli. Quasi mai prima dei trenta anni. La domenica mangiano con i loro genitori, forse. Il mercoledì frequentano i cinema d'essai.Il sabato stanno nelle case, si esce meno. Almeno a Roma, Milano, Bologna, nei quartieri arabi di Palermo, a St.Germain a Parigi e al Greenwich Village a New York”.
Pierluigi Diaco si definisce di sinistra, ovviamente intendendo per sinistra qualcosa di molto diverso dalla definizione che si puo’ trovare sui manuali di storia. Infatti del suo programma, incarnato nel Partito e illustrato nel libro, Elisabetta Bernardini scrive:
"Se è vero che i concetti sono le fondamenta sulle quali si costruisce una filosofia o una religione, è dunque vero che questo nuovo "movimento" (filosofico? religioso?) fonda le sue basi su concezioni del tutto nuove: individualismo, divertimento, fantasia, innamoramento, serenità intellettuale, passione e sessualità, tradimento diventano lo sfondo di un quadro della vita assolutamente nuovo che non trova le sue radici in alcun ambito storico. Ed è proprio in questo nuovo mondo che Internet diventa il regno, grande o piccolo, che chiunque può conquistare e che può conquistare chiunque.
Ora il regno l'hanno conquistato i ragazzi del Partito di Internet in un libro nato in quattro mesi, dichiaratamente politico e di sinistra, attraverso il quale, finalmente, si fa davvero qualcosa di sinistra: «si parla ai ragazzi che votano a destra». Il suo slogan è «Rischia la felicità».

E lo stesso Diaco aggiunge:
“Il Partito di Internet nasce con l'obiettivo nobile di "rischiare la felicità". E' un movimento di individualisti, di persone per bene, di identità forti e romantiche, di personalità complesse e ambiziose, di uomini e donne speciali.
Il Partito di Internet è "Il Partito del Non Voto",ovvero quello spazio franco dove si muove l'intelligenza e la diffidenza,la possibilità e la voglia di cambiare,la volontà e il potere delle idee.
Nasciamo per interrogare i partiti sul loro ruolo nella società.Pensiamo che la forma-partito non abbia più alcun senso nell'Italia di oggi e poniamo una domanda importante e delicata:è ancora un valore la Rappresentanza collettiva nella politica o è solo una caratteristica fastidiosa e fanatica della democrazia?
Noi crediamo che non ha più senso in politica affidare la realizzazione delle proprie aspirazioni a una dimensione collettiva e corale,perché siamo certi che il nuovo soggetto politico di oggi è il singolo,il solista perfetto,il pensatore,la Grande Idea.
Allora il nostro partito si candida a raccogliere le potenzialità pluraliste e dolcissime di quelle persone speciali,destinate ora a governare le idee della New Economy e di Internet,ma presto pronte a governare il paese.
Siamo soli, laici, rivoluzionari, tecnologici, esteti, profetici, contenti, sorridenti, possibili, amanti, generosi e "inventori" di nuovi lavori. Crediamo che la fantasia sia l'unica medicina per curare le ferite quotidiane e mettiamo in gioco la nostra tenerezza e la nostra arroganza per provocare l'intelligenza e la pazienza degli altri.
Sogniamo un paese di gente che sorride, di ragazzi e ragazze che non abbiano paura dei loro soliloqui notturni,di sessualità libere e complesse, di opportunità professionali possibili,di artisti appagati, di lavoratori pagati,di religioni sparse e integraliste,di pensatori laterali,di siti più belli e di dischi più economici,di case discografiche e cinematografiche ancora più indipendenti, di strade e autostrade sicure,di scuole più coraggiose,di uomini e donne liberi. Per questo progetto abbiamo scelto di riconoscerci e di comunicare un sogno diverso dagli altri.
Non siamo degli sprovveduti né dei nemici dello Stato democratico. Siamo perfino democratici più di altri,ma poniamo il problema dei rischi della nostra democrazia e della nostra Costituzione. Siamo pacifisti,contro la pena di morte e animalisti convinti,ma non ci basta più essere solo questo.Vogliamo osare, perché siamo artigiani dell'amore e delle emozioni politiche”.

Tempo cinque anni, assicura il fondatore, e il partito di Internet andra’ al potere. Per realizzare che?
“Un governo meritocratico. Un governo dalle possibilità molteplici. Fatto di uomini e donne speciali.”
“Che fine hanno fatto "i giovani"? Quelli "impegnati", s'intende”, quelli di Sinistra, si chiedeva Ettore Colombo all’inizio. Tranquilli. Ci assicurano l'Utopia virtuale, l’unica che ci è consentita. Si preparano a governare. Nel 2006.

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