Il liceo tecnologico dalla teoria alla pratica...
Pino Patroncini - 03-12-2004
...o viceversa?

Il ricorso alla proroga della delega prevista dalla legge 53 suona come una sconfitta per il Ministero, tanto più cocente se si pensa che essa riguarda l’incapacità di proporre in due anni una riforma della scuola secondaria, cioè dell’unico segmento scolastico che aveva realmente bisogno di una riforma, dal momento che la riforma di quello primario era andata a regime appena 9 anni fa. Ma l’idea che l’operazione lì fosse più facile (niente discipline, niente indirizzi, niente classi di concorso) era assai seducente per i nostri governanti in termini di propaganda. Se non che il movimento di insegnanti e genitori ha mandato a monte anche quel piano.
Nonostante ciò il Ministero persevera e va avanti come dimostra la pubblicazione, ufficiosa ma pilotata, degli OSA (obiettivi specifici di apprendimento) del liceo tecnologico.

Il liceo tecnologico è uno degli otto licei previsti dalla legge 53. Ma il clima di segretezza in cui si sono svolti finora i lavori intorno a questo argomento non hanno consentito di definire come questo dovesse realmente essere.
Dal fatto che oltre al liceo tecnologico esistesse un liceo economico si è potuto arguire che le tecnologie del caso fossero limitate essenzialmente a quelle di natura produttiva, industriale e/o agricola. La legge 53 stessa individuava poi la possibilità che il liceo tecnologico potesse essere suddiviso in sub-indirizzi. Ma successive indiscrezioni sulle aree del sistema dell’istruzione e della formazione professionale, che - ricordiamo – è cosa diversa e separata dal sistema dei licei, assegnavano la totalità degli attuali indirizzi (una quindicina circa) dell’istituto tecnico industriale, agrario e per geometri a questo sistema.
A ciò si aggiungeva il fatto che il primo documento di carattere generale sui licei delineava un liceo inteso come luogo della teoria, del sapere “unico” e astratto. Da cui la difficoltà di capirne e giustificarne l’articolazione in sub indirizzi e, nello stesso tempo, di caratterizzarne la natura tecnologica. Ne conseguiva anche la possibilità di una forte riduzione di orario conteggiata tra le 25 e le 28 ore conseguente ad una parallela riduzione delle discipline di insegnamento e foriera di una corrispondente riduzione di personale docente. Era chiaro infatti che non ci sarebbero stati né laboratori né una forte articolazione tecnica.

Ciò aveva provocato reazioni sia tra i docenti maggiormente interessati sia tra i sindacati sia, persino, nella Confindustria, che temeva un appiattimento delle preparazioni tecniche sulla formazione professionale e un indebolimento del tessuto produttivo intermedio. E questo lasciava intendere che qualche ripensamento o almeno qualche correzione di rotta ci sarebbe stata e aspetti già scontati (basti pensare alla periodica riproposizione alla stampa del fatto che i licei sono otto, cosa già consolidata e prevista dalla legge, che non scioglie il nodo della questione degli indirizzi tecnologici) venivano rivenduti in tal senso.

Invece allo stato attuale, alla luce di quanto in via di emanazione sul liceo tecnologico, non stiamo assistendo a niente di tutto ciò.

Indirizzi. I sub-indirizzi del tecnico sarebbero, il condizionale è d’obbligo (la cosa non è negli OSA), sei: elettrico-elettronico, meccanico, chimico, informatico , moda e biologico. Gli ultimi due risultano sottratti, almeno stando alla denominazione, al settore professionale e bisogna vedere se moda lo si intende comprensivo anche del settore tessile finora gestito dall’istruzione tecnica.

Orari. L’orario sarà quasi certamente articolato in 27 ore + 6, queste ultime caratterizzanti in via opzionale i diversi sub-indirizzi. La forte riduzione oraria rispetto all’attuale istituto tecnico va a farsi benedire, resta comunque considerevole ( 3 ore su 36), ma apre uno scarto con gli altri licei che invece dovrebbero andare a 27 ore e costruisce di fatto un sistema non a due canali ma a “due canali e un canalino”. Sembra essere l’unica concessione alle pressioni di Confindustria. Ma, come vedremo a proposito delle discipline, più nella teoria che nella pratica.

Organici. Dati questi elementi, la riduzione d’organici derivante dallo scarto con gli orari dell’istruzione tecnica attuale è calcolabile in circa 10.000 unità nella sola istruzione tecnica a cui va sommato il trasferimento di organici dallo stato alle regioni calcolato con somma algebrica tra lo spostamento di discipline e il flusso di utenza. Dalle discipline messe in gioco si capisce però che in sofferenza continuano ad essere gli insegnanti di tecnica sia pratica (non ci sono i laboratori) che teorica ( poche discipline di area tecnica), ma che potrebbero entrarvi persino quelli di lettere.

Discipline. Le discipline oscillano ( la cosa è negli OSA!) tra le 14 del primo biennio e le 17 del quinto anno, la cifra non è precisa perché per alcune sono possibili sdoppiamenti per altre (quelle tecniche!) sono possibili distribuzioni (?!) su materie dell’area scientifica.

Le discipline sono le seguenti.

Primo biennio


Religione
Italiano e conoscenza del mondo classico*
Lingua straniera 1(inglese)
Lingua straniera 2
Storia
Filosofia
Matematica
Informatica
Fisica e chimica
Biologia e scienze della terra
Disegno
Aspetti e caratteri generali della tecnica**
Musica
Scienze motorie e sportive

Secondo biennio

Religione
Italiano e conoscenza del mondo classico*
Lingua straniera 1(inglese)
Lingua straniera 2
Storia
Filosofia
Matematica
Informatica
Fisica e chimica
Biologia e scienze della terra
Disegno
Aspetti e caratteri generali della tecnica**
Musica
Scienze motorie e sportive

Quinto anno

Religione
Italiano e conoscenza del mondo classico
Lingua straniera 1(inglese)
Lingua straniera 2
Storia
Filosofia
Matematica
Informatica
Fisica
Chimica
Biologia
Scienze della terra
Aspetti e caratteri generali della tecnica**
Musica, arte e immagine
Scienze motorie e sportive
Approfondimenti disciplinari, progetti interdisciplinari.


(*) potrebbero essere separate in due discipline distinte
(**) non costituisce disciplina autonoma ma va distribuita sulle discipline scientifiche
(***) secondo predisposizione e interessi specifici degli studenti


L’alto numero di discipline non è perciò causato dalle discipline tecnologiche, dai diversi sub-indirizzi, dai laboratori. Siamo infatti di fronte a materie essenzialmente umanistiche e scientifiche. Il piano prevede, oltre a Informatica, dal carattere molteplice, una sola materia tecnologica (“Aspetti e caratteri generali della tecnica”) e per di più da distribuire sulle altre discipline scientifiche.
Si introducono invece filosofia e latino.
La prima, sotto forma di una storia quinquennale (nemmeno al liceo classico si fanno tante annualità!) della filosofia, partirà dalla metafisica greca e ci metterà almeno tre anni per arrivare alle problematiche che attengono più da vicino ai saperi scientifico-tecnologici.
Il secondo, sotto la parvenza di una “conoscenza del mondo classico”, dovrà comprendere la capacità di leggere testi a fronte ( istruzioni di montaggio in latino?!) e coronarsi magari col latino ecclesiastico.
Servono commenti sull’opportunità pedagogica e sul senso di una simile disciplina nel settore tecnologico?! Si tratta solo di un malinteso sull’unitarietà del sapere in una mente pervicacemente classicista e gentiliana? Oppure si tratta di uno sbarramento preventivo, come lo era il latino alle medie negli anni cinquanta, per impedire che l’attuale utenza dei tecnici e dei professionali scelga la scuola del canale liceale e si riversi piuttosto che nella non-scuola del canale professionale?
Il Ministero dimenticano inoltre che agli insegnanti di lettere degli attuali istituti tecnici (classe 50A) non erano richieste finora competenze in latino. Si apre perciò un altro problema: se storia potrà essere accoppiata a filosofia e per insegnare italiano bisognerà essere abilitati anche per latino, quale spazio resterà, non solo per i docenti di tecnica le cui materie scompaiono, ma anche per gli attuali docenti della 50A?


interventi dello stesso autore  discussione chiusa  condividi pdf

 Alberto Petrocelli    - 05-12-2004
Gli Istituti Tecnici erano stati "riformati" all'inizio degli anni 90, con riduzione dell'orario da 38 a 36 ore settimanali, aumentando l'area formativa ed eliminando le attività manuali (reparti di lavorazione ed officine), introducendo l'area di progetto. Lo studio della lingua inglese e della matematica era stato portato fino in quinta classe. Erano state introdotte nuove materie (sistemi automatici) con diffuso uso dell'informatica.
Si tratta di una scuola molto pesante , impegnativa quanto un liceo scientifico, ma che fornisce conoscenze e competenze utilissime per un immediato inserimento nel mondo del lavoro in posizioni e mansioni dignitose o per la libera professione. La preparazione teorica acquisita consente, inoltre, di continuare gli studi all'università , nelle facoltà scientifiche e tecniche.
Non ho francamente capito il senso dell'abolizione di tali scuole e la loro sostituzione con licei che obbligano di fatto alla frequenza dell'università per almeno altri tre anni.
E poi ci si lamenta del fatto che i nostri giovani iniziano a lavorare sempre più tardi....
Che fine ha fatto l'iniziativa di "Proteo" in difesa degli Istituti Tecnici?

 ronaldo    - 07-12-2004
Da questa lista di discipline manca il diritto come materia formativa per il primo ed il secondo biennio

 Francesco    - 08-12-2004
Si parla tanto di educazione del cittadino, educazione alla legalità, l'impresa come una delle tre "i" di Berlusconi: ma allora perché spazzare via una disciplina così fondamentale dal punto di vista formativo? Non capisco perché questa disciplina sia stata inserita in quasi tutti i bienni da circa dieci anni ed ora si vorrebbe con la massima facilità cancellarla.

 LIsa    - 08-12-2004
La moglie di qualche ministro per caso insegna filosofia????

 Petrocelli    - 11-12-2004
Dove li troveranno tanti laureati in filosofia? Il timore è che tale materia venga affidata ad incompetenti.
Il grosso problema è , però , il rinnovato sbilanciamento in favore delle materie letterarie.