Asinerie settarie
Camillo Berneri - 26-11-2004
Ercoli (Palmiro Togliatti, emissario di Stalin in Spagna nel 1936 – NdR) ha trattato recentemente su Il Grido del Popolo, delle particolarità della rivoluzione spagnola, che egli riduce a “una guerra nazionale-rivoluzionaria” e “nazionale” perché fatta dal popolo per la liberazione propria e del paese “dall’asservimento allo straniero” e per la liberazione “dei catalani, dei baschi, dei galiziani dall’oppressione della nobiltà castigliana”. Che, obiettivamente considerata, la guerra civile spagnola sia popolare-nazionale è vero, benchè soltanto parzialmente.

Quello che è nettamente non rispondente a verità è l’attribuzione al proletariato spagnolo di una significazione nazionalista della guerra civile che non sia una colorazione ma invece una determinante centrale. E’ evidente l’intento dell’Ercoli di inquadrare la rivoluzione spagnola negli schemi….classici consueti ai propagatori della tesi della “guerra rivoluzionaria”, ma fino a qui si è sul terreno delle idee e su questo terreno tutte le escogitazioni e tutte le formulazioni sono legittime.

Là dove Ercoli si abbassa è in quei passaggi nei quali è questione delle retrospettive essenziali della recente situazione spagnola nonché di quella attuale. Della C.N.T. e della F.A.I. parla pochissimo, giungendo a tacere l’enorme ruolo avuto nella rivoluzione spagnola e cadendo nel grottesco con affermazioni di questo genere: avere la ideologia e la pratica dell’anarco-sindacalismo ostacolato “il prevalere dello spirito di organizzazione e della disciplina che sono proprie del proletariato”: quello spirito, forse, che ha dato così ottimi risultati, sotto la lungimirante guida dei capi socialdemocratici e di quelli bolscevichi in Italia, in Germania e in Austria!

Se il proletariato spagnolo è insorto contro il fascismo con uno slancio ardito e insuperato e forse insuperabile, il merito è, evidentemente, dei vari Caballero e di quel potentissimo partito “di masse” che era il partito comunista spagnolo.

Ercoli, che è un formidabile pince sans rire, erudendo il pupo stalinista, gli spiega che l’anarchismo spagnolo “è un fenomeno particolare, conseguenza dell’arretratezza economica del paese, nonché dell’arretratezza della struttura politica, della dispersione delle forze della classe operaia, della esistenza di una massa di elementi dèclassès e, infine, del particolarismo regionale. Esso è, cioè, l’espressione di un gruppo di fatti caratteristici di un paese ricco di sopravvivenze feudali”. Segnalo questo ameno passaggio ai cultori del problema della metempsicosi, o, più semplicemente, ai colleghi di clichès slabbrati. Ercoli non saprebbe certamente spiegare come mai l’anarchismo spagnolo sia nato in Catalogna invece che in Andalusia e perché sia così intimamente connesso con la tradizione anarchica degli altri paesi, compresi quelli nei quali questa è vegeta e correlativa a grande modernità economica (Svezia, per esempio). Ercoli continua: “Nel momento attuale, mentre il popolo spagnolo tende tutte le sue forze per respingere l’assalto della bestia fascista, mentre gli operai anarchici si battono eroicamente al fronte, esistono molti elementi i quali, mascherandosi dietro i principi dell’anarchismo, mettono in pericolo la solidità e la compattezza del Fronte Popolare con i loro progetti avventati e prematuri di “collettivizzazione” forzata, di “soppressione della moneta”, con la predicazione dell’ “indisciplina organizzata”, e così via”. Il popolo è tutto in armi e combattente, “gli operai anarchici” sono al fronte, ma restano molti elementi pseudo-anarchici (per lo meno degli agenti di Franco e di March) che con il proprio estremismo fanno il giuoco del fascismo.

Non avendo il cervello di Marx, Ercoli ne ha il fiele. Il quale gli dà alla testa fino a fargli dire che gli anarchici spagnoli “per lunghi anni trascurarono le rivendicazioni dei contadini”. Se in Catalogna le campagne hanno efficacemente reagito al fascismo sapete di chi è il merito? E’ dei Catalanisti! Dal 1873 anno in cui la Union de los Trabajadores del Campo era già una delle più forti sezioni della Federaciòn ad oggi, tutta la storia dell’anarchismo spagnolo è là a dimostrare il contrario di quanto Ercoli asserisce con perentorietà professorale quanto asinesca.

A voler rispondere ad un articolo come quello dell’Ercoli pare proprio di gettare via del tempo, sì che faccio il punto. E’ dal 1872 che, in testa il Lafargue, i marxisti diffamano il movimento anarchico spagnolo, dicendo delle sciocchezze ancor più madornali delle loro diffamazioni. Ercoli continua la tradizione.


Nota cfr. Camillo Berneri “Asinerie settarie” tratto da “Guerra di Classe” Barcellona, Novembre 1936 pubblicato in C. Berneri, “Pietrogrado 1917 Barcellona 1937” a cura di P. Masini – A. Sorti, Milano, 1964, con il titolo “Risposta a Ercoli sulla Rivoluzione Spagnola”
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