Sorvegliare e punire
Cosimo Scarinzi - 11-09-2004
Il signor Giovanni Quartini, dirigente scolastico dell'Istituto Parificato Capitanio di Bergamo, ha reso noto di aver installato un sistema di telecamere che controlleranno 24 ore su 24 tutto quello che accade nelle aule, nei corridoi e perfino nei bagni: telecamere interne a circuito continuo per controllare studenti, docenti e collaboratori scolastici. Per di più il signor Quartini, un vero eroe del nostro tempo, ha sostenuto che la videosorveglianza è necessaria all'interno del "suo" Istituto al fine di impedire che i terribili bambini delle elementari o i feroci ragazzini delle medie inferiori facciano scherzi ai propri compagni o che si dilunghino troppo nei bagni nel corso delle pause pipì. Un vero problema, non c'è che dire.
Tanta tracotanza non può che lasciare stupefatti, ma la posizione del buon Quartini almeno un merito ce l'ha: dice pane al pane e vino al vino, la difesa da vandali e spacciatori non è altro che una foglia di fico per nascondere le vere ragioni del delirio videosorvegliante dei Dirigenti Scolastici italiani. La verità è che l'autonomia scolastica viene interpretata da alcuni Dirigenti Scolastici come possibilità di trasformarsi in padroncini. Controllare 24 ore su 24 le mosse dei lavoratori è sempre stato il sogno proibito di ogni buon vecchio "padrone delle ferriere".
Fortunatamente, esistono adeguati strumenti legislativi volti almeno a scoraggiare gli usi più marcatamente repressivi di queste tecniche di sorveglianza e, forse, sufficienti ad impedirne l'installazione.
Particolarmente importante il recente provvedimento dell'autorità per la salvaguardia della privacy che, con riguardo alla scuola, dice:
"A tal fine, se può risultare ammissibile il loro utilizzo (gli apparati di videosorveglianza n.d.r.) in casi di stretta indispensabilità (ad esempio, a causa del protrarsi di atti vandalici), gli stessi devono essere circoscritti alle sole aree interessate ed attivati negli orari di chiusura degli istituti, regolando rigorosamente l’eventuale accesso ai dati."
In ogni caso, l'uso di tali apparati deve essere stabilito in accordo con le rappresentanze sindacali, così come disciplinato dallo Statuto dei Lavoratori.
La CUB si impegna a sostenere l'opposizione, degli studenti e dei lavoratori di Bergamo e di tutta Italia, a questa deriva che pretende di trasformare in carceri di massima sicurezza le scuole del paese. Cedere anche solo un dito su questo terreno vuol dire permettere la trasformazione di luoghi di apprendimento e studio in prigioni medievali.


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 verdi bergamo    - 11-09-2004
La decisione del Preside dell'Istituto scolastico Capitanio di Bergamo, Giovanni Quartini, di installare a scuola 24 telecamere per videosorvegliare gli alunni ma anche, aggiungiamo noi, gli insegnanti e i lavoratori dell'istituto, è gravissima nel merito e nel metodo.

"Un sistema operativo 24 ore su 24" non risparmierà gli studenti e gli insegnanti in nessun luogo dell'istituto: le scale, l'ingresso, i bagni e, ancor peggio, le aule scolastiche.

L'educazione e l'insegnamento, tra i mestieri più nobili nella storia dell'umanità, dovrebbero basarsi sul rispetto tra docenti e discenti. La scuola, pubblica o privata che sia, dovrebbe essere un luogo dove si insegna la tutela dei diritti, il senso civico e la cultura della responsabilità.

"Ci chiediamo invece - dice Marcello Saponaro, coordinatore provinciale dei Verdi - quale progetto educativo esprima la decisione del Preside del Capitanio. Riempire la scuola di telecamere significa non avere nessun rispetto per la privacy degli alunni e degli insegnanti e significa non avere alcuna fiducia nell'attività degli educatori dell'istituto".

I Verdi di Bergamo presenteranno un esposto al Garante per la protezione dei dati personali (Garante per la privacy). Secondo i Verdi, infatti, il provvedimento del Preside dell'Istituto non rispetta molte delle norme che il Garante e il Parlamento hanno emanato per la tutela della dignità, della privacy e della libertà dei cittadini e degli utenti. Prima fra tutte la norma definita dal Provvedimento Generale sulla Videosorveglianza che, all'art. 4.3 recita:

4.3. Istituti scolastici
L’eventuale installazione di sistemi di videosorveglianza presso istituti scolastici deve garantire "il diritto dello studente alla riservatezza" (art. 2, comma 2, d.P.R. n. 249/1998) e tenere conto della delicatezza dell’eventuale trattamento di dati relativi a minori.
A tal fine, se può risultare ammissibile il loro utilizzo in casi di stretta indispensabilità (ad esempio, a causa del protrarsi di atti vandalici), gli stessi devono essere circoscritti alle sole aree interessate ed attivati negli orari di chiusura degli istituti, regolando rigorosamente l’eventuale accesso ai dati.
Restano di competenza dell’autorità giudiziaria o di polizia le iniziative intraprese a fini di tutela dell’ordine pubblico o di individuazione di autori di atti criminali (per es. spacciatori di stupefacenti, adescatori, ecc.).


"Le norme parlano chiaro - dice Saponaro - le telecamere possono essere installate solo se strettamente indispensabili e se la sicurezza dell'Istituto non può essere garantita in altro modo. Le norme escludono tassativamente l'operativita' 24 ore al giorno, anzi, devono essere in funzione solo durante le ore di chiusura dell'istituto e assolutamente non possono essere installate all'interno delle aule."

I Verdi di Bergamo consigliano al Preside di chiedere scusa ai genitori, agli alunni e ai lavoratori dell'Istituto Capitanio, di smantellare immediatamente il sistema di videosorveglianza o, quantomeno di limitarlo alle ore di chiusura dell'edificio e ai luoghi che possono essere oggetto di vandalismo. I Verdi consigliano al Preside anche di leggersi il provvedimento del Garante e il Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 : i diritti degli alunni e dei lavoratori, i doveri e le responsabilità degli enti e le sanzioni per i trasgressori sono ben definite e severe.

Noi Verdi - prosegue Marcello Saponaro - abbiamo una diversa idea di educazione e di rispetto dei diritti dell'uomo. Condanniamo fortemente la decisione del Preside perchè il suo lavoro deve essere quello di educare al rispetto degli altri e al perseguimento della libertà, la propria libertà e quella degli altri. Esattamente l'opposto di quanto questo provvedimento insegna.

Bergamo, 10 settembre 2004


 C.P.    - 12-09-2004
Giusto condannare iniziative esasperate, esasperanti e illegali ma perchè non porsi il problema degli atti vandalici o di bullismo in orario scolastico?
Ad esempio, a chi tocca il compito di vigilare che nei bagni qualche ragazzino non trovi divertente danneggiare gli impianti igienici magari asportando i rubinetti per allagare il locale?
Gli atti di maggiore bullismo nella scuola si verificano spesso al riparo di occhi indiscreti e le vittime sanno di non poter contare su una adeguata difesa, specie una volta fuori della scuola.
Davvero il mancato rispetto delle regole del vivere civile deve essere totalmente privo di sanzioni quando il dialogo educativo non riesce a dare i suoi frutti?

 Prof.Oliva Silvana    - 04-05-2005
Sono R.S.U. della scuola media di Pinetamare di Castelvolturno in provincia di Caserta, mi trovo in una situazione simile allla scuola in questione. Il Dirigente Scolastico della mia scuola ha comunicato in sede di riunione del consiglio di istituto, che da delibera del precedente consiglio, istallerà prossimamente nell'istituto alcune telecamere a circuito chiuso per sorvegliare il flusso di docenti nei locali della segreteria e negli uffici attigui, con annessa aula informatica frequentata da alunni e da insegnanti, in ore scolastiche. Inammissibile tale proposta senza aver interpellato le rappresentanze sindacali presenti nell'istituto, e venendo meno a quelle che sono le normative vigenti in materia.