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20) Dal carteggio Adam Smith – Berlusconi
Aldo E. Quagliozzi - 16-08-2004

Ove si dimostra che anche le impenetrabili e sempiterne regole della economia possano essere stravolte dalla discesa in campo dell’unto del signore, e dove si dimostra ancora una volta come sia semplice ed opportuno, nel Bel Paese, cambiare di opinione giusto per essere ben allineati al momento della conta.
E dove si evince che per un essere superiore unto, non possano valere le stesse leggi naturali che sovrintendono alla vita ed alle attività di tutti gli altri umani esseri viventi.
Tanto è che, a distanza di quasi un decennio dalla predizione, il bel Paese può ben rallegrarsi del buon governo dell’egoarca.



“ Bellagio, 26 giugno 1994

Caro Cavaliere,
mentre fiducioso leggo ogni giorno le cronache politiche e finanziarie in attesa di trovarvi un embrione di notizia relativa all’imminente vendita delle aziende Fininvest, altre informazioni suscitano in me allarme per gli ostacoli che minacciano di frenare il cammino del Suo governo verso l’adozione di una strategia liberista. Certo, i Suoi alleati non Le sono minimamente di aiuto.
Quando Jacques Delors, presidente francese della Commissione europea, dice di aver letto < con la rabbia nel cuore > le recenti dichiarazioni di Gianfranco Fini, secondo cui, fino al 1938, data in cui Mussolini adottò le leggi razziali, < il fascismo non poteva essere considerato come negativo >, scorgo per il suo governo un forte rischio d’isolamento internazionale.
( … ) Il governo d’Israele si mostra amichevole nei confronti della Sua persona, però, comprensibilmente, esprime allarme sia per il ruolo di Alleanza nazionale nel Suo governo, sia per certe forme di velenoso antisemitismo trapelate dalla religiosità fondamentalista di Irene Pivetti, presidente della Camera.
Lunedì scorso, la Borsa di Milano, ha avuto una giornata nera, e la lira è scesa a livelli più che allarmanti. E’ strano. In tutta la storia contemporanea c’è una costante: quando al potere va la destra moderata, la Borsa cresce e la moneta si rafforza, perché il capitalismo internazionale fida sull’adozione di provvedimenti che magari danneggiano i ceti poveri, lasciando però margini di profitto a chi dispone di capitali da investire.
E’ forse la prima volta che in un paese la nascita di un governo conservatore deprime la Borsa e il valore della moneta.
Secondo Eugenio Scalari, ciò deriverebbe dal fatto che – mentre i suoi predecessori Giuliano Amato e Azeglio Ciampi dimostrarono qualche coraggio nell’incidere sui mali dell’economia italiana, e tentarono di avviare il risanamento – Lei viceversa ai mercati finanziari dà la sensazione dell’immobilismo di chi non vorrebbe scontentare nessuno.
Un ministro del Suo governo, Clemente Mastella, sostiene invece ( … ), che il persistente declino degli indicatori economici italiani sarebbe da attribuire < alla lobby ebraica >. Costui è un altro dei suoi alleati che, a forza di cretinaggini, rischiano di mandare a carte quarantotto il governo.
( … ) Con delicatezza, caro presidente Berlusconi, Lei dovrebbe far sapere alla Pivetti, e al ministro Mastella, che fare politica significa, fra l’altro, nutrire autentico rispetto verso le minoranze, e che, fra le minoranze religiose, la comunità ebraica è quella più drammaticamente in credito col resto del mondo, Italia compresa.
Venendo ogni estate a Bellagio, conosco i temi che ricorrono più di frequente nei discorsi degli italiani. Mai però mi era capitato di percepire, come quest’anno, tanto astio per la politica. E’ una cosa che non mi aspettavo. Inoltre: quanto più manifestano fiducia verso di lei, tanto più esprimono fastidio, non per l’affarismo dei politicanti corrotti, ma in generale della politica. A me sembra uno stato d’animo pericoloso.
( … ) A proposito di disquisizioni politiche, nei giorni scorsi ho letto sul Corriere della sera ( … ) due editoriali ricchi d’interesse. Il primo, di Angelo Panebianco, sostiene che la formula tradizionale del partito di massa è esaurita: ciò che ne sopravvive ha perso linfa vitale ed è ormai materia inerte. Credo che fin qui abbia ragione, così come quando afferma che il partito del futuro dovrà essere leggero, cioè privo di quell’apparato massiccio e condizionante su cui si regge il partito vecchio stile.
Forse ricorderà che di Angelo Panebianco Le parlai in una delle prime lettere, amichevolmente criticandoLa per una risposta fulminante e dura con cui Lei aveva liquidato non so più quale sgradita affermazione dell’editorialista. Ebbene, penso che Le abbia fatto piacere leggere, in questo nuovo editoriale, che Panebianco scorge proprio in forza Italia il modello vincente di partito leggero, all’americana. A volte dunque gli intellettuali diventano amici se li prendi a schiaffoni.
Sul Corriere del giorno successivo, peraltro, Ernesto Galli Della Loggia ha espresso giudizi di dissenso dall’analisi di Panebianco. E’ stato un confronto ad alto livello.
( … ) Naturalmente il questi giorni mi sciroppo tutte le partite dei mondiali di calcio. Non essendoci in lizza la Scozia, il mio tifo si divide fra l’Irlanda, unica squadra britannica, e l’Italia, per amor del Milan.
Dopo la sconfitta subita dagli azzurri proprio con gli irlandesi, i giornalisti hanno chiesto a Lei un giudizio sulle ragioni della brutta figura. Risultato: il giorno dopo, le prime pagine di molti quotidiani riportavano con evidenza il Suo consiglio a Sacchi. < Mettere in squadra Casiraghi >. Così tutti hanno avuto l’impressione che Lei, oltre a voler fare l’editore, l’imprenditore televisivo, il finanziere, il presidente del Milan e il capo del governo, voglia essere anche il vero commissario tecnico della nazionale di calcio. Se i cronisti Le fanno domande maliziose, perché Lei abbocca? Un cordiale saluto. Adam Smith “

( da “ Lettere di Adam Smith al Cavalier Berlusconi “ di Sergio Turone - Laterza - 1995 )


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