breve di cronaca
Il mondo dell'handicap
Redattore Sociale - 29-05-2004
L'Università di Bologna denuncia la carenza di docenti di sostegno specializzati per l’integrazione degli studenti disabili. Canevaro - docente di Psicologia speciale - : ''Questa è la politica di incrementazione del danno''


"Questa è la politica di incrementazione del danno". E’ duro Andrea Canevaro, prorettore dell’Università di Bologna con delega per gli studenti disabili, nei confronti della riforma Moratti e dei tagli degli insegnanti di sostegno nelle scuole. Mancano all’appello in Emilia-Romagna 245 posti. “E questo dopo le deroghe già concesse dal ministero”, spiega Mariangela Bastico, assessore regionale alla scuola. “Una carenza numerica disastrosa”.

Da Bologna parte l’appello del mondo che si occupa di handicap. Non c’è solo il problema della mancanza di insegnanti di sostegno.

Le associazioni regionali della Fand (Federazione tra le associazioni nazionali dei disabili) e Fish(Federazione italiana per il superamento dell’handicap) hanno preso carta e penna e scritto al ministro Moratti per denunciare la carenza di docenti specializzati per l’handicap.

Su 4294 docenti incaricati sul sostegno 1385, oltre il 32%, sono privi di specializzazione.

La situazione – si legge nella lettera firmata anche da Canevaro – che, aggravandosi, si protrae da numerosi anni determina un danno educativo grave ed irreparabile agli alunni certificati (disabili a cui è stato concesso l’insegnante di sostegno, ndr), alle loro famiglie e all’intero sistema scolastico”.

I rappresentanti regionali delle due federazioni Egidio Sosio (Fand) e Giovanni Pesce (Fish) insistono: “Siamo convinti che tutto il corpo docente debba essere formato sull’integrazione scolastica degli alunni in situazione di handicap e di disagio sociale, ma ora riteniamo drammaticamente prioritario affrontare la situazione della carenza di insegnanti di sostegno specializzati”.

Attualmente la formazione avviene attraverso specializzazioni all’interno dei corsi di laurea in formazione primaria e delle Scuole di istruzione superiore (Sis) oppure attraverso corsi di 800 ore organizzati dalle Università. “Nel corrente anno scolastico – scrive la stessa direttrice dell’ufficio scolastico regionale dell’Emilia Romagna, Lucrezia Stellacci – sono stati attivati a Bologna, Parma, Modena e Ferrara, corsi di 800 ore rivolti a 320 aspiranti al conseguimento del titolo di specializzazione, ma non potrà risolvere completamente il problema”.

Canevaro e le associazioni propongono al ministro un nuovo profilo giuridico dell’insegnante di sostegno che preveda l’obbligo di permanenza nella funzione di insegnante specializzato per 10 anni, la possibilità di operare la scelta oltre i 10 anni con un incentivo economico, la prevalenza della continuità didattica sulle logiche della graduatoria, la possibilità di usufruire di un tempo sabbatico per crescere nelle competenze specifiche. “C’è un problema di formazione, ma anche di stabilità da garantire – spiega il professor Canevaro - gli insegnanti di sostegno devono poter operare nella collegialità all’interno di una scuola non essere isolati nell’aula accanto”. “L’integrazione non funziona se assumiamo solo gli insegnanti specializzati ma non garantiamo il rispetto del limite di 25 bambini per classe e se siamo oppressi dai tagli”, fa notare Paola Gamberini dell’Unione italiana ciechi.

L’assessore Bastico annuncia la disponibilità a mettere risorse regionali per l’avvio di corsi di formazione. “Occorre rilanciare la presenza degli insegnanti di sostegno nell’organico funzionale delle scuole per garantire ancora di più la continuità didattica”, aggiunge. “Siamo arrivati – denuncia Giovanni Pesce – al caso limite di un alunno seguito da 26 insegnanti in un anno”. (iv)


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