breve di cronaca
Sul decreto legge per le gradautorie permanenti
On. Piera Capitelli - 06-04-2004
Comunicato stampa

Il Governo ha approvato un decreto legge per le graduatorie permanenti dei docenti, che prevede limitate e discutibili sanatorie per il conseguimento dell'abilitazione agli insegnanti di sostegno oltre che un inaccettabile e discriminatorio bonus per il servizio militare.
Il decreto elude il problema reale del precariato della scuola che é quello di introdurre un meccanismo automatico per l'assegnazione di tutti i posti vacanti. E' ciò che abbiamo proposto in Parlamento e che riproporremo nella conversione del decreto legge. Nominare a luglio 15 mila precari di fronte a 100.000 posti vacanti, come risultano dall'ultima relazione della Corte dei Conti sul Bilancio del Miur, significa riconfermare la scelta contenuta nella legge Moratti di riforma dei cicli e nelle ultime finanziarie e tradotta nel recente decreto sugli organici che taglia altri 5000 posti: ridimensionare drasticamente la scuola pubblica colpendo con l'organico dei docenti la qualità del servizio.
Su questo decreto si deve pronunciare il Parlamento e il generale dissenso che lo ha accolto nel Paese consente di rilanciare l'iniziativa di lotta e l'impegno per modificarlo durante l'iter di conversione.

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 Redazione    - 06-04-2004
FONTE: Sole 24 Ore - 3 aprile 2004

Ma il decreto scontenta tutti.

Confindustria: superare l'attuale meccanismo

ROMA • Un sistema che non funziona e che va cambiato in fretta. Un capitolo del rapporto Education che Confindustria presenterà il 20 aprile a Vicenza (si veda l’articolo a pagina 22) è dedicato proprio all’universo dei precari e al recluta mento dei docenti, oggetto del decreto legge di ieri. L’associazione degli imprenditori non risparmia le sue critiche all’attua le assetto.

«Gli ultimi dati forniti dal Ministero dell’istruzione indicano in 422.145 gli iscritti, definiti 'aspiranti all’insegnamento’, alle graduatorie permanenti provinciali per l’anno scolastico 2002/03» dice il documento. E rileva: «Tra gli iscritti alle graduatorie si trova anche un numero elevato di personale che è già dipendente a tempo indeterminato della scuola: 103.500 unità che aspirano a un cambiamento di sede. Restano circa 330.000 iscritti alle graduatorie (di cui 239.000, il 73%, senza alcun contratto con la scuola o con supplenze brevi)». Si tratta, continua Confindustria, «di un’imponente massa di persone, con un potere di pressione notevole, che ha tutto l’interesse che il meccanismo permanga così com’è, nella speranza di riuscire prima o poi a ottenere un posto stabile».

Anche perché, osserva il documento, «la permanenza per lungo tempo nelle graduatorie è resa più accettabile dalla possibilità di essere chiamati per supplenze temporanee, anche attraverso le graduatorie d’istituto, utilizzate per le supplenze brevi». Senza contare l’età media dei docenti: «L’età media degli iscritti alle graduatorie permanenti è decisamente elevata; nel periodo 2002/03, prendendo in considerazione solo i nuovi inclusi nelle graduatorie, ben il 32% ha un’età superiore ai 34 anni». E aggiunge Confindustria: «Il personale italiano è il più vecchio di tutti i Paesi censiti dall’Ocse, con una presenza di insegnanti con più di 40 anni di anzianità che raggiunge, nella scuola secondaria inferiore, il 95%, una percentuale molto più alta della media dei paesi, pari al 57%».

Le reazioni al decreto legge. Sul precariato «il Governo continua a muoversi con un pressappochismo inaccettabile», commenta il segretario generale della Cgil Scuola Enrico Panini, secondo il quale «il decreto ribadisce la precarizzazione delle condizioni e dei diritti di chi lavora nella scuola e facilita le assunzioni dei docenti su chiamata nominale da parte delle scuole. Scelte contro le quali risponderemo da subito con decisione e assieme alle altre organizzazioni».

Secondo Massimo di Menna, segretario generale della Uil Scuola, il decreto «mette ordine nelle graduatorie, ma non risolve il problema del precariato», mentre «occorre un piano pluriennale di assunzioni che elimini in modo graduale il problema». Per la Cisl scuola l’attribuzione di punteggi al servizio militare «è un vero e proprio attacco al principio della parità per le tantissime donne che aspirano a un impiego stabile», mentre Fedele Ricciato, segretario generale Snals, osserva che «al meno si è passati dalle aule giudiziarie alla certezza della norma» ma «si dovrà consentire — dice Ricciato — il conseguimento del titolo di accesso alle graduatorie a tutte le categorie di precari, nessuna esclusa».

Alessandro Ameli, coordina tore nazionale Gilda, giudica il provvedimento «una mezza misura» che «non offre soluzioni adeguate a una situazione piuttosto drammatica, nella quale permarranno iniquità e ingiustizie».

Critica anche l’opposizione: «Molti insegnanti dice Ma ria Chiara Acciarini (Ds) continueranno a stare sulla porta della scuola, senza un’effetti va soluzione della loro vicenda professionale».

AL.TR.