gp - 04-03-2004 |
“Una scuola che seleziona, distrugge la cultura. Ai poveri toglie il mezzo d'espressione; ai ricchi toglie le conoscenze delle cose. Il frutto della selezione è un frutto acerbo che non matura mai”. Questo scrive - in “Lettera ad una professoressa”, libro ormai dimenticato - Don Milani che aggiunge: “Stando accanto agli alunni “disagiati” ci si accorge che non sono ["cretini" - nota di gp]. E neppure svogliati. O perlomeno sentiamo che sarà un momento, che gli passerà, che ci deve essere un rimedio. Allora è più onesto dire che tutti i ragazzi nascono eguali e se in seguito non lo sono più, è colpa nostra rimediare. E' esattamente quello che dice la Costituzione quando parla di Gianni: è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza di cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana… Perché non c'è nulla che sia ingiusto quanto far le parti uguali tra diseguali. La scuola che perde Gianni non ha diritto a chiamarsi scuola”. Un’idea di scuola che uccide la passione e l’intelligenza – aggiungerei - , e che tratta i ragazzi e le ragazze come oggetti da inserire nel mercato del lavoro (perché è questa, purtroppo, la scuola che si va delineando) o, in subordine, dei, docili e facilmente manipolabili dalla pubblicità, “consumatori/utenti” è da rifiutare e contrastare. Con tutte le “armi” che – don Milani – riteneva eticamente corrette. La parola, lo sciopero e il voto |
annarita tiezzi - 07-03-2004 |
Eppure io credo che potrebbe essere più facile ed efficace seguire alunne ed alunni svantaggiati (o svogliati, lenti o non motivati) di quanto lo sia attualmente. Negli Istituti professionali per esempio (ma non solo lì) gli studenti più motivati sono i veri svantaggiati in quanto l'attenzione dell'insegnante è quasi esclusivamente dedita al mantenimento dell'ordine o alla ripetizione di spiegazioni ed esercizi per gli alunni disinteressati, indisciplinati o lenti. E' vero che dovremmo individualizzare l'insegnamento/apprendimento, ma non è assolutamente facile. Pertanto non demonizzerei l'idea dell'avanzamento de più capaci anche se andrebbe sostenuta da un progetto serio che contempli anche la possibilità per gli alunni di spostarsi da un corso all'altro. Pensiamo forse che la soluzione della bocciatura dei meno capaci sia soddisfacente?? |
paolo caregnato - 13-03-2004 |
con quei cocciuti dei loro compagni di banco che impiegano tre mesi ad acquisire quello che loro assimilano in cinque minuti........... e che danno un fastidio.... al 89% dei docenti....... |