ilaria ricciotti - 03-12-2003 |
Che cosa il campione abbia imparato dall'esperienza fatta con l' ex Ministro Berlinguer, non l'ho proprio capito! Molto probabilmente l'autonomia l'ha scambiata per libera concorrenza. Con una differenza però che l'autonomia voluta da Berlinguer presupponeva ingenti fondi per la scuola pubblica, mentre oggi la nostra scuola pubblica, con la controriforma in atto, diverrà la cenerentola delle scuole private. Questo forse il campione l'ha dimenticato? La scuola non è un mercato, e chi ci sta dentro non può essere bistrattato. Ciò che si propone oggi per la scuola, è anacronistico, fuori luogo e per gli alunni una "sola". |
Anna Pizzuti - 03-12-2003 |
Dice Campione: Per molte di queste funzioni non occorre probabilmente un concorso: si tratta semplicemente di assumere chi è necessario per organizzare l’offerta formativa e il piano didattico che la scuola ha deciso. Vediamo se ho capito bene questo campione di pensiero: il lavoro dell'insegnante deve essere parcellizzato (vetero-taylorismo: un pezzetto lo faccio io, un pezzetto tu, un pezzetto l'altro ancora, a catena) quindi bisogna assumere manodopera (a basso costo, sicuramente) in base all'offerta formativa della scuola: ma questa offerta chi la fa? La scuola. Ma chi è la scuola? Gli insegnanti? Il dirigente? Il consiglio d'amministrazione? Composto dalle famiglie? Ma ci rendiamo conto di quello che stiamo dicendo? Che poi, se questo campione ha deciso di diventare più realista del re (Bondi docet), dovrebbe anche essere più accorto. Se lo ricorda che nel documento del buonsenso ha tessuto le lodi dell'insegnante tutor? Quello che con una mano insegna, con l'altra fa cinquecento piani per alunno, con l'altra scrive il portfolio dettato dalle famiglie, con l'altra coordina, con l'altra orienta? Campione, in questo articolo, attribuisce ad un solo insegnante tutto quell'insieme di azioni che debbono scaturire dalla collegialità, dal consiglio di classe, quelle che dobbiamo, dovevamo, costruire insieme. Come scuola, maledizione. Come dobbiamo, dovevamo, fare in modo che i "progetti" altro non fossero che occasioni, attività, parti integranti del nostro fare scuola. Non un'aggiunta, un di più. Gran parte delle figure chiamate a svolgere una funzione docente di supporto possono e forse dovrebbero essere ricercate all’interno dell’offerta di personale qualificato anziché nelle graduatorie. Funzione docente di supporto. Ecco che si comincia a capire anche il senso delle proposte di legge sullo stato giuridico.Ma che cosa è "di supporto" nella scuola? Chi lo decide? Se sto in classe ad insegnare, da sola con i ragazzi, o se organizzo tre giornate di studio di tutte le quinte sul 16 ottobre del '43 insieme ai colleghi di storia e di diritto, quale è il momento alto e quello basso? Quale è il supporto?. E poi, questo personale qualificato, che "qualifica" dovrebbe avere diversa dalla mia? Io organizzo e chiamo qualcun altro ad eseguire, facendogli magari in P.I.P? A valle di tale cooperazione si colloca la possibilità di fare un periodo di tirocinio affiancando un docente “esperto” e l’organizzazione di laboratori, come luogo in cui progettare percorsi didattici e imparare a programmare in collaborazione con altri colleghi. E’ evidente che un percorso di questa natura conduce a un nuovo stato giuridico degli insegnanti.> Ma il "tirocinio" non è qualcosa che si fa per poi iniziare a svolgere la professione? O si prevedono tirocinanti a vita? Secondo campione pare proprio di sì. Altrimenti perchè accosterebbe a questa figura, l'esigenza del nuovo stato giuridico? Si rende conto, Campione, dei rischi che corre, lui che sta facendo ormai il tirocinante della Moratti? |
vincenti salvatore - 09-12-2003 |
Mi chiedo quale mestiere fa il Campione.Se è un giornalista non merita risposta perchè costoro sono tuttologi del niente:non sanno quasi mai nulla dei problemi inerenti i loro articoli che non sono mai frutto di una seria indagine ma esprimono opinioni di "moda". Se è un insegnante perchè fa ora il giornalista disertando dalla professione più bella ma anche la meno pagata.Se è un insegnante e fa anche il giornalista mi chiedo dove trova il tempo per fare bene ambedue professioni. In conclusionie:da quale pulpito viene la predica. |
pasquale sofi - 27-03-2008 |
solo oggi leggo questo articolo e mi conforta il fatto che qualcuno crede che la scuola italiana debba essere ridisegnata dalle sue fondamenta a partire sia dagli epistemi disciplinari, logori e ottocenteschi, che da una nuova definizione della funzione docente. Punto focale è la restituzione della scuola alla sua dimensione pedagogico didattica. Il dirigente scolastico deve tornare a fare il preside ovvero il leader didattico della scuola, guida dei docenti e responsabile della scuola con compiti di controllo degli stessi insegnanti anche con l'ausilio di un rinnovato corpo ispettivo. A sua volta deve essere controllato da un nucleo ispettivo. Si sta costruendo invece una figura di responsabile della scuola del tutto inutile come la nuova figura di ispettore configurata nell'ultimo bando di concorso |