L'apprendimento della stupidità nella cultura del danaro
Luciana Bohne - 28-11-2003
Si potrebbe ritenere che il tentativo di un professore d'inglese di una università di provincia per stabilire un legame tra le carenze d'insegnamento negli Stati Uniti e la credulità del pubblico statunitense sia cosa alquanto scontata, considerato che ci troviamo imbarcati nella prima avventura imperiale dichiarata dal capitalismo senescente degli Stati Uniti - ma vi prego di seguirmi. La questione che mi pongo, sulla base delle mie esperienze d'insegnante, è sapere perché questi giovani sono stati educati in una ignoranza tanto abissale.

"Io non leggo", dice una studentessa del primo anno, senza la benché minima preoccupazione. Non le viene in mente che all'università dichiarare di preferire di non leggere di solito, è come vantarsi nella vita normale di aver scelto di non respirare. Lei segue il mio corso di "Letteratura mondiale". Deve leggere romanzi di autori africani, latino-americani e asiatici. Non è lì per scelta: è un corso obbligatorio per ottenere il diploma ed è, lei pensa, più facile della filosofia.

Il romanzo che lei ha la disavventura di leggere è "D'amore e ombre" di Isabel Allende, ambientato nel terrore seguito al colpo di stato del regime di tipo nazista della giunta-Pinochet, tra il 1973 ed il 1989. Nessuno in classe, compresi quelli per i quali l'inglese è la materia principale, sa scrivere un saggio di analisi preciso, bisogna perciò che glielo insegni. Nessuno in classe sa dove sia il Cile, debbo perciò fotocopiare informazioni generali dalle guide sui paesi del mondo. Nessuno sa cos'è il socialismo o il fascismo, di conseguenza passo il tempo a scrivere definizioni assimilabili.

Nessuno di loro conosce "il mito della caverna" di Platone, perciò mi offro di spiegarlo poiché è impossibile comprendere il tema del romanzo senza una conoscenza di base di quel testo - che faceva parte delle letture obbligatorie qualche generazione addietro. Come nessuno nella classe ha mai sentito parlare dell'11 settembre 1973, il colpo di Stato sostenuto dalla CIA che ha messo termine alla matura democrazia del Cile. Lo choc è evidente quando distribuisco documenti declassificati statunitensi che provano la collusione degli USA con il colpo di Stato del generale e l'assassinio di Salvador Allende, presidente eletto.

La geografia, la storia, la filosofia e le scienze politiche, tutte sono assenti dai loro studi. Realizzo che i miei studenti sono di fatto degli oppressi come fa notare Paulo Freire ne "La pedagogia degli oppressi" e che essi pagano per la loro propria oppressione. Spiego loro allora pazientemente: No, il nostro governo non è stato amico della democrazia in Cile ; si, il nostro governo ha finanziato al contempo il colpo di Stato e il sistema della tortura della giunta; si, questo vale per tutta l'America latina.
Poi, uno studente chiede "Perché?". Allora, rispondo che la CIA e le corporations calpestano il mondo in parte a causa dell'ignoranza del popolo degli Stati Uniti, apparentemente provocata dall'istruzione formale, rafforzata dai media e acclamata da Hollywood. Più le persone leggono, meno sanno e più vengono indottrinate; in tal modo raggiungiamo quello stato nazionale di stupidità grazie al quale si sprofonda negli abissi del debito. Se non fosse tragico, ci sarebbe da ridere.

Nel frattempo, questa costosa stupidità facilita il finanziamento dell'opera sanguinaria delle squadre della morte, delle giunte e dei regimi del terrore all'estero. Essa ha permesso la guerra in cui ci troviamo impegnati - una guerra ingiusta, illegale, illogica e costosa che annuncia al mondo il fallimento della nostra intelligenza e, al tempo stesso, la debolezza strisciante del nostro sistema economico. Ogni uomo, donna e bambino ucciso da bombe, proiettili, fame o acqua inquinata è un assassinio e un crimine di guerra. E questo mette in rilievo l'incapacità dell'insegnamento statunitense a produrre cervelli attrezzati dello stretto necessario per la sopravvivenza democratica: l'analisi e la capacità di porre domande.

In altri termini, non penso che una seria istruzione sia possibile negli USA. Tutto ciò che voi trovate negli annali della conoscenza è nemico di questo sistema di commercio e profitto, fino a smarrirne le ragioni. La sola istruzione consentita è quella che si adatta allo status quo, come nelle scuole costose, o che produce persone in grado di conservare e rafforzare lo status quo, come nella scuola pubblica dove insegno. In maniera significativa, nella mia scuola, una università di terzo ordine, per la classe lavoratrice, con laureati in college di prima generazione impiegati nei servizi civili di basso livello, nell'istruzione e nella gestione di medio livello, le materie accademiche preferite sono la comunicazione, la giustizia criminale e il lavoro sociale - fondamentali per mistificare, inquadrare e sorvegliare le masse.

Questa istruzione rappresenta un enorme spreco delle risorse e del potenziale dei giovani. Essa è incredibilmente noiosa e priva di utilità - tranne per i poteri e gli interessi da cui dipendono. Quando uno studente ucraino, giunto qui da appena tre settimane, scrive in inglese il saggio meglio strutturato e più approfondito della classe, ci si deve porre qualche domanda sull'istruzione statunitense, in particolare per i nostri giovani.

Ma, lo stato di sfacelo cui è giunto l'insegnamento statunitense è al tempo stesso pianificato e perseguito. È la ragione per la quale i nostri media risultano così efficaci nelle loro menzogne. È perciò che il nostro segretario di Stato può essere plagiato da una tesi di un laureato (scritta otto anni prima), quando annuncia con sicurezza che questi dati rubati provengono dalle più aggiornate fonti di intelligenza. È perciò che il "Guernica" di Picasso può essere occultato nel corso del suo assurdo "rapporto" alle Nazioni Unite senza che nessuno rilevi il significato politico di quel gesto e la sensibilità fascista che protegge.

Il fascismo culturale si manifesta nella sua avversione al pensiero e all'affinamento della cultura. "Quando sento parlare di cultura, tiro fuori il mio revolver", diceva Goebbels.

Una delle riforme più infami e rivelatrici attuate dal regime Pinochet è stata la riforma dell'insegnamento.
L'obiettivo fondamentale era di mettere fine al ruolo dell'università quale fonte di critica sociale e di opposizione politica. I dipartimenti di filosofia, di scienze politiche e sociali, gli studi umanistici e le arti, aree di probabili discussioni politiche, sono stati smantellati. Si ordinò alle università di rilasciare diplomi solo in gestione commerciale, programmazione informatica, ingegneria, medecina generale e odontoiatria - in breve, scuole di addestramento professionale, quello a cui l'insegnamento statunitense in realtà più somiglia, almeno per quanto riguarda l'istruzione di massa. I nostri studenti possono ottenere il loro diploma senza aver mai appreso una lingua straniera, la filosofia, qualsivoglia elemento di scienza, musica o arte, storia, scienze politiche o economiche. Infatti, i nostri studenti imparano a vivere in una democrazia elettorale spogliata di ogni politica - un fatto ben rappresentato dal calo dei votanti nel corso di ogni elezione.

Il poeta Percy Bysshe Shelley ha scritto che, nella rapacità creata dalla rivoluzione industriale, le persone abbandonano dapprima le loro menti o la loro capacità di ragionare, quindi il loro cuore o la loro capacità di empatia, finché non restano dell'equipaggiamento originario umano che i soli loro sensi o le loro domande egoistiche di gratificazione. A questo punto, gli esseri umani entrano a far parte della categoria dei prodotti di consumo e dei consumatori di mercato - un elemento in più nel panorama commerciale. Senza cuore e senza mente, essi sono strumentalizzati a comprare tutto ciò che acquieti i loro sensi esigenti e impauriti - menzogne ufficiali, guerre immorali, bambole Barbie e insegnamenti fallimentari.

Di questi tempi, nel mio Stato, il governatore ha ordinato un taglio del 10% per tutti i ministeri - compreso quello dell'istruzione.


Luciana Bohne insegna cinema e letteratura all'Università Edinboro in Pennsylvania, USA.


L'articolo è tratto da Learning to Be Stupid in the Culture of Cash e tradotto in Vulgo.org
Ringraziamo Rolando A. Borzetti che ce lo segnala da
Edscuola




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 ilaria ricciotti    - 29-11-2003
Chi vuole l'ignoranza e gli ignoranti? La storia ce lo ha insegnato nel corso dei suoi secoli e millenni.