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Le chat s'expose
Emanuela Cerutti - 24-11-2003

Philippe Geluck è un artista non comune.
Nato nel 1954 a Bruxelles, il giorno successivo è già sui giornali per essere figlio del primo parto indolore in Europa.
Uomo di spettacolo e di penna,commediografo, disegnatore, scenografo, pubblica il suo primo cartone a 16 anni, dopo aver intrapreso un cammino artistico estremamente versatile.
Per l’occasione del matrimonio disegna partecipazioni nelle quali appare per la prima volta Le Chat.
Così quando Le Soir, quotidiano belga, gli domanda un personaggio per il giornale, Geluck non fa altro che riproporre lo “scarabocchio”: semplici forme geometriche che definiscono una figura da allora simbolo del Belgio, alla stregua del Manneken Pis o di Tintin. Si era nel 1983.



A vent’anni di distanza, la Scuola Nazionale Superiore delle Belle Arti di Parigi espone fino al 3 gennaio 2004 la produzione autentica di Geluck, collocata all’interno di giganteschi attrezzi del mestiere, circondati da altrettanto gigantesche tavole predisposte lungo le pareti della “cour vitrée”: il tutto condito da postazioni audio che riproducono alcune gag del Docteur G, che ogni domenica sera risponde su France2 ai quesiti di pazienti preoccupati.

E alla risata predispongono le custodi della mostra, che vi lasciano entrare a patto che vada tutto bene, condizione essenziale per godersi la visita.



Ma si tratta di una comicità sottile, che fa pensare e lascia in fondo un filo di inquietudine.
Come quando il grande gatto saggio dichiara che si suiciderà alla morte del proprio autore, o quando
ricorda che mamma gli ha tante volte raccomandato
di non giocare col cibo, e lui perde a carte con un furbo topolino.
Sottile e profonda, come nel pannello in cui, sdraiato sotto un cielo stellato pensa che gli hotel dei ricchi hanno al massimo cinque stelle, ma quelle dei poveri infinite. O amara, quando, davanti all'assunto per il Dio dona e riprende la vita, contesta: il donare è donare, ma il riprendere è rubare.



Il Gatto è un caso a parte nel mondo del panorama editoriale, come il suo autore è un’eccezione nel mondo dei libri, afferma l’editore Casterman: e l'esposizione , che dà modo di visionare le precedenti ed ulteriori produzioni creative di Geluck, la cui ironia sconfina talvolta nel macabro, ma resta sempre ad un altissimo livello simbolico, permette un bagno di originalità ed estro davvero non comuni.










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