ALCESTE AYROLDI - 22-06-2003 |
Nessuna novità. Siamo in pieno regime totalitario, siamo in presenza di un novello Narciso che distruggerà l'Italia senza alcun timore. Nessuno lo potrà fermare. Addio LIBERTA', d'ogni tipo. Oramai siamo tornati al triste passato. Che tristezza penasare che l'IGNORANZA degli italiani ha consentito tutto ciò. |
Susanna Aroldi - 23-06-2003 |
Mi auguro che il collega Mereghetti non insegni storia. Se infatti le sue parole d'ordine sono "genericità" e "libertà creativa" nel trattare un argomento con precise connotazioni temporali, geografiche e sociali, decenni di dibattito sulla storiografia come scienza sono passati invano. Almeno per lui e per (ahimè) i suoi studenti... |
Claudio Tugnoli - 24-06-2003 |
Condivido la pacatezza e il distacco critico di Mereghetti e anche le sue osservazioni (pur con alcune precisazioni), tranne l'ultima. L'esame di stato condotto dagli stessi insegnanti dei candidati non ha molta ragion d'essere, infatti ciascun insegnante tenderà a confermare la valutazione già data nel corso dell'ultimo anno. Le prove dell'esame di stato possono tuttavia conservare, anche così, una preziosa funzione di tirocinio e di addestramento a sostenere le prove di concorso e di selezione di ogni genere che gli stessi studenti, nella loro carriera successiva, dovranno affrontare. Ma solo se si svolgono in modo ineccepibile sul piano procedurale e sono condotte con severità inesorabile in relazione a obblighi e divieti. Del resto, possono esigere e ottenere senza sforzo un comportamento ispirato al rigore più assoluto solo quei docenti che hanno svolto il loro lavoro senza risparmiarsi, con metodo e competenza. Siamo così ritornati al punto di Archimede della scuola: quella professionalità docente la cui valorizzazione diretta si continua a eludere con le "figure di sistema e di obiettivo", le quali tuttavia non rispondono all'esigenza ineludibile di riconoscere, valutare e compensare la capacità di lavoro e il livello qualitativo dell'attività didattica di ciascun docente. Gli indicatori più attendibili del livello scientifico del docente sono: le pubblicazioni su argomenti specifici (siano saggi o articoli), la conoscenza attiva e passiva delle lingue di comunicazione e di cultura, l'acquisizione dei titoli superiori alla laurea (perfezionamento, dottorato di ricerca, idoneità a professore associato, ecc.), le competenze informatiche, le competenze relazionali, le competenze nella gestione dei conflitti tra i diversi soggetti interagenti nell'universo scolastico. Bisogna individuare le modalità di estimazione di questi indicatori per ciascun docente, anche se non è facile, bisogna ammetterlo; l'alternativa però è una fuga dalla scuola proprio degli elementi migliori o di un loro progressivo disimpegno dovuto a occupazioni parallele esterne. Sono osservazioni di uno che vive fuori dal mondo? |