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«Siamo tre milioni contro la guerra»
Corriere della Sera - 15-02-2003
ROMA - Secondo le ultime stime sono tre milioni le persone che stanno partecipando al corteo per la pace a Roma. La cifra è stata fornita dagli organizzatori della manifestazione.

LA QUESTURA - Il corteo sfilacciato che si perde per le mille strade della Capitale non permette una stima attendibile dei partecipanti alla manifestazione per la pace in corso a Roma. A sostenerlo è la Questura di Roma che non interviene dunque sulla stima degli organizzatori che hanno quantificato in tre milioni i cittadini in corteo. La manifestazione, infatti, come ribadisce la questura non segue solo il percorso fissato. Sono tanti infatti i manifestanti che cercano di raggiungere San Giovanni percorrendo altre strade.

STRADE BLOCCATE - Sono letteralmente invase dai manifestanti le strade che portano verso piazza San Giovanni dove si concluderà l'enorme manifestazione pacifista. Da santa Maria Maggiore a circa un chilometro dal palco si cammina molto lentamente perchè la strada è letteralmente intasata dai manifestanti. Stesso discorso su via Merulana occupata in ogni parte dall'enorme folla. Problemi di «traffico pedonale» soprattutto a piazza San Giovanni dove i tantissimi manifestanti che l'hanno già raggiunta, con difficoltà riescono a spostarsi perchè si procede a piccoli passi.

D'ALEMA - «La vergogna di questa giornata per la Rai è indimenticabile». Così Massimo D'Alema mentre sfila nel serpentone pacifista che attraversa Roma commenta la decisione dell'ente radio televisivo pubblico di non trasmettere la diretta della manifestazione. «Il fatto che quel moncherino di consiglio di amministrazione - osserva il presidente dei Ds - si sia impegnato a litigare sulla D'Eusanio, mentre il mondo è sull'orlo della guerra non è un problema di destra o di sinistra ma di un'azienda che ha perso i contatti con il mondo».

FINI - «Dopo le manifestazioni la pace non è purtroppo più vicina. Anzi». Questo il commento del vicepresidente del Consiglio Gianfranco Fini sul corteo pacifista di Roma. «L'antiamericanismo ideologico e il pacifismo totalitario, ad ogni costo, compresa l'ignavia di fronte al terrorismo - aggiunge Fini - certo riempiono le piazze di arcobaleni e bandiere rosse, ma ancor più certamente non indurranno Saddam a disarmare».

LO STRISCIONE - Il corteo per la pace è partito alle 11 e 40. Ad aprire la manifestazione è il grande striscione unitario «No alla guerra senza se e senza ma. Fermiamo la guerra all'Iraq». «Questa non è una manifestazione di testimonianza, questo corteo può fermare veramente la guerra». È più di un auspicio, è una certezza, quella di Vittorio Agnoletto, che si trova in testa al corteo pronto a partire dal Circo Massimo. «Faccio un appello a tutta l'opposizione affinché presenti una mozione che dica chiaramente che non una base, non un'infrastruttura devono essere concesse a chi vuole fare la guerra».

RESPONSABILITA' - «Questo è il momento, - ha detto Agnoletto - visto che si parla di vita o di morte, in cui ognuno deve prendersi le proprie responsabilità. Ponzio Pilato ha combinato solo disastri». Agnoletto ha anche annunciato «azioni per impedire concretamente il conflitto come il boicottaggio della Esso, la compagnia che detiene il 18% del mercato petrolifero italiano. La Esso inoltre è la principale compagnia che sta facendo pressioni su Bush a favore del conflitto». Infine ha fatto una riflessione sul ruolo dell'Onu. «Se l'Onu - ha detto - dovesse accettare il ricatto degli Stati Uniti, sancirebbe la sua fine. A chi nel governo e fuori si appella all'Onu va il mio invito ad un voto secondo coscienza. Perché noi siamo contro la guerra senza se e senza ma, ma siamo anche contro la dittatura in Iraq».
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