breve di cronaca
Antrace, scuola chiusa a Napoli
La Repubblica (cronaca di Napoli) - 24-10-2001
Antrace, scuola chiusa

E scatta il piano: silenzio stampa, sentinelle ai radar
La psicosi dilaga in città per i falsi allarmi: dopo quello dell'istituto Puoti vertice in Prefettura

di PAOLO RUSSO

L'allarme antrace chiude una scuola. Con la solita lettera piena di «polverina bianca» si allunga la catena della paura in una città che ha sempre meno dubbi sull'inopportuna goliardia dei mittenti, ma intanto reagisce ai bluff alzando sempre di più il livello di guardia. Stop alle lezioni ieri per i 750 studenti (130 docenti) dell'istituto tecnico industriale di via San Domenico al Vomero. Cancelli sbarrati da un cartello (Zona Disinfettata), e da una lettera che il giorno prima, lunedì, era sbucata in direzione. Si è parlato anche di questo, ieri mattina durante il comitato per l'ordine e la sicurezza in prefettura. Di quello che viene considerato il rischio peggiore: la psicosi antrace. Così, tutti i partecipanti al tavolo presieduto dal prefetto Carlo Ferrigno sono stati vincolati alla «assoluta segretezza». Nessuna fuga di notizie su buste sospette, casi di antrace o altri allarmi che potrebbero far chiudere scuole e uffici. Casi che potrebbero far crescere la tensione fino a rendere invivibile la città.
La novità della riunione top secret di ieri riguarda l'atteso arrivo dell'esercito, la richiesta dei circa 400 uomini da parte della prefettura. Beh, è emerso ieri che l'esercito arriverà a giorni, ma non a Napoli. Nessuno vedrà i soldati davanti Palazzo Reale o agli obiettivi militari. L'esercito avrà invece come obiettivi zone isolate, lontano dal centro: antenne radar e antenne radio, acquedotti, centrali elettriche. Le sentinelle saranno 80 per ogni obiettivo, 21 per ogni turno. Altra decisione: porto blindato da polizia ma anche da Capitaneria di porto. Per entrare ci vorrà il permesso. Blindati anche aeroporto militare e civile. La mappa degli obiettivi viene dunque modificata ancora una volta prima dell'arrivo dei soldati.
E intanto altri allarmi (a parte la finta bomba segnalata proprio ieri pomeriggio davanti alla prefettura). Sette le «buste sospette» spedite all'istituto specializzato di Foggia per analisi nella giornata di lunedì. Nessuna ieri, anzi centinaia. In almeno tre uffici postali, l'allarme è scattato all'arrivo dei sacchi postali. Erano pieni di corrispondenza, ed erano «cosparsi di polvere» all'esterno quanto basta per essere spediti, dopo un passaggio in autoclave, direttamente a Foggia. Falsi allarmi? Ogni singolo episodio, seppure palesemente goliardico, non viene sottovalutato. Per questo ieri non sono entrati a scuola gli studenti dell'Itis del Vomero: «per precauzione» tutti i locali dell'istituto sono stati «disinfettati». Lunedì alle 11,30, un fattorino aveva prelevato la posta all'ufficio di piazza degli Artisti e l'aveva recapitata alla direzione scolastica, nelle mani del preside Basilio Puoti. Aprendo la corrispondenza il dirigente scolastico si è accorto che una lettera conteneva della polvere e un messaggio, una minaccia agli italiani che «aiutano l'America». Il preside chiama la polizia. Gli agenti de commissariato di Fuorigrotta utilizzano i guanti di gomma utilizzati di solito dagli inserviente (gli unici disponibili) per una prima verifica del contenuto. Le lezioni intanto continuano regolarmente. Poi arrivano i tecnici dell'Asl, la lettera viene portata via, la scuola chiusa. Ieri niente lezioni, «ma gli studenti lo hanno saputo solo all'ingresso» spiega Gennaro Capodanno, presidente del Comitato dei Valori Collinari, che in questo istituto insegna Fisica e Laboratorio. «Chiediamo alle autorità maggiore attenzione proprio per le scuole», dice Capodanno, «perché appaiono strutture oggi vulnerabili».
E cresce il livello di attenzione. La taskforce regionale guidata dal dottor Claudio Clini presenterà oggi all'assessore alla sanità Teresa Armato i protocolli (una serie di schede all'americana) che saranno distribuiti agli operatori sanitari del 118 e dei pronto soccorso, sui comportamenti da tenere in «caso di attacchi biologici e chimici».
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 Filippo Ottone    - 28-10-2001
E se trovavano un chilo di cozze pescate nel golfo di Napoli ? Cosa facevano ? Chiudeva la scuola per un mese ?
Questo tipo di commento serve a far sapere ai terroristi che non ci terrorizziamo e ai nostri governanti che il cervello in frigorifero non ce l'abbiamo ancora messo.