Lettera al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella
Cosimo De Nitto, Vincenzo Pascuzzi - 13-02-2015
Per una riforma condivisa della scuola

Gentile Presidente,

esattamente un anno fa, il Governo appena costituito dichiarò: "La scuola è la priorità, poi riforme economiche e giustizia".
Sei mesi dopo Matteo Renzi presentò - con un video messaggio - l'ormai ben noto progetto di riforma "La Buona Scuola" rassicurando "non calo la riforma dall'alto, ma propongo un anno di discussione insieme".
La discussione è durata due soli mesi, ma la cosa importante è che la riforma governativa è stata bocciata dalla consultazione on-line e off-line. Di conseguenza appare grave e incomprensibile l'intenzione del governo di ignorare il verdetto negativo e di procedere ugualmente, senza apportare modifiche e solo per rispettare tempi e scadenze scelte da se stesso.
In realtà l'annunciato e ribadito ricorso a un decreto-legge per approvare la riforma non può rientrare fra i "casi straordinari di necessità e d'urgenza" (Cost. art. 77, c. 2). Necessità e urgenza risultano improprie (il tempo c'è stato e c'è ancora!), finalizzate non tanto ai problemi da risolvere, quanto a far accettare, per puntiglio e pretestuosamente, le scelte governative pur bocciate dal mondo della scuola.
Inoltre, dal punto di vista legislativo e politico, la situazione è paradossale. "La Buona Scuola" ha seguito finora un percorso extra-parlamentare: presentata con un video-messaggio, senza passare dal Consiglio dei Ministri, poi ha attraversato una consultazione on-line informale e con modalità e aspetti in parte non noti, né verificabili, vorrebbe usare il decreto-legge come un veloce shuttle-bus per attraversare Camera e Senato e senza nemmeno poter escludere il ricorso finale al voto di fiducia!
Non riteniamo di entrare nei contenuti della riforma e nemmeno nella situazione sulla quale pretende di operare. Basta il riferimento all'inchiesta di Riccardo Iacona su "Presa Diretta" dell'8 febbraio scorso e alle polemiche e agli strascichi in corso.
È forte la preoccupazione che la situazione della Scuola, settore complesso e che necessita di tempi distesi e di consensi reali, convinti e diffusi, possa peggiorare invece di migliorare con riforme che appaiono frettolose, semplicistiche, di sola facciata e non sono condivise dal mondo della scuola cioè da chi in essa - scuola - opera, vive e la conosce davvero.
Questo, in sintesi, il nostro punto di vista che vogliamo sottolineare e porre alla Sua attenzione.

Con i nostri migliori saluti,

Cosimo De Nitto
Vincenzo Pascuzzi

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 Patregnani Pierluigi    - 15-02-2015
D'accordo su tutto, ma penso sia doveroso e necessario ribadire, anche e soprattutto, che si debba assolutamente EVITARE che il filo conduttore della "eventuale" riforma siano l'aspetto economico e/o la visione di "partito". Infatti né l'uno né l'altra sono figli del BENE COMUNE e tanto meno della DEMOCRAZIA (ormai serviti da pochi).

Ma vediamo bene ogni giorno quanto quegli uomini e quelle donne dai principi bellissimi e dalle idealità alte (ma non mi sembra che tutti ne posseggano) fatichino ad essere coerenti: sembra quasi che entrare in certi palazzi equivalga a una "conversione", ovviamente mirante al basso e cioè a scadenti compromessi partitici e non politici.
Sembra quasi che essere rappresentanti di un popolo trasformi le persone da sostenitori e difensori di sani principi a persone egoistiche e cieche, capaci di insultarsi ed aggredirsi anche fisicamente in quello che dovrebbe essere il tempio laico dell'umanità.
A queste condizioni... quali speranze di cambiamento ci vengono lasciate? Anche la speranza di un mondo migliore vorranno toglierci i nostri politici (strettamente legati a tutti quegli alti dirigenti per i quali comandare equivale solo a guadagnare tanto, troppo, rispetto a ciò che si offre!!)?

Sconsolato, ma mai arreso, continuo, nonostante tutto, a far scuola!

E domani me ne torno in classe dai miei bambini a parlar loro della giustizia, della libertà e della pace come conquiste grandi e belle... come se fossero a due centimetri da loro!
Chissà se venderò loro solo illusioni???

E allora farò bene a continuare a parlargli di democrazia e libertà?
O farei meglio a parlare di Isis, di intolleranza, di prepotenza e furbizia politici o armata, come soluzione dei conflitti personali, locali e/o mondiali??

Non ho dubbi sulla risposta, volevo solo provocare un po'!

Buona scuola a tutti.
gigi

 Stefano De Stefano    - 15-02-2015
C'è una sola questione che rientra fra i "casi straordinari di necessità e d'urgenza" (Cost. art. 77, c. 2) ed è lo stipendio dei lavoratori della scuola, a livelli di quarto mondo!