tam tam |  botta e risposta  |
GLI INDOEUROPEI
BOTTA E RISPOSTA
Otto domande (e otto risposte da scoprire!) su temi e tematiche culturali.
***********************************************************



GLI INDOEUROPEI


Chi erano gli Indoeuropei?
[ risposta ]
Quando parliamo di “Indoeuropei”, parliamo di una popolazione che ha avuto in comune cultura, religione, etnia, lingua e che, tra il 4500 e il II-I millennio a.C., a ondate successive, avrebbe colonizzato gran parte dell\'Asia centro-meridionale e dell\'Europa.
Molti studiosi ritengono che la sede primitiva degli indoeuropei si trovasse nelle pianure della Russia meridionale, e che a questo popolo possa essere ricondotta la cultura dei kurgan, fiorente in quei territori fra il 5000 e il 3000 a.C.
Da lì, in seguito, gli indoeuropei si sarebbero mossi verso l\'India e l\'Asia e verso ovest, in Europa.

Quali sono stati gli studi che hanno “scoperto” l’esistenza del popolo Indoeuropeo?
[ risposta ]
L’avere avuto in comune linguaggio ed idee e quindi una “unità di origine” dei popoli Indoeuropei fu messo in luce durante il secolo XIX dalle scienze moderne.
Fu per prima la linguistica, attraverso la filologia comparata, che lo dimostrò. In seguito tale disciplina riuscì a stabilire con sufficiente probabilità, l’ordine e la successione delle diverse migrazioni dei popoli Indo-Europei.
Alla filologia si aggiunse poi la mitologia, per dare un nuovo e potente impulso alle teorie sulle origini storiche dei popoli Indoeuropei. Nelle culture delle varie stirpi Indoeuropee si ritrovano dispersi, dove più dove meno alterati, miti, leggende, simboli che si collegano ad una fonte comune, ad un semplice concetto primitivo da cui derivarono.
Quali sono stati gli spostamenti che compirono gli Indoeuropei?
[ risposta ]
Gli Indoeuropei dall’Europa centrale e orientale si spostarono un po’ in tutte le direzioni.
Tre furono le loro ondate migratorie.
Con la prima che avvenne verso il 2000 a.C. si spinsero a sud gli Ittiti e i Greci. Gli Ittiti fondarono un grande impero nell’Asia Minore. I Greci a più riprese si diffusero nei territori estremi della penisola balcanica e nelle isole del mare Egeo.
Nella seconda ondata alcuni altri gruppi di Indoeuropei si spinsero verso l’India e la Persia. Da questi si formarono i popoli Indiani, Medi e Persiani.
La terza ondata di popoli Indoeuropei oltrepassò il Reno e il Danubio, per dirigersi nell’Europa occidentale e meridionale. In questa direzione si mossero i Veneti, i Latini, gli Osco-Umbri, gli Illiri, i Celti.
Altre famiglie di asiatici, gli Uralici ( Ungheresi, Finlandesi, Lapponi e altri popoli) e gli Altaici
( Kirghisi, Kazachi, Tartari, Turchi, e gli antenati dei Bulgari ) si sono sparsi in Europa attraversando le grandi pianure della Russia.
Quali erano le caratteristiche principali degli indoeuropei?
[ risposta ]
Una delle teorie più accreditate vuole che la culla del “popolo originario” si trovi tra il Basso Volga, il Mar Caspio, il Lago d’Aral e l’alto Jenisej. Questo antico popolo nostro antenato visse nelle steppe e nelle foreste russe. Erano di aspetto chiaro per motivi ambientali: se ne erano stati qualche millennio sotto le cupe cappe delle foreste ad un sole debole, a climi molto freddi.
Grosso modo avevano le seguenti caratteristiche comuni.
Un’articolazione sociale della società divisa in tre categorie: guerrieri, preti, lavoratori (in quest’ultima confluiscono i più deboli e gli appartenenti ai popoli vinti).
L’uso dell’ascia in ferro e del carro da combattimento.
L’abbandono del matriarcato di tipo mediterraneo nei territori occupati e la sua sostituzione con il sistema patriarcale.
Il culto degli agenti atmosferici, del cielo, della luna, del sole, degli alberi, dei boschi. Si noti la similitudine tra la parola devas (Dio) in sanscrito, Zeus in greco, Dieaus in antico indoeuropeo e Juppiter (Dyeaus-Pitar) in latino. Il ruolo di queste divinità è il medesimo: esse sono preposte al dominio più alto e più importante: il clima. Tanto per fare un esempio, la massima divinità tra gli Hittiti era il dio Hattico delle Tempeste, in Grecia c’è Zeus e tra i Germani vi era Wotan, il dio della luce e del tuono.
Per ultimo, le assonanze linguistiche indicano che nel 2200 circa a.C. la lingua era una sola.
Che cosa si intende per lingue indoeuropee?
[ risposta ]
Una famiglia di lingue con caratteri fonetici, morfologici, sintattici e lessicale analoghi, che derivano da un’unica fonte preistorica, detta appunto Indoeuropeo. Oggi è concepito come un insieme di dialetti con caratteri affini, originari o in parte acquisiti lungo un processo di contatti preistorici o protostorici fra parlate anche diverse.
Quali e quante sono le lingue indoeuropee?
[ risposta ]
Le lingue indoeuropee sono il gruppo di lingue (famiglia, secondo la classificazione delle lingue) più diffuso nel mondo, parlato attualmente da più di un miliardo e mezzo di persone.
Fanno parte della famiglia indoeuropea le lingue celtiche, germaniche, italiche (fra cui il latino, e da questo le lingue romanze), slave, baltiche, indoiraniche, più una serie di lingue isolate fra cui il greco, l\'albanese e l\'armeno, e due sottogruppi oggi estinti, le lingue anatoliche (tra cui l\'ittita) e il tocarico, parlato un tempo nel Turkestan cinese. L\'estensione primaria di queste lingue copre quasi tutta l\'Europa, e con l\'India buona parte dell\'Asia; dopo le scoperte geografiche, le lingue indoeuropee si sono espanse in tutti i continenti.
Quali sono i tratti comuni delle lingue indoeuropee?
[ risposta ]
Un certo numero di termini comuni indica che l\'allevamento del bestiame era la più importante delle occupazioni fra le popolazioni Proto-Indoeurope. Voci lessicali come: cavalli, bestiami, maiali, capre erano conosciuti ed usati. Altrettanto importanti e numerosi sono i termini che hanno a che fare con l\'agricoltura. Gli studiosi ritengono che la terra d’origine degli Indoeropei sia stata montagnosa, infatti, in tutte le lingue Indoeuropee vi è un considerevole numero di termini atti a definire le montagne e le colline. Fra i nomi delle piante, degli alberi e degli animali usati da queste popolazioni si trovano sia tipi propri europei che tipi che si possono trovare solo nel medio oriente. Troviamo citati fra gli alberi la betulla, la quercia, il faggio; fra gli animali il leone, l’orso, il lupo, lo sciacallo, la volpe, l’alce, il serpente, il topo, il castoro; tra gli uccelli, l’aquila, l’oca e la gru.
Le lingue indoeuropee sono flessive, con declinazione nominale, e sistema verbale articolati.
Qual è una possibile conclusione sugli Indoeuropei?
[ risposta ]
Una conclusione possibile potrebbe essere questa. Nel periodo che va dal 2000 al 500 a.C. l’Europa fu attraversata da un profondo cambiamento di popolazioni e di lingue a causa dell’avanzata degli Indoeuropei, i quali si spostarono da est verso ovest e verso sud.
Qualche secolo dopo, i Romani che erano un piccolo gruppo di originari Indoeuropei, in qualche modo continuarono quei movimenti.

  discussione chiusa  condividi pdf

 sergio carpani    - 15-02-2004
le lingue finlandesi e le ungheresi (da cui derivano) non sono indoeuropee!

 patrizia cavallo    - 07-04-2004
gentili signori,

possiamo pensare che gli antichi kurgan
siano stati antenati del moderno popolo di Albania?

 Franco Diana    - 12-05-2004
Complimenti! Essenziali ma corrette le informazioni riportate. Si potrebbero aggiungere ulteriori dati sulla mitologia comparata e forse anche fare il nome di qualcuno degli studiosi che hanno dato un contributo fondamentale alla definizione della cultura (o "ideologia" ) degli Indoeuropei; che ne diresti di Benveniste e Dumézil? Credo inoltre sia possibile ipotizzare una datazione più alta (rispetto al 5000 a.C.) per la formazione di una "patria originaria" degli Indoeuropei e, forse, anche migrazioni precedenti al 2000 a.C.

 mario donadio    - 24-05-2004
Sono molto interessato all'articolo. le cui conclusioni credo veritiere.
Tuttavia non sono riuscito ad avere accesso a più dettagliate informazioni e soltanto sporadicamente ho
avuto modo di leggere qualcosa sll'argomento.
Sarei molto grato se potessi avere degli imput

 Angela    - 19-06-2004
Quindi,scusate la mia grande ignoranza...gli indoeuropei hanno origine distinta dalle popolazioni africane? la culla della vita umana non fu' l'Africa?

 Jonathon    - 04-08-2004
L'Indoeuropeo?
Sì, sono l'esperto delle antiche radici
introdotte al latino ed altre lingue,
ma noi non conosciamo e né sappiamo
ancora le tavole rupestri della quale scrivevano.

 Ettore Benhadji    - 04-08-2004
Accidenti!
è difficile sapere che dalla fine dell'homo sapiens,
il primo uomo fu nascere in Africa e migra verso gli Urali?
Perché?
ma gli indoeuropei hanno due razze:
uno è nordico e l'altro ariano, invece l'africano
parlasse la nostra lingua?
Ma questo è una serie di separazioni!

 paolo riccucci    - 28-09-2004
Se parliamo di comune cultura indoeuropea, secondo me, non si deve risalire fino al periodo in cui queste popolazioni erano stanziate nelle pianure della russia, ma andare oltre, prima perciò che queste popolazioni arrivassero nelle pianure russe.
Già in quel periodo era avvenuta una differenziazione delle lingue, (nordiche, celtiche, latine, e possiamo anche includere lingue venetiche [che, anche se poco considerate, da ultimi studi e ricerche, potrebbero rappresentare una delle primordiali lingue capostipiti;
nelle lingue venetiche sono comprese anche le lingue slave, in primis la lingua madre delle popolazioni della slovenia, le altre l. slave sarebbero successive di qualche millennio]).
Più credibile: la lingua indoeuropea, ebbe il suo inizio nelle zone del Caucaso, odierno mar Nero, Asia Minore (Tauri-Turchia).
Dobbiamo ricordare che durante il periodo dell'ultima glaciazione, la calotta polare copriva tutta la russia sin all'altezza delle nostre alpi e parte della pianura.
Una civiltà organizzata strutturalmente, che potesse trasmettere nei millenni una lingua ed una cultura, doveva essere composta da numerosi agglomerati che fossero composti numerosi individui organizzati, questo non poteva certo avvenire nelle steppe russe, coperte da una calotta di ghiaccio; più facilmente una civiltà agricola e quindi necessitante di un'organizzazione poteva nascere là dove le condizioni climatiche erano più favorevoli. Successivamente con il ritiro dei ghiacci le società agricole stanziali, ebbero a disposizione enormi distese di steppe, trasformandosi esse stesse da società agricole a società pastorali e di cacciatori, facendo quindi il cammino inverso da societa pastorali e di cacciatori a società aglicole, però con nel loro bagaglio culturale tutte le innovazioni e l'evoluzione che era stata permessa da una società organizzata come quella agricola.

 paolo riccucci    - 29-09-2004
Risposta a:
S. Carpani 15.02.04

Molto probabilmente, anzi, è quasi certo.
le lingue ugro-finniche fanno parte di un altro ceppo linguistico come la lingua basca.
Sapere se erano preesistenti all'indoeuropeo o siano gruppi di popolazioni infiltratesi nell'area nessuno sino ad oggi è riuscito con certezza a dirlo, questo per le ugro-finniche.
Per quanto riguarda la lingua basca, data l'ubicazione geografica, a fronte dell'espansione dell'indoeuropeo che parte in europa dalle steppe russe, è difficile ipotizzare di una popolazione migrante, tenendo conto dei tempi di percorrenza che ha un popolo nel migrare(periodo che può tranquillamente superare qualche secolo), che lo stesso possa conservare una lingua che non ha nessuna attinenza conle lingue parlate dai popoli delle regioni attraversate.
Per fare un collegamento: la popolazione dei tocari.
Abitante in una zona da millenni colonizzata dagli asiatici, sono state ritrovate persone mummificate dal clima secco del deserto, ebbene queste mummie erano di genti bionde indoeuropee abitanti in un'area asiatica. e popolazioni odierne ivi ubicate hanno caratteri misti sino-europei.

 paolo riccucci    - 29-09-2004
A patrizia cavallo
07-04-2004

Perchè i kurgan dovrebbero aver prodotto solo la popolazione d'Albania??

 paolo riccucci    - 29-09-2004
Risposta a:
Franco Diana
12-05-2004

Attualmente anche se con ritrovamenti sporadici, (stazione preistorica sul Danubio, non lontano dalla foce, a Katal Kuiuk in anatolia), si parla di 5/6.000 anni.
Ma quella in analolia era già una città organizzata.
Si potrebbe arrivare a 7/8.000 anni fa.

 paolo riccucci    - 29-09-2004
Risposta a:
Angela
19-06-2004

La culla della vita umana, come tu dici, non fu l'Africa?
Anche questa è un'ipotesi.
Forse ti riferisci al ritrovamento dello scheletro di un ominide chiamato "Lucy".
Certo quello è il reperto umano più antico che sia mai stato trovato.
Comunque non si puo considerarlo uomo, ma ominide, peraltro il più simile a noi che sia mai stato trovato.
Prendi l'uomo di Neanderthal, certo più recente di Lucy, quest'uomo di cui sono stati ritrovati anche manufatti dallo stesso costruiti, si è estinto, non si è trasformato, mutato o se vuoi, evoluto nell'homo sapiens sapiens, era geneticamente differente da noi.
un'altro ramo evolutivo.
Lo stesso è Lucy.
Tra Lucy e l'uomo indoeuropeo, non manca un qualche anello della catena evolutiva, manca l'intera catena.
Allo stato attuale, le conoscenze scientifiche dicono, anzi direbbero, che gli indoeuropei nonostante il nome provengano dall'asia.
Ma potrebbero(!!!!) anche provenire dall'Africa.
Molto spesso nell'archeologia e nell'antropologia le "certezze scientifiche" sono date da ipotesi espresse in un certo periodo storico dai più o meno eminenti scienziati di quel periodo, a fronte di determinati ritrovamenti.
Le stesse ipotesi vengono poi scritte, trascritte e riscritte su libri di storia, nei libri scolastici e via dicendo. E questo contribuisce a fare dell'ipotesi certezza. Come si suol dire: Vox populi, vox dei.......
salvo poi fare nuove scoperte, che affossano le precedenti ipotesi.
Un colpo di spugna e via, si riparte con le nuove ipotesi. Certo però con qualche conoscenza in più di prima.



 Gianni Canu    - 16-10-2004
qui si continua a parlare di lingua indoeuropea, la lingua suddetta non esiste è sicuramente un abbaglio del romanticismo tedesco; il famoso (das Berumte Indogermanisch) indogermanico. Cercate invece di guardare alla lingua Sumera e Accadica e troverete delle cose strabilianti, delle mirabilie.Cercate di ragionare sulla radice Ar, che si trova dalla Spagna alla Scandinavia dai balcani all'Asia minore passando per la Mesopotamia e tutta L'Africa del Nord centrando la Sardegna. Per non parlare della radice Dn. Ellum, in Sumero vuol dire luminoso, prendete la parola tedesca ( Hell ) o la radice di lum-inoso ( lum ), la parola lume, il lume illumina Hell = luminoso. Ciao Gianni, Sardegna, ( a tottus eyha Schardana ). Mi faro´sentire ancora.

 Franco Carassi    - 27-10-2004
Non ho compreso se presso questi popoli fosse presente il sentimento della Ludra, in che misura e se esso influisse sulla cosiddetta tripartizione funzionale di cui si legge spesso.

D'altra parte non ho trovato documenti soddisfacenti facendo numerose ricerche anche in lingue straniere, e la cosa mi interessa per un mio studio personale che è di prossima pubblicazione.

Vi sarò pertanto molto grato se mi vorrete aiutare, e con l'occasione Vi saluto con amicizia e stima.

 Irma    - 19-11-2004
grazie mi avete aiutatato per l'interrogazione XD

 Gigiotto l'animale    - 09-01-2005
Va bene, ma quali erano le altre popolazioni oltre agli Indoeuropei?

 marcello tarunio    - 09-01-2005
Ma si può sapere che cos'è Ludra? Che significa? Ho cercato su internet e non si trova niente!

 Federico    - 09-02-2005
Complimenti per le informazioni, mi piacerebbe trovare materiale informativo sul rapporto che intercorreva tra questi popoli e la ludra comunemente intesa nella sua accezione.

 Ettore Dragani    - 11-02-2005
Tutto sembrerebbe lasciar pensare a una originaria unità culturale dei popoli fra europa e India. Ma gli indoeuropei o ariani erano una unità anche genetica, o un gruppo di stirpi con la stessa cultura? E gli studi su questi popoli, detti anche arya o ariani, nonostante sembrano poggiare su fondamenta solide, non sono stati ostracizzati per ragioni ideologiche a causa dell'uso che ne fece il nazismo? E la cultura di Hallstatt potrebbe essere considerata una originaria unità europea ariana?

 Alberto    - 07-04-2005
Segnalo il sito di studi indoeuropei http://www.centrostudilaruna.it
Saluti.

 Francesco Pisciottu    - 15-04-2005
La patria d'origine degli indoeuropei è da ricercare nll'area baltico-scandinava, essendo le steppe russe solo il punto di snodo dei flussi migratori. Da un' area in principio ristretta all'Europa settentrionale si sparsero in tutte le direzioni attraverso l'Eurasia. Questo spiega bene il biondismo dei primi indoeuropei e la loro forte connotazione marinaresca: ottimi navigatori furono fin dal loro apparire i micenei, mentre nel rig-veda si parla di "navi di 100 remi' e nei graffiti rupesti della Scandinavia si trovano navi identiche a quelle descritte nei poemi omerici (incisioni antichissime che risalgono anche al neolitico). Nelle lingue indoeuropee sono comuni tra loro i termini che designano l'anguilla e il salmone, pesci che si trovano solo nel Baltico e nel Mare del Nord e non nel Caspio o nel Mar Nero. Questi sono solo alcuni esempi e a riguardo segnalo i seguenti libri: A.Romualdi, Gli Indoeuropei, origini e migrazioni, Ed. di Ar.
J.Haudry, Gli Indoeuropei, Ed. di Ar
F.Vinci, Omero nel Baltico, Ed.Palombi

 fracola    - 21-12-2005
Giovanni Semerano, LA FAVOLA DELL INDOEUROPEO, a cura di M. F. Iarossi, Bruno Mondadori, MI, 2005 - per un contributo al dibattito

 Edoardo Manta    - 27-06-2006
Alcune obiezioni:
I) Sulla zona d’origine degli indoeuropei sono state fatte solo ipotesi infondate, o fondate su particolari non probanti. In realtà è assurdo pensare che gli indoeuropei fossero stanziati in un determinato luogo e poi abbiano iniziato a migrare per millenni. In realtà erano un popolo nomade anche prima del 5000 a.C e accumularono caratteristiche che ora ci fanno propendere per l’una o per l’altra zona. È un falso problema.
II) Vi era coincidenza fra lavoratori e guerrieri. Dall’analisi testuale, la sola efficace per la ricostruzione delle usanze giacchè il metodo lessicalistico ci restituisce nient’altro che l’esistenza del denotato, emerge che i contadini allevatori diventavano all’occorenza guerrieri. L’esistenza di un “esercito” è caratteristica di società complesse e quella indoeuropea non lo era fino a questo punto. Non esistevano preti, il re era figura sacrale ed era coadiuvato solo da quelli che vennero definiti “poeti”, ovvero gli esperti della parola che conoscevano le formule per i riti. I popoli vinti non venivano annessi, non esisteva schiavitù per lo stesso motivo dell’assenza dell’esercito, una società tribale non poteva permettersi al suo interno elementi pericolosi come gli schiavi.
III) La religione era del tipo dell’”ideologia tripartita” e non venerava elementi atmosferici, essi erano solo divinità femminili, quindi di poca importanza.
IV) Non è per l’esistenza di termini che si deduce l’economia agricolo-pastorale ma dall’esistenza di metafore legate alla campagna nel lessico giuridico.

 Simo    - 28-06-2006
Solo un commentino sugli indoeuropei di Pisciotto e simili suoi.
Lascia stare i libri di Romualdi. Lui e molte altre persone nel tardo '800 e soprattutto '900 hanno detto un sacco di stupidaggini sugli indoeuropei, basandosi non sulla scienza, ma su semplici miti germanistici, privi di ogni base reale.
Per iniziare a confutare le tesi di detti signori i Germani rappresentano il nec plus ultra della indoeuropeità per essere biondi.Però gli Inod. erano dolicocefali e fra i germani gran parte della popolazione e sì bionda ma non dolicocefala, idem per lituani e altre popolazioni baltiche.
2)Se il biondo fosse un carattere peculiare degli indoeuropei, perché non vi sono biondi (nepppure in piccoli numeri fra gli iraniani o indiani, e pure in India il sistema delle caste salva da eccessive ibridazioni), e per contro sono quai tutti biondi i finlandesi o altre popolazioni nemmeno sfiorate dalla migrazione indoeuropea.
3)Il Romualdi dice pure che la grande Roma l'hanno fatta i biondi e poi è decaduta con l'afflusso delle fiacche popolazioni sottomesse del Mediterraneo. Se dette affermazioni hanno della scientificità per te, non saprei piu' che dirti. Vero e' che le prime civiltà indoeuropee sono invece nate a mitazioni di quelle che loro trovarono sul loro camino, dato che gli indoeuropei delle origini non erano proprio il top della civiltà nel 2000 a.c., al più erano più aggressivi e bellicosi, ma non più civili di altri.
Io dico solo meno miti più scienza, almeno quando si parla di certi temi, quali l'antropologia.
Ciao

 salvatore barbera    - 29-06-2006
Riguardo all'origine degli indoeuropei, non so se da qualcun altro è stata menzionata la teoria della TPC, ovvero della continuità paleolitica , che sposterebbe la cronologia tradizionale riguardo alla presenza degli i.e. in Europa ben prima di quanto predicano i paradigmi attuali. Tale teoria considera le popolazioni i.e. già stanziate in europa prima delle famose "invasioni" kurgan, che sarebbero piuttosto da identificare come popolazioni uralo-altaiche.Questa teoria spiegherebbe l'origine delle popolazioni proto-etrusche, e certe affinità archeologiche( rilevanti specie nella dimensione metallurgica) con le popolazioni situate nel bacino carpatico. La teoria è da attribuire ad Alinei, col contributo di Costa. Rimando ai loro ed al mio sito per ulteriori spiegazioni.
salvatorebarbera77@katamail.com

 mimmo    - 17-01-2007
vorrei sapere se i bruzi hanno lasciato qualche testimonianza in calabria.
Cosenza è denominata la città dei bruzi perchè ?

I bruzi hanno lasciato testimonianze scritte ?


 Francesco Lella    - 10-04-2007
Buongiorno, non da esperto, ma da semplice appassionato di antropologia culturale, molto sinteticamente vorrei aggiungere:
a) non fate confusione fra origine della specie umana moderna (verosimilmente nata in Africa) e la questione indoeuropea, in mezzo ci sono circa 40-100.000 anni di preistoria.
b) non è vero che la questione è stata sollevata per la prima volta da pseudo scienziati germanistici alla fine del XIX secolo. Già un secolo prima un esploratore inglese in India (purtroppo non ricordo il nome) aveva ipotizzato una origine linguistica comune.
c) l’ipotesi sumero-accadica è superata e considerata del tutto inconsistente; volendosi fondare sulla semplice similitudine di radici, si scopre che la radice della parola che significa “padre” (labiale-dentale) è simile in molte lingue lontanissime fra loro; questo, al limite, riporta al famoso ma insolubile problema della “lingua umana originaria”.
d) che il ceppo originario indoeuropeo fosse di carnagione chiara non è un fatto discutibile, così come non è discutibile che Omero descriva i suoi eroi come biondi e con gli occhi azzurri. Che poi, nei millenni, le stratificazioni successive abbiano portato ad una varietà di esiti, anche in relazione ai diversi climi ed ai caratteri genetici dei popoli preindoeuropei stanziati nelle terre invase non inficia l’assunto.
e) segnalo “Antichità indoeropee”, il Mulino, Bologna (facile)

 Stefano Ridulfo    - 07-06-2007
Gentili studiosi
le informazioni date sui popoli indieuropei sono interessanti e personalmente condivise.
Però non si deve dimenticare che si tratta di tesi non dimostrate e che purtroppo si hanno poche notizie e confuse sulle reali vicende riguradanti gli indoeuropei. i dati ogggettivi certi che la storiografia riconosce sono:
1) gli indoeuropei erano un popolo unitario
2) erano un popolo distinto dai ceppi asiatici e africani
3) oggi tutti gli individui di pelle bianca che esistono sulla terra discendono da quel popolo unitario.


 Davide    - 12-06-2007
Ritengo "Gli indoeuropei e le origini dell'Europa" di Francisco Villar (il Mulino) una descrizione esauriente del tema: definizione, origine, cronologia, cultura e struttura sociale, caratteristiche della lingua, descrizione ampia e dettagliata dei vari rami della famiglia. Il tutto citando le principali teorie, vecchie e nuove, e tentando di armonizzare i dati linguistici e quelli storico-archeologici. Un gioiellino.

 David Simoneta    - 27-07-2007
Analisi genetiche su campioni umani paleolitici e odierni sembrano dimostrare l'ipotesi della continuità della popolazione europea sin dal paleolitico.

 Maxdux76    - 20-11-2007
Esattamente le lingue ugro-finniche, tra cui vi è la lingua suomi non sono di origine indoeuropea.Colgo l'occasione per invitare tutti a leggere un testo che potrà dare molti chiarimenti sulla presunta patria degli indoeuropea,a dispetto delle teorie più conservatrici in materia. Parlo del bellissimo saggio di Felice Vinci Omero del Baltico ed.Palombi

 maxdux76    - 20-11-2007
Non si tratta di avere due razze di indoeuropeo, uno bianco e uno negro.La questione è probabilmente relativa al fatto che l'origine degli indoeuropei in quanto insieme di popoli di lingua affine e di caratteri somatici pressocché identici è da ricondursi all'Europa nord-orientale. In tali territori non bisogna dimenticare la presenza dell'uomo di Neanderthal che incrociatosi con l'homo sapiens ha originato il c.d uomo di predmost, molto affine all'uomo di cro magnon.Per quanto riguarda l'Africa, dopo una prima migrazione verso oriente l'homo sapiens è tornato in tale continente dando vita anche qui all'opera di trasformazione dell'homo in sapiens, mantenendo i caratteri somatici acquisiti da una delle parti. Non bisogna cadere nella errata credenza di supporre l'esistenza di una sola sottospecie di uomini Africani.Basta osservare le caratteristiche fisico-razziali di popoli relativamente puri quali i boscimani, i quali presentano una pigmentazione tendente al giallo, retaggio della presenza nel loro corredo cromosomico dell'homo sapiens, inteso nel moto di ritorno. Volendo approfondire l'argomento posso proporre un altro bellissimo testo di antropologia forse un po datato ma ugualmente affascinante.L'autore e' Ugo Plez il titolo La preistoria che vive. Purtroppo è difficilissimo da trovare...buona lettura

 er filosofo    - 23-11-2007
Mannaggia al mio professore di storia che mi fa fare queste ricerche così noiose

 Aqilehos    - 24-12-2007
Secondo me, si tratta non di una migrazione indioeuropea, ma di una migrazione Pelasgica. Se voi guardate la mappa delle migrazioni v edrete che le regioni marchiate con cherchio verde sono quelle dei Illiri,Daci, Traci, Epiro, Macedonia, Grecia , che una volta erano linguisticamente omogene e che dagli studi fatyi rislta che la lingua Albanese e la unica erede.Pelasgo e Spellazg in Albanese ( abitante delle caverne, Caverna = Spella ) e lo stesso del greco -pelasgico Spela dala quale deriva anche la scienza dello studio delle caverne, la Speologia.Quindi gli innamorati della teoria indioeuropea prima di tutto devono prendere la lingua albanese come base per lo studio delle lingue antiche, compreso il Sanscrito.In questo modo correggerano i sbagli fatti nei dizionari etimologici, per non disinformare gli interesati

 Maurizio Feo    - 28-12-2007
Chi parla di "razze" oppure di "Indoeuropei" non ha le idee chiare.
Il concetto di razza è rabbiosamente antiscientifico.
Si può parlare di lingue indoeuropee e di popolazioni che parlavano (o lo fanno tuttora) lingue indoeuropee.
Circa la localizzazione dell'origine - cioè della sede da cui sarebbero derivate le lingue cosiddette indoeuropee - non esiste un vero consenso: le sedi indicate sono circa una ventina. A molti piace l'ipotesi di M Gimbutas, ma alla fine ognuno sceglie secondo le proprie simpatie.
Si veda, ad esempio, il testo fondamentale di J.P.Mallory, "In search of the Indo-Europeans".

Comunque, complimenti, una degna fatica e un bell'articolo!

 stefano    - 15-01-2008
Devo fare una ricerca d storia potete darmi delle veloci informazioni sulle tecniche di guerra, armi, armature, carri....riguardanti le popolazioni indoeuropee

 Franco    - 20-02-2008
Le origini dei Latini

Fin dal secolo scorso la linguistica comparata è giunta al concetto della unità indoeuropea, ossia alla scoperta che le lingue germaniche, italiche, elleniche, celtiche appartengono ad un unico gruppo linguistico di cui fan parte anche l'antico indiano e l'antico persiano.

Un esame più attento delle lingue indoeuropee permette di rinvenire termini comuni che designano l'orso, il lupo, il castoro, la quercia, la betulla, il gelo, l'inverno, la neve, - ci rimanda cioè ad originarie sedi settentrionali. La presenza del nome del faggio - albero che non cresce ad Est della linea Konigsberg-Odessa - e del salmone, pesce che vive nel Baltico e nel Mare del Nord, ma non nel Mar Caspio o nel Mar Nero, ci permettono di collocare l'antica patria indoeuropea in un territorio compreso tra il Weser e la Vistola, esteso a Nord fino alla Svezia meridionale e a Sud fino alla Selva Boema e ai Carpazi. Effettivamente, da questo territorio si irradiano, a partire dal 2500 a.C., una serie di culture preistoriche che dilagano dapprima nelle valli del Danubio e del Dnjeper, e di qui raggiungono l'Italia, la Grecia, la Persia, l'India.

Di qui l'origine nordica delle civiltà indiana, persiana, greca, ma anche quella di quei prischi Latini che si stanziarono sui Monti Albani e fondarono Roma. Poiché gli Italici - e tra essi i Latini - in Italia ci sono venuti, presumibilmente, in diverse ondate, mentre l'antica popolazione mediterranea veniva lentamente sommersa da queste invasioni finché ne emergevano, come isole staccate, Liguri, Etruschi, Piceni, Sicani.

Le affinità europee della lingua latina

La parentela delle lingue indoeuropee è un fatto acquisito. Più complesso è il problema del legame dei singoli linguaggi tra loro. Esistono dei criteri generali di raggruppamento sui quali più nessuno discute: ad esempio una distinzione tra un gruppo occidentale kentum (del quale fanno parte il greco, il latino e il germanico ma anche l'ittita) ed un gruppo orientale satem, o anche l'unità originaria del sanscrito e del persiano in una comunità "aria" che si può ricercare archeologicamente fino a Nord del Caucaso. Spesso tuttavia i contatti tra le varie lingue sono così diversi e molteplici da rendere impossibile un preciso raggruppamento per gradi di parentela. Tutto ciò rispecchia uno stadio originario in cui i territori dei vari popoli erano incerti e i loro rapporti intrecciati da flussi e riflussi di ondate migratorie.

Il latino è stato dapprima collocato in una supposta unità italo-celtico-germanica, ossia si è immaginato che gli antenati dei Celti, dei Germani e dei Latini abbiano formato una unità particolare in seno alla grande famiglia indoeuropea. E' dubbio però se una tale unità sia esistita o se non si debba cercare una unità ancora più larga comprendente anche il veneto e l'illirico, con caratteristiche affinità col baltico. Questo ci introdurrebbe al problema della vera natura del "veneto", e dell'"illirico"...

Brani tratti dal libro di A. Romuladi, Gli indoeuropei.
Per leggere il resto del capitolo "Le origini dei latini" vi rimando alla pagina web:
http://www.centrostudilaruna.it/leoriginideilatini.html

 franco    - 20-02-2008
Le origini dei Latini

Fin dal secolo scorso la linguistica comparata è giunta al concetto della unità indoeuropea, ossia alla scoperta che le lingue germaniche, italiche, elleniche, celtiche appartengono ad un unico gruppo linguistico di cui fan parte anche l'antico indiano e l'antico persiano.

Un esame più attento delle lingue indoeuropee permette di rinvenire termini comuni che designano l'orso, il lupo, il castoro, la quercia, la betulla, il gelo, l'inverno, la neve, - ci rimanda cioè ad originarie sedi settentrionali. La presenza del nome del faggio - albero che non cresce ad Est della linea Konigsberg-Odessa - e del salmone, pesce che vive nel Baltico e nel Mare del Nord, ma non nel Mar Caspio o nel Mar Nero, ci permettono di collocare l'antica patria indoeuropea in un territorio compreso tra il Weser e la Vistola, esteso a Nord fino alla Svezia meridionale e a Sud fino alla Selva Boema e ai Carpazi. Effettivamente, da questo territorio si irradiano, a partire dal 2500 a.C., una serie di culture preistoriche che dilagano dapprima nelle valli del Danubio e del Dnjeper, e di qui raggiungono l'Italia, la Grecia, la Persia, l'India.

Di qui l'origine nordica delle civiltà indiana, persiana, greca, ma anche quella di quei prischi Latini che si stanziarono sui Monti Albani e fondarono Roma. Poiché gli Italici - e tra essi i Latini - in Italia ci sono venuti, presumibilmente, in diverse ondate, mentre l'antica popolazione mediterranea veniva lentamente sommersa da queste invasioni finché ne emergevano, come isole staccate, Liguri, Etruschi, Piceni, Sicani.

Le affinità europee della lingua latina

La parentela delle lingue indoeuropee è un fatto acquisito. Più complesso è il problema del legame dei singoli linguaggi tra loro. Esistono dei criteri generali di raggruppamento sui quali più nessuno discute: ad esempio una distinzione tra un gruppo occidentale kentum (del quale fanno parte il greco, il latino e il germanico ma anche l'ittita) ed un gruppo orientale satem, o anche l'unità originaria del sanscrito e del persiano in una comunità "aria" che si può ricercare archeologicamente fino a Nord del Caucaso. Spesso tuttavia i contatti tra le varie lingue sono così diversi e molteplici da rendere impossibile un preciso raggruppamento per gradi di parentela. Tutto ciò rispecchia uno stadio originario in cui i territori dei vari popoli erano incerti e i loro rapporti intrecciati da flussi e riflussi di ondate migratorie.

Il latino è stato dapprima collocato in una supposta unità italo-celtico-germanica, ossia si è immaginato che gli antenati dei Celti, dei Germani e dei Latini abbiano formato una unità particolare in seno alla grande famiglia indoeuropea. E' dubbio però se una tale unità sia esistita o se non si debba cercare una unità ancora più larga comprendente anche il veneto e l'illirico, con caratteristiche affinità col baltico. Questo ci introdurrebbe al problema della vera natura del "veneto", e dell'"illirico"...

Tratto dal libro: A. Romualdi, Gli indoeuropei
Il resto del capitolo "Le origini dei latini" si può leggere sulla pagina web: http://www.centrostudilaruna.it/leoriginideilatini.html

 manuel dulmieri    - 06-11-2008
Salve a tutti, parlo da ignorante e quindi le mie sono solo teorie.
ultimamente stò confrontando le conoscenze che si hanno degli indoeuropei con la Bibbia.
Sia che la si consideri emanazione divina, sia che la si consideri raccolta di leggende, è pur sempre una raccolta di esperienze che si sono tramandate per via orale nell'antico popolo ebraico.
Io vi ho trovato alcune analogie.
Innanzitutto nel giardino dell'eden non si parla di un melo ma di un generico albero della conoscenza, lo stesso albero sacro comune alle popolazioni derivate dagli indoeuropei. la sede di Dio è il cielo, come le divinità indoeuropee, l'eden è chiuso a oriente, ciò significa che è posto a occidente rispetto al luogo dove si è maturato questo racconto: la mezzaluna fertile e infatti alcune delle teorie sull'origine degli indoeuropei li colloca o sulle coste del mar Nero o in varie zone dell'Europa.
nella Bibbia Dio è spesso chiamato Signore deli Eserciti e la divinità indoeuropea era una divinità guerriera.
nella Bibbia Dio è in netto contrasto con le religioni che adoravano divinità femminili e figure bovine e anche gli indoeuropei sono entrati in contrasto con queste civiltà, come l'antica civiltà minoica.
in molte leggende di popoli derivati dagli indoeuropei c'è traccia del diluvio.
Dio é considerato creatore e padre(perlomeno viene riconosciuto padre di tuta l'umanita da Gesù) così come il nome della divinità indoeuropea significa letteralmente Dio Padre.
per finire lo stesso nome di Dio in ebraico si può ricollegare a Giove, Juppiter.
la mia teoria quindi è che anche gli israeliti derivino dagli indoeuropei e anzi siano quelli che ne abbiano conservati più intatti i caratteri culturali proprio per la loro tendenza all'isolamento.
ciò farebbe crollare tutte le teorie sulla razza ariana

 Franco    - 13-11-2008
Ciao Daniel!
Quello che dici tu non è privo di fondamento.
Anche i teorici razzisti tedeschi riconoscevano che nel composto etnico ebraico (gli ebrei costituiscono un popolo e quindi hanno in se diversi apporti razziali) ci fosse una certa componente "ariana" e questa fin dalle origini (Davide è descritto come biondo nella bibbia). Yeowa deriva forse dal Dio della tempesta filisteo (i filistei erano indoeuropei). Comunque la civiltà ebraica fondamentalmente rimane semitica (a lingua nè è un esempio).
Per approfondire gli apporti indoeuropei nella cultura ebraica ti rimando a Omero nel baltico, di Vinci.
Li l'argomento viene trattato, anche se con un impostazione a mio avviso errata.

 franco    - 14-11-2008
Ancora per Manuel.
é presente sul web un articolo di Vinci dal titolo: "L'optimum climatico, il paradiso inoeuropeo e il giardino dell'Eden".
Ecco l'indirizzo:

http://itis.volta.alessandria.it/episteme/ep6/ep6-vinci1.htm

Ci troverai degli spunti interessanti.
Per un' approfondimento degli apporti indoeuropei nell'ebraismo ti rimando alla lettura di Omero nel Baltico.
Nel messaggio precedente ho scritto il nome del Dio ebraico in maniera errata. La forma corretta dovrebbe essere Yahweh.
Un saluto

 michele pazienza    - 15-01-2010
Bbuonissime risposte!! Sono ottime per una piccola ricerca ma comunque completa!! Grazie!!