Contraltare
Anna Carfora - 02-12-2002
Lettera aperta di una catechista sulla rimozione di don Vitaliano



Vitaliano carissimo,

ti direi una grossa bugia se ti negassi che me lo aspettavo, che mi ero andata convincendo che la tua rimozione dall’ufficio di parroco fosse ciò che lucidamente c’era da attendersi, e che quest’epilogo andava avvicinandosi a passi sostenuti; ma la lettura delle nove pagine di motivazioni che “giustificano” il provvedimento mi ha fatto molto male, supera quanto mi potessi ragionevolmente attendere. Il don Vitaliano di cui si parla è una sorta di grottesca caricatura, un doloroso fraintendimento.

“Non è l’ora dei Nicodemi, questa!”, fu risposto a un grande testimone di Gesù Cristo, don Primo Mazzolari, quando nel suo amore evangelico per “i lontani” usava discrezione e rispetto nei loro confronti. “Non è l’ora dei Nicodemi” ho detto a me stessa, parafrasando il prelato che aveva redarguito don Mazzolari. Non è più l’ora di dimostrarti solidarietà privata - come il Nicodemo del Vangelo di Giovanni che si reca da Gesù di notte, per non risultare compromesso da una simile equivoca frequentazione - ma di testimoniare di te, apertamente…
…Vado a ritroso, torno a dieci anni fa, quando ci conoscemmo, ed eri stato appena nominato parroco. Mi sembravi troppo vero per essere vero, ma lo straordinario è che lo eri! Ho imparato a stimarti per la tua autenticità. Non hai mai barato, mai finto ciò che non sei. In tutti questi anni di lavoro comune, di impegno parrocchiale insieme, ho conosciuto anche i tuoi limiti, i tuoi difetti, la tua normalissima umanità: né santo né eroe nè super-prete.

Quante discussioni, protratte spesso fino a notte tarda, quanti scontri ed incontri dei nostri punti di vista: quanta leale cooperazione, per quella febbre comune che è la passione per il Regno! La tua umanità mi ha fatto pensare all’immagine che usa san Paolo: vasi di coccio nei quali è racchiuso un tesoro. E questo è il tuo tesoro: il tuo amore per i lontani, per quelli che nessuno ama, per quelli di fuori, come l’amore di Gesù per la pecora persa, per la pecora vagabonda, disobbediente, fuori del gregge. Tu ami questa pecora con il tuo cuore di carne, la ami seriamente, non velleitariamente e questo fa paura.

Ricordi la chiesa piena di ragazzi, di no global? Io mi ricordo la loro gioia di essere lì, e questo è tanto, è un ponte, anche senza esibire certificati di avvenuta conversione: non è questo che Cristo vuole.

E i presepi? Sono stati la nostra ricerca dei posti e dei momenti in cui Dio entra nella storia, hanno espresso così, plasticamente, la gioia di averlo trovato.

E quelli che bussavano alla porta con le richieste più assurde e strampalate, o con la fame e la paura addosso, a tutte le ore, anche di notte, ed i bambini, il catechismo, le mamme?… La solidarietà e la carità di tutti i giorni, quella che non sanno i giornali, quella che ignorano i tuoi superiori, perché tu sei evangelico in questo: “non sappia la tua destra…” Quanti episodi mi vengono in mente! Io so in quali tasche disperate sono finite le offerte delle messe binate!

Abbiamo litigato su una cosa soltanto, una cosa precisa: la tua reputazione che cercavo di salvare. L’hai sempre avuta in spregio, non ti sei mai preoccupato di salvare la faccia. Non son pochi che invidiano in te il coraggio che loro non hanno.

Che dirti, le parole del Vangelo? Le parole che ci invitano a non farci illusioni: “Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.…”; “Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti.…”.

Prete barricadiero, rosso, ribelle: etichette che rifulgono nell’istante della cronaca, ma che presto cadranno e altri ancora capiranno quanto sei prete veramente. Lo ha capito la gente, il popolo di Dio credente e non credente, gli stessi che un tempo hanno accolto Gesù.

Uomo di buona volontà, coraggio! Continua a lasciarti attraversare dai desideri di Dio, lascia riverberare ancora sul tuo volto una scintilla di Lui.

Col tempo, allora tutto sarà chiaro, non farai più paura, non sarai più di scandalo. Qualcuno magari tesserà finanche le tue lodi, mentre altri, nuovi uomini di Dio, verranno incompresi e contrastati. Niente paura, Vitaliano, nessun discepolo è più del suo maestro, dunque… è questa la prova della nostra sequela di Gesù.

E infine: di fronte a chi ti giudica secondo la maglietta che indossi, dal tuo linguaggio colorito, di fronte a chi si scandalizza per i compagni con cui ti siedi a mensa, di fronte a tanta miopia, queste parole soltanto: “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”.
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