A ognuno il suo talento
Francesco Di Lorenzo - 22-02-2014
Sempre, quando nasce un governo, c'è il tempo delle richieste di rito. Ma una domanda sorge spontanea: servono a qualcosa le lettere e gli appelli che regolarmente vengono inviati al presidente incaricato?
Di richieste e di lettere se ne trovano per tutti i gusti. Un appello questa volta lo hanno firmato i filosofi: chiedono prima di tutto che il nuovo governo non dimentichi di tenere ben alta la tradizione umanistica della cultura italiana. Poi, chiedono che la filosofia mantenga l'attuale orario nelle scuole superiori (si vocifera una riduzione) e che venga ripristinata in alcuni corsi universitari da cui è stata eliminata. Le ragioni, naturalmente, sono tutte condivisibili o quantomeno plausibili.
A tal proposito, viene però in mente un altro appello, in forma di lettera, inviato ad un altro ministro incaricato. Si era nel 2006, Prodi si accingeva a formare il suo secondo governo, e come adesso il toto-ministri impazzava. Allora, alcuni docenti scrissero direttamente a Prodi chiedendo possibilmente un ministro dell'Istruzione 'coraggioso e competente', perché c'era bisogno di cambiamenti ma fatti da una persona che di scuola se ne intendesse.
Il parto fu difficile, dopo quasi quaranta giorni fu presentato il nuovo governo: il ministro dell'istruzione era Giuseppe Fioroni, esponente della Margherita, medico, responsabile del dipartimento delle politiche di solidarietà del suo partito. La sua competenza in materia scolastica (visti anche i risultati) poteva tranquillamente essere equiparata a quella di almeno un paio di milioni di comuni cittadini italiani.
Quando invece almeno sulla carta la competenza c'era, come nel caso degli ultimi ministri Profumo e Carrozza, i risultati son stati inferiori alle aspettative. Insomma, la situazione in tutti i casi non è positiva, le premesse non sono buone.
Aspettiamo smentite dalla ministra Giannini appena nominata, che almeno risponda agli appelli e alle lettere, fosse anche solo nella forma della cortesia.

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Un trafiletto minimo su un giornale romano ci informa, attraverso un esempio, che la scuola italiana non sempre è il luogo della negatività. La buona notizia ci è fornita dai ragazzi del liceo scientifico Righi di Roma, i quali hanno sperimentato tre giorni di co-gestione della scuola con i loro docenti. In pratica hanno organizzato settanta corsi, tenuti dai ragazzi stessi o da esperti esterni, su tematiche di loro interesse: si è parlato di sostenibilità ambientale, smart city, mafia, sessualità, intercettazioni, economia ed altro ancora. Temi non inerenti ai programmi scolastici, ma di estremo interesse per i partecipanti, visto il coinvolgimento e il successo dell'iniziativa.
Nel comunicato finale è stata elogiata l'organizzazione degli stessi alunni che, tra servizio d'ordine e gestione generale, hanno svolto un lavoro definito soddisfacente. Tutti, dal dirigente ai docenti, si sono detti pronti a ripetere l'esperienza.
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Il Miur cerca talenti. Prendendo spunto da analoghe esperienze di Stati Uniti ed Europa, anche in Italia sono pronte alcune sfide rivolte a scovare il merito e il talento. Si tratta di premi in soldi a chi propone nei fatti, e con risultati certi, progetti innovativi e scoperte-soluzioni inedite, capaci di far progredire la ricerca e l'innovazione. È una novità per l'Italia, e il Miur, per bocca del ministro uscente Carrozza, ha lanciato il primo sito dedicato all'impresa. La novità è che il premio lo vince non il progetto, ma il risultato già evidente e certificato dell'idea stessa. In breve, qualcuno deve dimostrare e far vedere la sua idea innovativa già realizzata e solo dopo potrà vincere il premio. Tutto bellissimo, per i talenti. Solo che, per bilanciare, non sarebbe il caso di lanciare un'altra sfida: ad esempio, proporre qualcosa rivolta a scoprire anche i cretini? Il Miur sa che nella nostra scuola ce ne sono. Chissà che, alla fine, potrebbe venir fuori che i cretini sono sempre gli stessi, la qual cosa potrebbe istillare quindi qualche dubbio nella pieghe delle nostre certezze. (Detta così è certamente un paradosso, ma l'idea di scovare oltre che i talenti anche i cretini, l'avrebbe potuta lanciare solo don Lorenzo Milani, di cui, in questi tempi, si sente molto la mancanza).

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