La carta Profumo
Giuseppe Aragno - 11-04-2013
E' vero. I soldi per le borse di studio sono spariti nei tagli e nell'insipienza della politica, ma non bisogna coltivare la disperazione. Il gusto forse è macabro, l'intento inconscio ha un vago sapore di sadismo, ma la notizia circola e nell'indifferenza generale che circonda la scuola occorre registrarla a futura memoria. Quando gli storici attoniti ricostruiranno la vicenda di questo impensabile codicillo di legislatura, occorrerà che si sappia: mentre il Paese annaspa nei vortici della peggiore crisi finanziaria che si sia mai registrata, Profumo, ministro scaduto e però prorogato, dà segni di vita e lancia, ineffabile, la sua tragicomica "Campagna di educazione finanziaria".

In società con Poste Italiane, prende il via così, per gli studenti della scuole secondarie di II grado, quello che l'Ansa, definisce, con impeccabile stile professionale lo "strumento di pagamento integrato alla 'Carta dello Studente - IoStudio''.
L'ha presentato a Roma con invidiabile faccia di bronzo il ministro in persona, nei locali del Miur probabilmente sconcertati, in compagnia di un noto campione del management, l'Amministratore Delegato di Poste Italiane, Massimo Sarmi, che con indiscutibile senso della realtà, si è associato all'ineffabile ministro nel funambolico panegirico della strampalata iniziativa. A dar retta ai due illustri personaggi, "Attraverso questa ulteriore operazione la nostra scuola si allinea ai migliori standard internazionali, con una carta in grado di attestare lo status di studente non solo in Italia, ma anche all'estero''.

Nunc est bibendum! Dopo le pagine buie di Berlinguer, Moratti e Gelmini, Profumo apre un nuovo capitolo e accende un faro sulla sorte della nostra pubblica istruzione: benché privi ormai di una scuola degna di questo nome, grazie alla "carta Profumo", i nostri ragazzi continueranno a chiamarsi studenti.
Segnate la data col lapillo bianco.

interventi dello stesso autore  discussione chiusa  condividi pdf

 Franco Labella    - 14-04-2013
Non mi meraviglierei più di tanto.
La storia dell'Educazione finanziaria affidata alle banche (ed ora alle Poste) è una storia piuttosto vecchia.
Gelmini ha favorito le sperimentazioni del Consorzio Patti Chiari ed il buon Profumo non si è spostato di una virgola da questa impostazione.
Se Profumo passasse alla sanità farebbe fare le campagne di sensibilizzazione sull'uso consapevole dei farmaci anzichè ai medici agli informatori scientifici delle case farmaceutiche.
Poi, però, leggiamo su quotidiani autorevoli (Repubblica) e riviste prestigiose (Internazionale) che Stati Uniti e Germania pensano di introdurre lo studio dell'Economia nei loro sistemi scolastici.
Noi che questo passo l'avevamo fatto con le sperimentazioni Brocca sradicate al grido di "Via i residui del 68" (al povero democristiano Brocca ancora gli viene un sacrosanto travaso di bile) con la Gelmini e Profumo abbiamo eliminato lo studio dell'Economia e siamo in procinto di rottamare i docenti di quelle discipline.
Solo che in Italia l'opinione pubblica e il buon Grillo (che vuole fare studiare la Costituzione ai politici) dormono alla grande.
In America e Germania si raccolgono le firme per introdurre lo studio della disciplina economica.
Non aggiungo altro
Franco Labella - Coordinamento nazionale dei docenti di Diritto e Economia