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La valle non si arresta
Redazione Ambiente Valsusa - 28-01-2012
NOI E LA CRISI DA QUESTA PARTE; LE OPERE INUTILI I POLITICANTI, I PROFESSORI E I BANCHIERI DEL GOVERNO DALL'ALTRA.

Ancora arresti, ancora provvedimenti ad orologeria, 2 giorni prima di una manifestazione NO TAV che si svolgerà sabato 28 nella città di Torino per informare sulla truffa colossale del TAV, fonte inesauribile di nuovo debito pubblico, per noi, nuovo mangime per la pappatoria della politica (citazione del Giudice Imposimato), per quelli che stanno dall'altra parte.
Una ferrovia da 130 milioni a km a preventivo, 1300 a centimetro, un colossale spreco di risorse pubbliche per un'opera che non serve e che è già tecnicamente obsoleta anche se viene maldestramente venduta come icona della modernità dai faccendieri, lobbisti e corte politica.
La madre di tutte le truffe, capace di infiltrare non solo la politica corrotta, ma anche gran parte della carta stampata e alcuni settori dell'industria, generando contemporaneamente illusioni in tanti piccoli padroncini e tanti disoccupati. Una truffa che ha una sponda irresponsabile nella UE che promette briciole di finanziamento. Un'opera in grado di muovere più denaro che terra, di cui le grandi banche sono i principali beneficiari dal momento che i capitali dati in prestito produrrebbero enormi interessi con rischio pari a zero visto che i capitali utilizzati sono i nostri depositi bancari e a garantire le banche ci sarebbe lo Stato, cioè sempre gli stessi, noi contribuenti, coi nostri risparmi che copriranno i loro interessati debiti.
Una torta spartita tra chi ha la pancia già piena che se la ride pensando ai cittadini che la finanziano e ne pagheranno i costi per decenni. Diciamocelo, pagare non sarebbe neppure un dramma, ma un conto è pagare per avere servizi efficienti, un altro se dobbiamo pagare lo spreco studiato compiutamente a tavolino, un colposo tentativo di drenare risorse togliendole a scuola, sanità, trasporti, pensioni per fregare noi che lavoriamo che stiamo di qua e arricchire loro di là... Un piano delinquenziale che mira semplicemente a trasferire risorse dentro le tasche delle banche, dei Contraenti generali e loro amici, nelle saccocce delle imprese mafiose, sicuramente in quelle di molti politicanti corrotti.
Ormai sappiamo che i politici in buona fede favorevoli all'opera non esistono.

LA POLITICA E' UN'ALTRA COSA.

Sia chiaro, non c'è nulla di politico in queste nostre considerazioni, il concetto è troppo semplice: quando ti viene un ladro in casa e ti ruba tutto non stai a guardare se era di destra o di sinistra. E' un ladro, un malvivente. Si tratta di un'opera pubblica di cui non si sa ancora nulla, neppure se è realizzabile, e nel caso non prima del 2030. Un'opera da 10, 20, 30, forse 40 miliardi di Euro (80.000 miliardi di lire)che invece di creare benessere provocherà ulteriore debito pubblico. Non si tratta solo di truffa e furto, ma di un'organizzazione delinquenziale specializzata che ha lo scopo di prolungare il furto nel tempo. Semplifichiamo per analogia: è come per la Salerno Reggio Calabria, dove a nessuno importa nulla dell'opera e della sua utilità, ma ai soliti noti interessa solo che i finanziamenti pubblici, pagati dai cittadini si prolunghino all'infinito. Il Professor Angelo Tartaglia ha chiarito con una battuta: "Vogliono solo aprire il rubinetto, e tenerlo aperto all'infinito". La "Salerno - Reggio Calabria del Nord"....

NON SI PUO' APPROVARE UN SIMILE PROGETTO.

C'è molto di politico quando invece si parla di "prescrizioni". Le prescrizioni ad un progetto come quello della tratta internazionale della Torino Lyon hanno due particolarità: 1) Evidenziano gravi mancanze progettuali causando una enorme lievitazione dei costi. 2) Vengono richieste dagli organi di controllo tecnici e ribadite dai decisori politici. Ognuno ha fatto formalmente il suo compito, ma nessuno controlla che le prescrizioni vengano rispettate. Controllori e controllati sono lo stesso soggetto, coincidono con i costruttori...
Un bel timbro e via? Come se non bastasse la Magistratura può intervenire solo a "danno conclamato", non prima.

LE PRESCRIZIONI, ESPRESSIONE DI UN DISASTRO ANNUNCIATO.

A nessuno deve sfuggire che la Commissione VIA ha dato parere favorevole al progetto sulla tratta tra Chiusa San Michele ed il confine di Stato condizionandolo all'ottemperanza di 63 prescrizioni e 6 raccomandazioni di tipo ambientale. Lo strano è che nella fase successiva di approvazione la regione Piemonte ha approvato lo stesso progetto condizionandolo a oltre 150 prescrizioni. Tante prescrizioni equivalgono ad un progetto fatto coi piedi, per legge andrebbe rifatto, ma cosa fa il CIPE (Comitato Interministeriale Programmazione Economica che deve stanziare le risorse necessarie)? Approva il 3 agosto 2011 lo stesso progetto preliminare, ma con 222 prescrizioni e 5 raccomandazioni "proposte dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti".

222 prescrizioni, come a dire che quel progetto preliminare ha lacune terribili, forse insanabili... ma approvano. Perché? semplice, se non approvassero la UE bloccherebbe la procedura di finanziamento, le famose briciole. Sta scritto proprio nella delibera CIPE... "al fine di evitare il definanziamento del contributo comunitario assegnato all'opera in esame, si rende necessaria la sollecita approvazione del progetto in esame".

Possiamo dire che il progetto è da rifare e che chiedere il finanziamento sulla base di queste carte è una truffa? Possiamo ribadire che l'opera non è necessaria visto che la linea attuale è utilizzata al 30%? Possiamo definire questa procedura un grande Bluff?
Ma c'è una terza truffa in questa faccenda. E' facile verificare e lo ha spiegato benissimo Ivan Cicconi, esperto di appalti pubblici: i debiti del TAV sono fuori dalla contabilità nazionale anche se lo Stato viene regolarmente chiamato a ripianarli. Una truffa contabile sconosciuta alla UE. Si tratta di tanti debiti, roba da far accapponare la pelle, ma vengono contabilizzati a parte. Famosa in tal senso la denuncia della Corte dei Conti che metteva in guardia da questa procedura... Tutto documentato da tempo.
Orbene, sapete che c'è di nuovo? Il Professor Monti, bocconiano doc, professionista politico travestito da tecnico, Presidente del Consiglio di uno "strano governo" fatto di banchieri per nulla pentiti, ha già la soluzione in tasca. I prossimi debiti per infrastrutture cercheremo di finanziarli con Bond europei... almeno così ha detto in TV intervistato da Fabio Fazio alcune settimane fa. Le banche li piazzeranno, come al solito guadagnandoci una bella commissione. E i cittadini sottoscriveranno (se ci sarà ancora liquidità...).
Siamo alla frutta? Forse se la sono già mangiata, ma non disperiamo, continuiamo a ragionare con la nostra testa opponendoci pacificamente ma con fermezza, come sempre, diffondiamo per quanto possibile le nostre ragioni... spieghiamo cosa rappresenta la militarizzazione di Maddalena...
spieghiamo perché i pensionati, gli artigiani, i giovani, i contribuenti attenti girano con le bandiere NO TAV. Prima o poi qualche giudice come Falcone e Borsellino risorgerà. Non c'è verso! Comunque la truffa TAV di qui non passerà. Non c'è verso! Lo sanno, perciò vanno in giro nelle case dei contribuenti a perquisire ed arrestare... Nessuno che indaghi sui lacrimogeni sparati in faccia alla gente! SARA' DURA, ma di qui non passeranno.

Le prossime manifestazioni:

28 gennaio a Torino: manifestazione No Tav "Una garanzia per il Futuro".
Scarica l'appello con le motivazioni dell'iniziativa.
Sesta edizione del Grande Cortile 2012. Vai al sito.
Prossimamente grande manifestazione nazionale No Tav in valle di Susa con la partecipazione dei sindaci.

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 Federazione Anarchica Torinese    - 28-01-2012
No Tav. Quelli che si mettono di mezzo

Arresti, perquisizioni, obblighi di dimora. Questa la ricetta della Procura di Torino, che da lunghi mesi si è assunta l’incarico di regolare i conti con il movimento No Tav. Sin dal giugno scorso si sono moltiplicati avvisi di garanzia, arresti, denunce, fogli di via nei confronti degli attivisti No Tav. Tutti firmati da Giancarlo Caselli, l’eroe della sinistra giustizialista, che vuole farla finita con un movimento cui si sono ispirati i tanti che si battono contro lo devastazione del territorio, contro un’idea di sviluppo folle e distruttiva, contrastando discariche, centrali, fabbriche inquinanti e installazioni militari. Giancarlo Caselli, il procuratore antimafia, che si schiera con la mafia del Tav.
La strategia della lobby Si Tav è molto chiara: trasformare la protesta nei confronti di un’opera inutile, dannosa, follemente costosa in una questione di ordine pubblico.
La scelta di occupare militarmente il territorio, di invadere l’area archeologica, trasformandola in un bivacco per le truppe di occupazione, culminata a gennaio nella trasformazione della zona in area di interesse strategico, la dice lunga sulla volontà di imporre con la forza la nuova linea ad alta velocità tra Torino e Lyon.
Le ragioni della forza contro la forza delle ragioni.
In tanti anni i sostenitori dell’alta velocità saputo articolare solo discorsi densi di vuota retorica. La retorica della piccola Italia schiacciata dietro le Alpi, isolata dall’Europa, condannata al declino. Un retorica falsa che nasconde dietro una foglia di fico un sistema di drenaggio di denaro pubblico a fini privatissimi, sostenuto in maniera bipartisan dalla destra come dalla sinistra, pronte a spartirsi la torta.
I No Tav sono colpevoli.
Sono colpevoli di aver mostrato la trama sottile che sostiene la tela delle grandi opere. Sono colpevoli di essersi schierati dalla parte dei tanti che non ce la fanno ad arrivare a fine mese. Sono colpevoli di stare con chi vorrebbe che i 22 miliardi della Torino Lyon fossero usati migliorare la vita di noi tutti, garantendo ospedali, pensioni, trasporti pubblici, scuole a tutti in modo eguale.
Sono colpevoli di aver pensato che un altro mondo è possibile. Sono colpevoli di aver cominciato a vivere frammenti di relazioni politiche e sociali che vivono già oggi l’utopia concreta della partecipazione diretta alle scelte, della solidarietà, del mutuo appoggio.
Sono colpevoli di sapere che la testimonianza non basta, che occorre mettersi in mezzo, anche a rischio della propria libertà, per offrire uno scampolo di libertà a tutti.
Sono colpevoli di pensare che l’ordine ingiusto e predatorio in cui siamo forzati a vivere possa e debba essere spezzato, sono colpevoli di sapere che il futuro non è già segnato, che la precarietà, lo sfruttamento, la fame dei poveri, le guerre debbano divenire retaggio di un passato da dimenticare.
Sono colpevoli di non essersi mai tirati indietro, di aver resistito per oltre vent’anni.
Dopo la rivolta popolare del 2005, sindaci ed amministratori locali sedotti dalle sirene del denaro e del potere, hanno fatto il salto della quaglia, ma non sono riusciti a spezzare il movimento.
Lo scorso maggio, il governo, smessa la finzione della mediazione politica, ha deciso di passare nuovamente alle maniere forti. Manganelli, lacrimogeni, botte, denunce e carcere. Gran parte degli organi di informazione si sono messi al servizio per diffamare e falsificare, sperando in una divisione tra “buoni” e “cattivi”. Hanno fallito.
Un movimento popolare, un movimento tanto radicato quanto radicale, sa che di fronte alla violenza di carabinieri, poliziotti, militari reduci dalla guerra in Afganistan, di fronte all’occupazione militare, di fronte alla violenza legale ma non legittima dello Stato, ribellarsi è giusto.
Mettersi in mezzo è un impegno morale.
I No Tav arrestati il 26 giugno sono colpevoli. Colpevoli di aver tenuto fede all’impegno che tutti ci siamo presi. Colpevoli di resistere.
Partigiani della libertà di tutti.
Li vogliamo liberi. Liberi subito.

 Cosimo Scarinzi    - 28-01-2012
No Tav: anche una menzogna può contenere una verità

"Sbaglia chi vuole leggere in questa indagine qualcosa contro la Valle, il movimento No Tav e le legittime manifestazioni di dissenso che restano nei limiti della legge"

Nella surreale dichiarazione del Procuratore della Repubblica di Torino vi è una verità che dobbiamo sapere comprendere.
Gli arresti, basati su motivazioni inverosimili, non vogliono infatti colpire solo il movimento NO TAV e la Valle di Susa ma qualsiasi opposizione sociale al “governo dei tecnici” e, soprattutto, ai suoi mandanti e cioè alle banche ed alle grandi imprese, all'attacco ai diritti, al salario, alle pensioni, ai beni comuni.
Il movimento NO TAV, in quanto straordinario esempio di mobilitazione democratica contro il saccheggio del territorio e della ricchezza sociale, viene attaccato oggi anche come minaccioso monito a chiunque lotti per il lavoro, il reddito, la libertà, l'ambiente.
Non a caso alcuni giornalisti poliziotti mercanti di calunnie fanno il loro tradizionale mestiere cercando di separare “buoni” e “cattivi”.
A costoro ed ai loro mandanti va data una risposta chiara: siamo tutti NO TAV!
La CUB da la sua piena solidarietà agli arrestati e si impegna a sostenere la mobilitazione per ottenerne la liberazione con tutti i mezzi necessari, dalle manifestazioni agli scioperi.
Soprattutto va sviluppata l'iniziativa sull'assieme delle questioni che riguardano la nostra vita: il salario, le pensioni, i servizi sociali. Oggi tutti ammettono che decenni di offensiva padronale e governativa e di subalternità dei sindacati istituzionali hanno determinato un radicale impoverimento della nostra classe.

Per la confederazione unitaria di base
il coordinatore nazionale
Cosimo Scarinzi