Visto di espatrio
Francesco Di Lorenzo - 21-01-2012
Dallo Speciale Notizie dal fronte 2011-2012



Ora che John Elkann, presidente della Fiat e della Fondazione Agnelli ha detto, davanti a 400 bambini di quarta e quinta elementare, che bisogna 'appassionare i bambini e i ragazzi, maschi e femmine, alle materie scientifiche', siamo tutti un po' più tranquilli.
Queste parole, pronunciate durante un workshop al Museo dell'Automobile a Torino, erano rivolte, si presume, agli insegnanti perché le riportassero al ministro e quindi arrivassero al governo. Poi, ha anche detto che c'è bisogno che i giovani si inventino il loro futuro. Che, a pensarci, sembra un'idea in bilico tra 'ognuno pensi per sé' e 'noi pensiamo a noi e di voi poco ce ne importa'. Infatti, l'esponente della filosofia del 'mio futuro è meglio del tuo', presidente della Fiat, il suo domani lo vede fuori dall'Italia. E per questo, quindi, è l'esponente principale della linea pedagogica dell'incitamento all'ESPATRIO.
Che alla fine si sia messo a giocare al piccolo chimico con suo figlio ed altri bambini, è solo un dettaglio che non modifica la sostanza. Anzi.

Partendo dalle cifre rilevate sul portale del ministero, un quotidiano nazionale ha scoperto che le famiglie italiane pagano, nella scuola pubblica, l'80% di contributi, richiesti o volontari, in più del budget del ministero per l'ampliamento dell'offerta formativa.
Oltre alla carta igienica, con i soldi versati, si pagano i vari corsi pomeridiani, quelli di lingua ad esempio, ma anche il giornalino, le attività sportive, la patente europea del computer ed altro ancora. Questo succede nei licei e per ora si conoscono solo questi dati. Quando si saprà anche per gli altri ordini di scuola, ci sarà veramente da discutere.
I dati, tratti dal link 'scuola in chiaro', nato il 12 gennaio scorso per iniziativa del neo ministro, spiegano in pieno perché la precedente gestione ministeriale avesse deciso di oscurare le cifre sulla scuola. Ad esempio, non avrebbero potuto dire, come sosteneva il ministro Gelmini, che nessuna famiglia pagava un euro, e che le voci fossero solo invenzioni di presidi in cattiva fede e di sinistra. Gli stessi che lei invitava ad uscire dalla scuola e a fare politica facendosi eleggere.
Sempre dal link ' scuola in chiaro', viene fuori il dato che smonta un altro luogo comune, caro questa volta ai leghisti. E cioè che al nord gli insegnanti cambiano spesso perché sono del sud e quindi, dopo poco tempo, chiedono di tornare ai loro luoghi originari. Solo che non è affatto vero, perché al nord la continuità didattica è più alta che in altre parti d'Italia. Specialmente del sud. In Lombardia e Veneto, tra l'altro, le richieste di trasferimento degli insegnanti di scuola elementare sono sotto la media nazionale.

Concludendo, con le ultime due notizie, anche se non è successo nulla di sconvolgente, se non altro, qualche contraddizione in meno è onesto rilevarla.


interventi dello stesso autore  discussione chiusa  condividi pdf