I Vandali
Marino Bocchi - 02-11-2002
Se un tetto crolla e sotto quelle travi marce restano i corpi di 26 bambini, se questo accade nell’Italia degli Smau e dei treni superveloci e del Ponte sullo stretto e delle Infrastrutture e del contratto con gli Italiani e Popper e la retorica dell’11 settembre, non e’ solo per colpa di un terremoto. Cosi’ come non e’ solo per colpa di una frana se una collina smotta e l’A1 si interrompe proprio sotto il mitico ristorante del gourmet piu’ famoso d’Italia, quello che la guida 2002 dell’Espresso pone al vertice della classifica, perche’ “bisogna andare almeno una volta da Gianfranco Vissani”.
E se il Vulcano erutta e strepita e brucia la piu’ bella foresta della Sicilia, quella di Piano Provenzana, non e’ solo per colpa della lava. E non e’ solo per la furia laida e omicida dei bracconieri se nel Parco nazionale d’Abruzzo, il gioiello dei parchi Europei, una magnifica orsa e uno splendido esemplare maschio di cervo vengono uccisi dopo tanti anni di convivenza pacifica tra uomini e animali in quel paradiso di altopiani, riserve integrali e sviluppo compatibile tra turismo ed ecologia, che ha portato i centri del Parco ad uno dei piu’ alti redditi pro-capite in Italia. Se tutto questo succede, e’ anche per colpa del governo Berlusconi. “Piove, governo ladro”, appunto.
E sottoscrivo.
Abbiamo un ministro dell’ambiente che si vanta di essere un cacciatore, che nomina un costruttore edile alla presidenza dell’ente parco del Cilento, che strozza il Parco d’Abruzzo, negandogli i finanziamenti per farlo sopravvivere. Per tacere del resto.
Abbiamo i leghisti del Piave che annunciano il “Calendario venatorio 2002/2003. Comunichiamo l'apertura della caccia per la seguente selvaggina: Albanesi migratori; Kosovari migratori; Marocchini col tappeto; Zingari del caravan; Neri (solo di pellame nero) e in genere tutte le specie senza fissa dimora”
Abbiamo un ministro delle Infrastrutture, che sogna sventramenti e sbancamenti e miliardi di appalti per costruire tunnel e autostrade e Ponti senza tener conto del parere delle comunita’ locali e delle valutazioni di impatto ambientale, cosi’che avremo altre 100, mille Sarno e San Giuliano sepolte sotto gli smottamenti .
Abbiamo un ministro dell’istruzione, non piu’ pubblica, che toglie agli insegnanti persino l’indennita’ accessoria, se fanno un’assenza per malattia inferiore ai 16 giorni (una misura anti-assenteismo, la chiamano) e non si preoccupa di pretendere piu’ scuole sicure, piu’ edifici a norma di sicurezza antisismica. Perche’ questi soldi vanno usati diversamente. Non per curare il dissesto idrogeologico ma per condonare gli abusivi, i distruttori dell’ambiente, gli sfregiatori del paesaggio. E’ un governo di affaristi senza scrupoli che preferisce cercare i vandali al di fuori del proprio Consiglio dei ministri, della propria maggioranza, supponendo che il senatore del CCD che si e’ fatto costruire la villa fra i templi di Agrigento , secondo quanto denunciato alla Camera da Ermete Realacci nella seduta di mercoledi' scorso, sia un galantuomo.
I vandali sono quelli che parteciperanno al Social Forum di Firenze. Che qualche frangia di “barbari” possa recare danno alla citta’, non e’ da escludere. Ma quando si legge che la principale preoccupazione di Berlusconi e’ legata al rischio che corrono le opere d’arte, che saranno transennate, allora si puo’ pensare all’ennesima beffa del grande e beffardo comunicatore. Il quale il demanio pubblico lo vuole vendere, privatizzare, cartolarizzare.



Chi sono i Vandali? Quelli che ci governano o i Black-block? Entrambi, penso io. Come sono entrambi terroristi il governo russo che impiega i gas e i miliziani ceceni che minacciano l’uso dell’esplosivo, con la differenza che il popolo ceceno e’ stato nel frattempo sterminato e stuprato e violato dall’ex colonnello del KGB Putin, l’amico di Berlusconi, il nemico dei comunisti. “Quod non fecerunt barbari, fecerunt Barberini”, scrisse il saggio Pasquino dopo che il papa Urbano VIII Barberini fece togliere il bronzo dal Pantheon per costruire il baldacchino di San Pietro e 100 cannoni per la fortezza di Castel Sant’Angelo.
Spero che nel Paradiso di pinocchi, lucignoli e balocchi dove sono saliti i 26 bimbi sepolti sotto la trave fradicia un Dio buono ci rechi il dono di una Firenze di sole, in cui sfilino cortei di pace e di rabbia ma senza violenza, cortei che gridino l’amore e il riscatto degli ultimi, di tutti gli essere viventi della terra. In modo che i Vandali, i veri Vandali, subiscano l’onta e lo scorno che meritano.

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 Antonio    - 02-11-2002
Premettendo che ogni generalizzazione e' impropria e ingannevole per chi la fa, vorrei parlare un attimo degli elettori forzisti, di cui si rivendica qui la capacita' di discernimento in campo politico.
Togliendo da questi coloro che hanno votato FI per convenienza (evasori fiscali, costruttori abusivi (Valle dei Templi docet), esportatori di capitali illegali, tanto per nominare qualche categoria), chiediamoci che livello di consapevolezza politica possieda l'elettore di FI convinto che veramente Berlusconi governi per realizzare il bene del paese.

Intanto, guardiamo come questo "partito" nacque nel 1993/94: Marcello Dell'Utri, responsabile di Publitalia, la societa' che procacciava pubblicita' all'allora Fininvest, viene di punto in bianco esonerato da questo compito, e posto al vertice della struttura che avrebbe poi composto l'organizzazione di FI, utilizzando gli stessi uffici e parte dello stesso personale di Publitalia (e' tutto nei resoconti di Dell'Utri ai giudici nei vari processi che lo hanno conivolto, non mi invento niente). Vale a dire, FI e' stata costruita a tavolino come comitato che mirava all'elezione di Berlusconi a Capo del Governo: di retroterra ideologici o programmatici non se ne vide traccia, e ancora oggi e' difficile capire se FI sia un partito ultra-liberista, cattolico-conservatore o nazionalista. Probabilmente tutto e niente di questo.

Vediamo poi che nome e simbolo scelse la formazione di Berlusconi quando fu fondata: cosa si direbbe di una lista civica milanese che si chiamasse "Forza Milan" e chiamasse i suoi consiglieri comunali "rossoneri"? Probabilmente verrebbe liquidata con una grassa risata. Eppure a livello nazionale ha pagato, e bene, presso un certo elettorato. Domando a voi se conoscete un altro esempio recente di partito occidentale che ha scelto di connotarsi in modo cosi' populistico e emotivo. Persino la Lega, in confronto, sembra guadagnare una sua dignita' come movimento politico (sui politici in se' e' un altro discorso).

Vediamo poi come il NOstro abbia condotto le campagne elettorali, magari solo l'ultima: i 6x3 con messaggi trasudanti qualunquismo e populismo sono divenuti un fenomeno di costume, tanto da essere diventati oggetto di parodie. "Meno tasse per tutti": ancora oggi sto cercando di capire concretamente che vuol dire. "Un Presidente operaio", con 6 ville in Sardegna. Il "Patto con gli Italiani" firmato in diretta, ennesimo omaggio alla politica-spettacolo di cui il Nostro e' campione, tanto da essere l'unico Premier italiano ad avere avuto nel suo staff un curatore dell'immagine.

Voi forzisti vi risentite quando da sinistra si fa dell'ironia sulle vostre capacita' intellettive: forse qualcuno esagera, ma questi che ho enunciato sono fatti. Dichiararsi convinti sostenitori della politica di FI e' a mio giudizio una pia illusione, perche' questa politica (intesa come programmazione di un Indirizzo POlitico) semplicemente non esiste. Quali sono le linee guida dell'attivita' del governo? Ridurre le tasse? O.K., ma quali tasse? E come si colmano i buchi di bilancio che una riduzione del gettito fiscale provoca? Boh, per il momento (e sono passati 18 mesi dall'avvio della legislatura) non e' dato sapere.
Fare le grandi opere? O.K., ma quali? E dove? E con quali soldi? Mistero.

C'e' un solo campo in cui la linea del governo e' chiara ed efficace: quello dell'azzeramento delle pendenze giudiziarie a carico di Berlusconi e collaboratori, volontario o incidentale che sia.

Per tutte queste ragioni, cari Forzisti, a sinistra si pensa che aver votato Berlusconi convinti di fare il bene del paese, ma soprattutto continuare a difenderne l'operato dopo un anno e mezzo di strumentalizzazione della politica a suo vantagigio, sia segno quantomeno di una certa dabbenaggine, incultura, o ignoranza. Non vi offendete troppo: io vi vedo cosi'!

Da www.berlusconi.it

 Giuseppe Aragno    - 03-11-2002
Amico mio, qui non è che piova perché il governo è ladro. Qui il governo ha colpe anche quando c'è il sole. E colpe ne hanno - e gravi - quelli che lo hanno preceduto . Prenda le guerre, la bicamenrale, l'idea scellerata che in politica estera si sta insieme. Colpe già enormi, che diverranno terribili.
E però questo governo lo abbiamo voluto noi, è là con i voti della gente. E' gia capitato: ad Hitler fallì il colpo di mano e fu condotto al potere dai voti dei tedeschi. In qualche modo accadde così anche con Mussolini. Bush, grazie ai voti del padre, della moglie ed a quello che si è dato da solo governa gli USA. Ha avuto in più una manciata di voti della pattuglia di americani che va a votare, ed è presidente degli USA, formula dottrine minacciose, fa guerra a tutti, tra poco persino all'ONU, dove - ci vuole scommettere? - si insinuano pericolosi terroristi e la CIA ne ha le prove. Anch'io spero che a Firenze non compaiano teppisti travestiti da anarchici. Spero però, soprattutto, che essi non si materializzino venendo fuori dai mezzi della forza pubblica.
Vandali certo. Ma c'è qualcosa che non quadra nell'insieme delle cose che accadono. Me lo chiedo da tempo: dov'è il problema. Gli anarchici, quelli veri, risponderebbero che il problema è nello Stato. Con qualche ragione. Per nostro conto chiediamocelo: dove ci portano queste larve di sistemi democratici che legittimano nuovi totalitarismi? C'è ancora qualcosa che vada difeso e salvato, o è tempo di ricordare che abbiamo sognato un potere strutturato in maniera diversa, una società laica, libera, senza guerre e senza miserabili? Qui siamo fermi ai modelli borghesi dell'Illuminismo. Hanno ancora senso. Siamo a Montesquieu e allo spirito delle leggi. Va ancora bene così, o bisogna cambiare il meccanismo? E se bisogna cambiarlo, chI dovrà cambiarlo e come?
Lo dico senza aver paura di ciò che significa: ci stanno togliendo la libertà. Bisognerà pensare a difenderla. Armi alla mano, se necessario. E, se possibile, prima che debbano farlo i nostri figli.

 Vittorio Del Moro    - 03-11-2002
Forse il terremoto molisano ha rimesso le cose a posto (almeno per qualche giorno).

E siccome mi rendo conto della terribilità di questa affermazione, mi affretto a spiegare.

Berlusconi ha fatto una visita lampo sui luoghi del terremoto la sera successiva alla tragedia e dopo essersi preso qualche (inevitabile) fischio se n’è tornato alle sue normali occupazioni e per i successivi tre giorni i media lo hanno ignorato. Protagonisti sono diventati naturalmente le vittime e i soccorritori, con contorno di giornalisti e intrattenitori.

Questa mattina lo stato era presente ai funerali col Presidente Ciampi e con Casini (futuro presidente del consiglio?), mentre Berlusconi riuniva nelle stesse ore il governo per stanziare i soldi necessari all’emergenza.

Ecco le cose tornate a posto : il presidente Ciampi che incarna il paese e i suoi sentimenti; Casini che impersona un’istituzione (e un futuro governo?) che cerca di mantenere in un difficile equilibrio democratico; Berlusconi che assume il suo ruolo di sempre, il signore dei soldi.

Così mentre a San Giuliano si piange e si solidarizza, a Roma si conta e si distribuisce : ognuno al proprio posto!

 Francesco Lo Duca    - 03-11-2002
Al supplizio Firenze c'è tutto l'anno.... crocifissione urbana... dissetata con spugne di idrocarburi... dilagare della volgarità...
Gliene incombe un pò di più per cinque giorni. Rimane solo da scommettere sul suo grado di tolleranza.

 Caelli Dario    - 03-11-2002
Non mi unisco al coro, alquanto stonato, dei commenti e dell'articolo. Ma veniamo a ciò che definisco stonato e che mi pare falsamente ideologico e poco credibile in ciò che ho letto.
Innanzitutto la questione del terremoto e della sicurezza delle scuole. Tralasciando la situazione concreta, dove sembra che ci possano essere delle responsabilità penali precise in merito alla ristrutturazione, faccio presente a voi che operate nella scuola e che quindi conoscete la realtà concreta al di là delle mistificazioni, che eistono tre questioni intrecciate: le strutture della scuola non appartengono al MIUR (ex MPI), ma agli enti locali, comuni per materne elementari e medie, provincia per le superiori. Gli interventi di manutenzione straordinaria come quelli di adeguamento a normative antisismiche, sono a carco degli enti locali e la scuola può solo chiedere, sollecitare e attendere. Al massimo può scioperare, scendere in piazza, raccogliere firme. E se qualche situazione è davvero così pesante a livello locale che lo si faccia, ma senza per questo mettere di mezzo ogni volta il governo. Secondo punto le aree sismiche vengono definite da organismi esterni alla scuola (per fortuna), ma alquanto lenti se in cinque anni di governo di sinistra e in 18 mesi di governo Berlusconi non si è riusciti a cambiare la definizione di quei luoghi in cui si è consumato il dramma. Sappiamo che in Italia i ritardi non sono mai colpevoli, ne mai lo sono stati (vedi operazione arcobaleno di dalemiana memoria).
Il terzo punto è che la scuola ha gravi problemi ai quali orgono soluzioni importanti. La riforma Moratti, al pari della riforma De Mauro-Berlinguer, sta alla larga dai nodi cruciali dei problemi anche per una scelta corporativa di noi insegnanti, che molto masochisticamente cerchiamo di osteggiare i cambiamenti tutte le volte che ci portano a rompere il nostro tran tran. Non che questo sia un iudizio benevolo verso quanto proposto nella riforma o una promozione della medesima. Però non si può criticare sempre se ci viene richesto un impegno supplementare o qualitativamente diverso.
Qanto a Firenze e al Social Forum ritengo che i temi che verranno affrontati nei giorni di riflessione fiorentini sono assai importanti e meritevoli di serie attenzioni. Non sono le cazzabubbole giornalistiche su Santoro o Biagi, sono temi di rilevanza mondiale. Certo non aiuta avere come interlocutori e vedere come protagonisti di questo movimento gente come Casarini e Agnoletto e ealtri loro prodi compagni che sono molto bravi con le parole nei talk show, ma nei fatti sdoganano i violenti quanto meno perché non hanno il coraggio di bandirli come fanno altri (esempio la CGIL, che pure io non ammiro per altre ragioni), non sono in grado di pesare un servizio d'ordine interno che partendo dalla base lascia a casa i violenti. E' un po' la storia delle tifosere di calcio che pur conoscendo i criminali che vi si aggirano, non li denunciano e non li lasciano a casa, finendo a diventare complici. Ma è davvero brutto pensare che Firenze possa essere deturpata da 100 vandali con bombolette e mazze. Io spero che tutto si svolga pacificamente perché sarebbe un rafforzare con le presenze la forza delle idee, che pure è già immensa e incensurabile. Ma per fare questo serve la convinzione di tutti che la violenza gratuita va bandita. Altro che prendiamo le armi, bruciamole. Le armi sanno solo portare morte, da sempre. Se oggi c'è una bataglia per la libertà la si cmbatta con le idee. I giornali, le riviste, la TV sono aperte alle riflessionie alle idee. Ci si scheri, come fanno tanti intellettuali, tanto che sembra una moda. Anche le reti del sciur Berlusconi sono aperte al dissenso. Basta pensare che Costanzo da la parola a tutti contro l'attuale maggoranza (ieri sera l'ha data a Frizzi che si sente un martire per la libertà di fare televisione cacciato alla Mamma RAI, mi viene quasi da piangere). Si scrivano libri, che anche se si è mediocri, come scrittori, Mondadori pubblica sempre (Dalema docet) e si possono pagare le rate della barca.
Un ultimo appunto. Io sono un elettore di centrodestra, ma non perché mi piaccia Berlusconi e il suo apparato, bensì perché la sinistra mi faceva schifo. Se l'ulivo deve presentare un impresentabile Rutelli, allora il mio voto non l'avrà mai. Se la sinistra si deve riconoscere in Cofferati e Moretti, allora con me ha chiuso. Se invece si sforzerà di elaborare un progetto serio, una degna continuazione del progetto di Prodi, con una figura di riferimento seria e degna di questo nome, allora si può fare, ma alle prossime elezioni.

 Pietro Graglia    - 03-11-2002
C'è un sottile senso di nausea ad accompagnare l'ascolto delle dichiarazioni
del luridume che governa l'Italia in questo inizio di XXI secolo.
L'on. Berlusconi, Presidente del Consiglio, con le salme ancora calde delle
vittime, balla su di esse e canta, con voce falsamente contrita: "la
ricostruzione non verrà fatta come in Umbria".
Si dica che cosa di quella ricostruzione è stato fatto male, in opposizione
alle volontà degli abitanti, vessandoli e fregandosene delle loro opinioni,
oppure si stia zitti, non si colga l'occasione per l'ennesima polemica
contro i comunisti che, oltre a mangiare i bambini, li fanno anche morire
sotto le macerie o li tengono al freddo e al gelo.

Ma non basta, come il Foscolo ha insegnato, cosa di meglio per i terremotati
del Molise che un bel monumento che ricordi le vittime? Ma certo, un
monumento con concorso di idee, processione dei soliti preti e dei soliti
moralisti da maceria, insignificanti ed inutili, ma immensamente
coreografici. Con l'eccezione del prete del paese: "Dio non ha fatto i
calcoli di quel tetto". Finalmente una tonaca che come apre bocca non invita
al perdono, sempre e comunque. Non serve un monumento, piduista che governi,
serve la ricostruzione seguendo le norme e le leggi, che esistono. Non
chiacchiere, ma ruspe, cemento, operai.
Ma tutte queste ruspe non devono costruire strade a scorrimento differenziato, per auto, pedoni, traffico pesante.
Forse non l'hanno detto, ma si tratta di un paese di 1200 anime (leggesi
milleduecento) che ha solo bisogno di un paio di milioni di euro per essere
rimesso in piedi, non di sedici corsie per Lunardi, già pronto
con l'appalto in mano e l'acquolina in bocca.
Chi invece sbava, e con ragione, è quell'altro cialtrone, Borghezio, della
Lega. L'hanno visto sul palco di una manifestazione di Forza nuova, dove
ignobili giovinastri, con la bava alla bocca pure loro, urlavano boia chi
molla, duce duce e inneggiavano al pelatone. E Borghezio, indegno
rappresentante delle istituzioni ormai distrutte, tuonava contro il ghetto
ebraico, e il fatto che lì vu cumprà non ve ne sono. Ma non esiste una legge
Mancino contro l'incitazione all'odio razziale? Dove sono i poliziotti, dove
cazzo stavano i carabinieri? Dove stracazzo stavano le forze del
maledettissimo ordine?!? Già sui pullman per Firenze, forse?

Tristissimo paese, questo, dove la retorica diventa arma politica sul sangue
dei morti, e dove non esiste misura e limite nell'andare a rincorrere i
superstiti, giovanissimi ancora sotto choc, per estrarre due parole per far
piangere a casa e far sballare l'audience.

Schifo, schifo, schifo e VERGOGNA, VERGOGNA, VERGOGNA.

(da Gargonza)

 Patrizia Martinenghi    - 04-11-2002
Complimenti! Ha saputo esprimere il disagio di tutti noi di fronte a quanto sta avvenendo e a quanto ancora ci toccherà vedere e sentire. Se davvero a Firenze la società civile mostrerà a tutti cosa si intende per senso civico, avremo tutti ottenuto una grandissima vittoria contro i nuovi barbari e contro i tentativi di imbarbarimento dei nostri giovani.
Bravo!