breve di cronaca
Sovverte la scuola pubblica
Repubblica Parma - 08-12-2009
I prof del Romagnosi alla Gelmini

Anche gli insegnanti del classico contro il ministro dell'Istruzione. Come già altri colleghi di Parma e provincia, i docenti del liceo alimentano 'l'Onda' dei prof con una dura lettera al Governo in cui esprimono "profondo sconcerto per l'assenza di dialogo".

E' la volta del Romagnosi. Dopo le lettere dei docenti dello scientifico Ulivi e dei colleghi della primaria di Langhirano, sono ora i prof del liceo classico di viale Maria Luigia a formalizzare la propria protesta contro i tagli del Governo alla scuola pubblica. In una missiva, sottoscritta già da 93 insegnanti, i docenti del Romagnosi lamentano l'assenza di dialogo con il ministero della Pubblica istruzione e parlano di "sovverimento dell'assetto della scuola" oltre che di modello liceale riportato "agli anni Venti del secolo scorso". La lettera è stata indirizzatta, tra gli altri, al ministero dell'Istruzione e agli Uffici scolastici provinciale e regionale. Eccone il testo:

Per la difesa delle nostre scuole

A tutti i docenti, studenti e genitori
Al ministro dell'Istruzione
Agli Uffici scolastici regionale e provinciale
Alla rete "La scuola siamo noi"
Alle organizzazioni sindacali
Ai partiti politici
Alla stampa
Agli Assessori alla pubblica istruzione del Comune e della Provincia di Parma

In qualità di docenti del liceo classico "G.D.Romagnosi", con l'i ntenzione di interpretare il comune sentire delle varie componenti della scuola italiana in tutti i suoi ordini e gradi, esprimiamo profondo sconcerto per l'assenza di dialogo e di confronto da parte del ministero dell'Istruzione con le diverse realtà scolastiche. Le proposte avanzate dalla scuola in questo anno, che avrebbe dovuto essere destinato al dialogo col ministero, non sono state considerate o sono state rifiutate. Dobbiamo perciò constatare che quanto sta attualmente procedendo non è un itinerario condiviso di riforma del sistema scolastico, ma semplicemente un drastico taglio alle risorse, dietro alle quali si intravede un attacco alla scuola pubblica.
Tale estraneità agli innumerevoli appelli ed alle vaste e circostanziate rimostranze si manifesta anche nella deliberata confusione, mancanza di precise informazioni o proliferazione di informazioni contraddittorie su aspetti fondamentali dell'attività scolastica proprio nel momento in cui già i vari istituti dovrebbero poter presentare ai futuri iscritti ed ai loro genitori il Piano dell'offerta formativa (Pof).

Il quadro offerto dall'istituzione ministeriale che dovrebbe governare la scuola rimanda ad un
disegno di forte sovvertimento dell'assetto della scuola stessa: insieme a tanti colleghi con cui ci siamo confrontati riteniamo che il "riassetto", presentato come un risparmio di risorse, si configuri bensì come spreco di risorse didattiche ed umane costruite negli anni e come un elenco di tagli indiscriminati che renderanno assai problematici una didattica di qualità, gli interventi individualizzati, il dialogo col mondo circostante la scuola, il recupero di disabilità, la promozione di eccellenze.

La logica dei tagli renderà necessario il ricorso al finanziamento privato che mortificherà il carattere libero della cultura impartita dalla scuola.

L'abolizione, inoltre, di percorsi sostanzialmente innovativi come il bilinguismo, il potenziamento della storia dell'arte e della matematica, della frequenza ai laboratori in molte istituti tecnici mostra il forte disinteresse nei confronti di una scuola che, con l' autonomia, ha elaborato un'offerta formativa premiata da iscrizioni, riscontri, successi documentati. Con riferimento al liceo classico, esso viene ricacciato nel vecchio modello liceale degli anni Venti del secolo scorso, solo mascherato dalla dichiarazione che si concedono ore in più all'inglese, quando in realtà si tolgono tre ore curricolari e si elimina la seconda lingua in curricoli divenuti ormai di ordinamento, ed in linea col percorso dell'Unione europea che ha come lingue ufficiali due lingue comunitarie.

Occorre altresì denunciare che tale "riassetto" comporterà pesantissimi tagli all'occupazione e costringerà docenti di comprovata professionalità a "riconvertirsi" per l'insegnamento di discipline diverse dalla propria, per le quali non hanno titoli o competenze specifiche
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