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Divieto d'infanzia. Muore sul lavoro in Italia 11enne cinese
Doriana Goracci - 04-12-2009
Apprendo da un comunicato stampa rilasciato da Carmine Celardo che, a Macerata, una bambina undicenne di etnia cinese è morta in seguito alle esalazioni tossiche sprigionatesi all'interno di un tomaificio in cui lavorava nelle ore pomeridiane al rientro da scuola.

Sul Divieto d' Infanzia, psichiatria controllo e profitto, scrive Chiara Gazzola:

"Il comportamento dei bambini non sempre soddisfa le aspettative della comunità adulta. Dei disagi infantili si preoccupa sempre meno la pedagogia e sempre di più la psichiatria e la genetica. La diagnosi ADHD (sindrome da deficit dell'attenzione e iperattività) rappresenta l'esempio più eclatante. Le cure chimiche previste (come il Ritalin) interferiscono nella crescita a livello neurologico, la diagnosi considera il soggetto malato a causa di un comportamento 'non idoneo' a una società sempre più omologata e omologante. Se si ritiene che l'ambito sociale e relazionale, nel quale un bambino cresce, sia poco importante e si incasella come patologia ogni comportamento che non rispecchia i canoni di presuntuosi obiettivi formativi, la soluzione verrà demandata ad esperti che si avvalgono di cure farmacologiche invasive. Così si distrugge l'infanzia, la fantasia, la libera espressività; su tutto ciò cala un sipario di silenzio che va rialzato".

Vi sottopongo anche questo testo:

"L'impatto della globalizzazione e della trasformazione socioeconomica del paese, l'espansione delle migrazioni dalle aree rurali alle città, il declino dei servizi sociali di stato a causa della privatizzazione, hanno ridotto le capacità delle famiglie più povere di provvedere ai diritti fondamentali dei propri figli.Le riforme economiche e la decentralizzazione amministrativa hanno portato al finanziamento dei servizi pubblici a livello regionale e locale. Questo processo ha accentuato le differenze tra regioni nell'accesso e nella qualità dei servizi di base. Le aree più povere, infatti, non riescono a provvedere ad adeguati servizi pubblici. Tutto ciò si ripercuote sui minori, i più vulnerabili. In una società più complessa e frammentata, alcuni gruppi sono più marginalizzati, in particolare i migranti, i bambini che vivono o lavorano nelle strade, i minori disabili che vivono nelle aree rurali, i minori provenienti dalle minoranze etniche e le famiglie mono-parentali. Le riforme economiche e l'individualizzazione hanno portato a nuovi rischi tra i minori, che sono sempre più esposti allo sfruttamento e all'abuso (lavoro, criminalità, sfruttamento sessuale)".

Non si parla quì sopra dell'Italia, beninteso, ma della Cina e del lavoro minorile che vede coinvolti 10 milioni di bambini . L'analisi viene fornita da Scuole in gioco: è una ricerca sull' infanzia sfruttata in Cina, del Liceo classico "Manzoni" Milano - 5^E, con la sua docente Maria Teresa Savarè.

Concludo con la notizia che mi fa affiorare una smorfia a dir poco di nausea, quanto avevo letto e archiviato nei giorni scorsi, ripromettendomi di approfondire in seguito:

www.newtuscia.it

Chissà se ci faranno vedere i funerali della bimba cinese. Forse vedremo i bigliettini dei compagni, i mazzolini di fiori: c'è da giurarci che chiederanno una preghiera e il silenzio composto.

E noi a sentire musica...d'intrattenimento.

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