Parigi: per fame e per sete
Giuseppe Aragno - 01-07-2009
D'accordo. In Italia abbiamo i nostri guai e da solo Brunetta vale un terremoto.
E' vero. Non è facile rompere il silenzio prezzolato di pennivendoli, guitti. velinari e cavalier serventi. E lo so bene: un paese che senza batter ciglio si lascia governare da Brambilla, Sacconi, Carfagna e Gelmini, non ha più diritto d'indignarsi.
I tempi sono quello che sono, lo so, e facciamocene una ragione, ma i conti con la coscienza ognuno li fa come crede e c'è un limite a tutto.



Diciamolo, però, urliamolo forte: è disumana e feroce - disumana nel senso giuridico della parola, perché contraria ai diritti umani - la scelta della Confédération Générale du Travail, il sindacato della sedicente "gauche", che ha fatto ricorso alla forza per riprendersi i locali della storica Bourse du Travail occupati da migranti.


E' disumano che uomini, donne, bambini, centinaia di immigrati senza permesso di soggiorno - in Francia li chiamano "sans papiers" - siano ora accampati alla men peggio sul marciapiede del Boulevard du Temple, di fronte al sindacato, sorvegliati a vista dalla polizia, tenuti in isolamento da un vero e proprio cordone sanitario e sottoposti a una pressione fisica insostenibile che ha uno scopo evidente e vergognoso: prenderli per fame e sete, costringerli alla resa mentre vanno arrosto nel caldo mortale di questi giorni.







In tanta furia, però - questo è umano e conforta - in tanta feroce determinazione - questi disperati stanno resistendo. Sono deboli, soli, sconfitti e figli di sconfitti, ma resistono. La Francia gli ha negato storia e dignità, e loro tengono duro e quasi sopravvivono a se stessi, per denuciare questa sorta di colonialismo sindacale che è tutto quanto resta dell'Europa di Spinelli.

Sono lì, davanti al sindacato, prova vivente della miseria e della povertà dell'Africa e dito puntato contro la nostra coscienza sporca e la nostra penosa storia di "potenze" coloniali.

Sono lì, e per portar loro un po' d'acqua e un pugno di riso, per ricordare al potere che la solidarietà e la rabbia non sono ancora morte, c'è chi discute coi gendarmi e li lavora ai fianchi, poi, quando la notte allunga le sue ombre pietose su tanta miseria, passa non visto o ignorato - il potere ha pieghe davvero misteriose - e rischia l'arresto per rifocillarli.






Ora, se qualcuno se la sente, venga avanti e cominci a blaterare di civiltà occidentale, di "democrazia di esportare", di virtù teologali e cardinali, di fede, di speranza e carità. In nome del suo dio, però lo metto in guardia: non rispondo di me stesso.

C'è stato un tempo in cui, accogliendo da ogni dove artigiani e operai per quell'Esposizione Universale di cui ci resta, ironica e infelice, la sola Tour Eiffel, i sindacalisti francesi pensavano di far lezione al mondo: "le groupement socialiste - dicevano orgogliosi - cherche à sopprimer l'antagonisme du travail e du capitalisme, par l'etablissement d'une société ègualitaire".
Era il tempo in cui gli spiriti liberi dichiaravano di avere due patrie e la seconda per tutti era la Francia.







Tutto quanto rimane di quegli anni lontani è un pugno di riso e poche bottiglie d'acqua portate da una pattuglia di militanti dei nostri "anni di piombo", sans papiers della rivoluzione e cittadini del mondo che Maroni e soci vorrebbero seppellire nelle nostre galere.

Pensatela come volete, a me pare evidente: la sfida al potere si rinnova. E' disperata, come i tempi che viviamo, ma è anche un lampo d'umanità che si oppone al terrorismo del capitale. Quel terrorismo che non si processa.





In sottofondo Clandestino, di Manu Chao:

"... Sono ... un fantasma nella città ...
Solo vado con la mia pena
sola va la mia condanna
correre é il mio destino ..."







interventi dello stesso autore  discussione chiusa  condividi pdf

 Adriano    - 03-07-2009
I “sindacati” in Francia, in modo diverso dall’Italia ma della stessa sostanza (l’argent) sono destinatari di soldi che gli vengono direttamente dalle imprese (hanno una percentuale che viene dalla massa salariale e non dagli iscritti) “amministrano” (si fa per dire) cifre importanti con numerosi casi di malversazione portati alla luce e finiti in una bolla di sapone. Sono un potere assoluto in alcune aziende “di stato o parastato” o di importanza “nazionale” e vivono di un assistenzialismo che aiuta i peggiori e soffoca ed infastidisce tante persone di grande volontà e correttezza che vivono in questo paese. Per quanto riguarda i gendarmi…
abbraccio i nostri meravigliosi carabinieri ogni volta che torno in Italia. Cow boys di basso rango: se li conosci li eviti!!!

 Sylvia Guzmàn    - 03-07-2009
No consigo ahora escribir en italiano, lengua hermosa donde las haya que, por otra parte, conozco muy bien, ya que la ira por lo sucedido en París – capital de una de las “democracias” más antiguas y consolidadas de Europa – me corroe las entrañas y apenas me permite hacer otra cosa que no sea gritar, gritar hasta perder la garganta por la infignación y el dolor que siento a causa del atropello brutal a los más débiles, con cuya desdicha infinita me solidarizo desde lo más profundo de mi corazón y de mi conciencia.
He sabido no solo por el magnífico artículo de Geppino Aragno, sino por fuentes bien informadas presentes en París, de la tropelía de la que han sido víctimas todos aquellos inmigrantes africanos que, junto a sus familias, desesperados y faltos de cualquier recurso, de documentación en regla (que han intentado solicitar o que, incluso, han solicitado en su momento, exhaustos por tener que dar – con el estomágo vacío y el corazón en un puño – “pasos de ciego” por los interminables laberintos burocráticos de ese sistema legal democrático que, quizá, no se la conceda nunca o, a lo sumo, les facilite una especie de “papel mojado”, de poca valía y pronta caducidad), se han visto en la necesidad de buscar un techo en un inmueble propiedad de la CGT (¡viva la propiedad intocable de los agentes sociales!!!), sindicato histórico de una presunta izquierda charlatana y pervertida que, pese a haber tenido dicho inmueble en absoluto desuso durante largo tiempo, ahora les han faltado los minutos para llamar a las “fuerzas del orden”, con el fin de que expulsaran de ahí, de la peor de las maneras, a los más indefensos, a aquellos que padecen una miseria ancestral producida por la secular y sistemática rapiña occidental – una de ellas, la francesa – en su continente de origen.
Francia, desgraciadamente, no es una excepción en el larguísimo listado de las actuales democracias de pacotilla que, entre otras cosas graves, muy graves, viven bien y se suceden mejor a costa de la dignidad y de la piel de los hombres que pueblan este mundo. Un mundo al que pretenden doblegar, a cualquier precio humano, con tal de que el “orden” establecido no solo no se tambalee, sino que se refuerze.
Pese a la opresión imperante, cualquiera que sea la raza o la nacionalidad de pertenencia, he de aclarar que soy blanca, europea por familia y por nacimiento, pero siento tal vergüenza de este llamado “primer mundo” que no habré de dudar, mientras me quede un soplo de vida, en ponerme del lado de aquel que esté aún más indefenso que yo, aunque los estómagos agradecidos al sistema establecido decidan tragárseme de un bocado para seguir engordando y, una vez, somnolientos por la digestión, vuelvan a cerrar plácidamente los ojos en una siesta imperturbable.
Desde aquí, gracias de corazón a Geppino Aragno, así como muchas gracias, junto a mi respeto y admiración, a todos los compañeros de París que, una vez más, se han enfrentado al poder con inteligencia, buen hacer y valor.
Salud y revolución.

 Giuseppe Aragno    - 03-07-2009
Grazie a te Sylvia. grazie a todos los compañeros de París, come tu li chiami nella tua bella lingua. Non so bene perché, sarà semplicemente follia o qualcosa che somiglia da vicino alla demenza senile, ma più passa il tempo e vedo che la notte si fa buia, più credo fermamente nell’alba che verrà. E mi ripeto due parole vostre, tragiche ed epiche, di cui vi siamo debitori: no pasaran. Non so quanto tempo occorrerà, non conta ch’io lo veda, è certo che verrà. L’alba cancella la notte, è legge di natura, e la luce sicuramente torna.
Salud y revoluciòn.
Geppino


 Lorenzo Mortara    - 03-07-2009
Che bello questo articolo, completamente d’accordo!

 Giuseppe Aragno    - 03-07-2009
Non è bello, Lorenzo. No. E' amaro e agghiacciante come un grido di rabbia impotente. O forse no. Forse è un invito a dire basta, a cercare assieme una via - chi come te comincia e come me si avvia a passare il testimone - per uscire dal tunnell in cui siamo finiti.

 oliver    - 03-09-2009
Non riesco a capire la tua indignazione o irritazione nei confronti di un mondo che è sempre più chiuso all'interno di circoli privati frequentati da ricchi e ben pensanti. Il mondo è questo. Al di la delle dichiarazioni e degli articoli vorrei sapere chi è per un mondo diverso in cui vengono recuperati valori come la dignità degli uomini senza distinzione di sesso, razza e colore, chi, per cortesia mi si dica. Io sono da quella parte, purtroppo molti ignorano che esiste un altro modo di poter organizzare questo vivere schifoso.