Eppure ... il cielo è di tutti
Ringraziamo la Fondazione Franceschi per il suo "viaggio con i diritti" e volentieri diffondiamo questo "progetto teatrale sul tema dei diritti dei bambini, dell'integrazione e della pace, ideato e scritto da Marco Pagani in collaborazione con le scuole medie Franceschi - Quasimodo e Ungaretti, di Milano. (Brani tratti da Karl Valentin e Gianni Rodari)" -
Red
Ai lati opposti del palco ci sono due tavolini con due PC portatili, dove siedono un ragazzo e una ragazza che si sono incrociati casualmente in internet e si sono messi a chattare. Leggono ad alta voce le loro mail, mentre al centro del palco si alternano le scene delle varie classi che sviluppano i temi lanciati dai protagonisti. All'inizio c'è il narratore Modou che introduce la storia e presenta i due protagonisti.
Modou
Questo qui è G, un ragazzo di Milano, ma proprio di milano milano?, sì ! che rarità!, un vero autentico milanes! che si chiama Giovanni, ma si fa chiamare G, e nel giorno del suo dodicesimo compleanno (Si sente un coro dalle quinte: Tanti auguri a te!...) ha ricevuto in regalo un bel computer portatile. E questa è G, anche lei, che fantasia!, stesso nome, ma abita dall'altra parte della terra, in Asia, in un villaggio sperduto dove non c'è acqua, non c'è gas, non ci sono negozi, anzi sì, ce n'è uno, che vende di tutto, tranne le medicine, un negozio dove si può telefonare, vedere l'unica TV della zona, ma l' internet point (sapete cos'è?) un posto dove si possono mandare delle mail col computer e costa meno del telefono. Il più vicino si trova a dieci chilometri da lei. Così ogni giorno G, ma il suo nome intero è Giada, fa venti chilometri, dieci +dieci, per andare all'internet point e passa delle ore a scrivere lettere a tutti, mentre fuori dal negozio si forma la coda di gente che vuole usare il computer. Ha imparato a chattare e una chat, cos'è la chat, è una gatta, una gatta veloce come la luce, e G lancia una chat, una gatta volante che fa il giro del mondo in un secondo e arriva per caso nel computer di G. Già, adesso come si fa coi nomi?
Giada
Io mi chiamo G e tu?
Giovanni
Anch'io mi chiamo G
Giada
No, io mi chiamo G
Giovanni
Anch'io mi chiamo G
Giada
Mi stai prendendo in giro?
Giovanni
No. G, mi chiamo G come "giuro". Tutti mi hanno sempre chiamato G, anche se però sulla carta d'identità mi chiamo Giovanni
Giada
Io mi chiamo G, ma il mio nome intero è Giada e ho dodici anni
Giovanni
Ah, hai un nome da donna?!
Giada
Cosa c'è di strano? Sono una ragazza. E tu?
Giovanni
Io no.
Giada
Avevo capito che non eri una femmina, ma quanti hanni hai?
Giovanni
Dodici, no anzi, quattordici. Li ho compiuti ieri e mi hanno regalato il computer, questo, da cui ti sto scrivendo.
Giada
Io invece ti scrivo da un internet point perché... perché? Perché il mio computer si è rotto e l'ho portato ad aggiustare...
Giovanni
Io oltre al computer ho la play-station, la batteria, il cellulare, gli sci, la bici, il motorino, e la ragazza. Sono alto un metro e ottanta, ho gli occhi azzurri, sono campione di nuoto e sono ipocondriaco
Giada
Io sono alta un metro e novanta ho gli occhi verdi, i capelli biondi e il naso all'insù, mi piace stare qui vicino ai miei genitori e giocare con le mie amiche, quando fa bello andiamo tutti i giorni al fiume a fare il bagno. Il mio paese è bellissimo. Ma cosa vuol dire ipocondriaco?
Giovanni
Me l'ha detto lo psicologo: vuol dire che penso sempre di avere tutte le malattie. E poi ha detto che non riesco a concentrarmi perché penso sempre ad altro. A me piacerebbe viaggiare. Ma non un viaggio piccolo,vorrei viaggiare sempre, all'avventura, fare il giro del mondo.
Giada
Una volta ho letto in un libro che "chi viaggia riconosce il poco che aveva e che ha lasciato, scoprendo il molto che non ha e non potrà mai avere". Perché hai così tanta voglia di viaggiare?
Giovanni
Perché i miei genitori mi rompono, gli insegnanti mi rompono, tutti gli adulti mi rompono!
Vorrei trovare una città dove non ci siano tutti questi adulti che ti dicono in ogni momento quello che devi fare. Una città con due orologi uno lento per i ragazzi e uno veloce per i grandi che hanno sempre fretta.
scena 1° collettiva.
TEMA: PRIGIONIERI DEL TEMPO. La classe forma una grande sveglia intorno al nosro giovanotto che dorme, tic tac tic tac.... Driiin, i TIC rappresentano il "dovere" (
Svegliati, muoviti, hai preso tutto? Hai fatto i compiti? Hai mangiato i cereali?Ti sei lavato i denti? Devi tornare in orario!) i TAC invece "il piacere" (
Ma sì, dormi ancora un po', fatti una partita a video game, forse puoi bigiare e fare la giustifica falsa...) e si contendono Giovanni come in un tiro alla fune, finchè non vincono i TIC e Giovanni prende lo zaino e si decide ad andare a scuola
Si riaccende la luce sulle due postazioni internet di Giada e Giovanni
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