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Parliamone
Ilaria Ricciotti - 12-01-2009
Buonepratiche politiche e sociali


Metodo per produrre di più: bastone e carota


Dal "Corriere della Sera"

Brunetta: «Tocca agli impiegati pubblici tirarci fuori dalla crisi» Il ministro: «Col bastone e la carota 40% di produttività in più». Cgil «grande nemico». Il sindacato: «Paranoia»

ROCCARASO (L'AQUILA) - «Il tornitore della Ferrari ha il sorriso e la dignità di dire al figlio il lavoro che fa, l'impiegato al catasto no». Lo ha detto il ministro per la Pubblica Amministrazione Renato Brunetta, dal palco di «Neveazzurra» a Roccaraso (L'Aquila).

IL BASTONE E LA CAROTA - A giudizio di Brunetta «Se uno ora fa il professore, il burocrate, l'impiegato al catasto, si vergogna». «Voglio che la nostra burocrazia sia come la Ferrari: perchè non può esserlo, che cosa le manca? La qualità media dei dipendenti è anche più alta, la rivoluzione è possibile». «Noi dobbiamo uscire dalla crisi con un Paese diverso», ha aggiunto Brunetta. «Adesso che siamo in una crisi globale - ha sottolineato - c'è questa grande occasione: dobbiamo instillare il senso di responsabilità con un bastone. E la carota è l'orgoglio».

«TOCCA A DIPENDENTI PUBBLICI TIRARCI FUORI» - «In questi tempi molti lavoratori del privato temono la cassa integrazione, mentre i lavoratori del pubblico non hanno questa paura. Se c'è questo privilegio, sono loro che devono tirare fuori l'Italia della crisi», ha proseguito il ministro. «Pensate il traino che può avere l'efficienza della P.A. sul resto dell'economia». «Abbiamo tutte le condizioni per farlo: contratto, capitale umano, posto sicuro» e per questo i dipendenti pubblici «devono avere l'orgoglio di dire "dalla crisi siamo noi a tirarvi fuori". Se ciascuno dei 3 milioni 600 mila dipendenti aumenta la sua produttività c'è più efficienza e qualità per imprese e famiglie. Pensate solo ai tempi lunghissimi della giustizia».

«GIUSTIZIA IN SITUAZIONE PRE-INDUSTRIALE» - «La giustizia in Italia ha problemi di carattere organizzativo. Nei tribunali c'è una situazione preindustriale. Il 90% dei problemi della giustizia in Italia si chiama efficienza, produttività, trasparenza, spendere bene i soldi». A giudizio di Brunetta «finora l'inefficienza della P.A. ha fatto da freno a mano, ed è la ragione per cui noi cresciamo meno dell'Europa. In questo momento di crisi, abbiamo questo vantaggio» di poter agire sull'efficienza della P.A., e il ministro vuole farlo «col bastone e con la carota: voglio tirare fuori un 20, 30, 40% di produttività in più. La carota è che se l'Italia cresce di più ci sono più risorse per tutti, la carota è la dignità».

«LA CGIL È IL MIO NEMICO» - Dal palco di Roccaraso Brunetta ha parlato anche dei suoi rapporti con opposizione e sindacati. «Ho avuto buonissimi rapporti con il Pd, come dimostra il fatto che sulla mia legge al Senato c'è stato quasi un voto unanime». «Non è stata la stessa cosa sul fronte sindacale - ha proseguito -: io ho avuto un grande nemico che è stata la Cgil, che su tutte le mie iniziative non ha mai detto di sì. La cosa mi dispiace molto perché la Cgil è un grande sindacato, ma i sindacati - ha concluso - quando sono conservatori non servono al Paese».

CGIL: «PARANOIA» - «Il ministro Brunetta passa dalla megalomania alla paranoia»: questa la replica di Carlo Podda, segretario generale della Fp-Cgil. «Il ministro - continua Podda -, resosi conto che ormai l'opinione pubblica ha smesso di abboccare agli annunci di miracolosi risparmi e recuperi di efficienza nei servizi pubblici, visto che ciascun cittadino e impresa è in grado di verificare che tutto è come prima, ha deciso di individuare "il nemico" e manco a dirlo il nemico è chiunque osi avere un parere diverso dal suo». Podda aggiunge che la Cgil «rivendica per sé, da primo sindacato dei lavoratori pubblici qual è, la capacità di indicare una strada autentica per le riforme e per la difesa di quanti lavorano, a iniziare dai precari che a partire da giugno in circa 70.000 il ministro Brunetta licenzierà». Anche per questo, venerdì 13 febbraio la Fp-Cgil, insieme alla Fiom, ha indetto il più grande sciopero e la più grande manifestazione nazionale del lavoro pubblico».

11 gennaio 2009


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