Siete piccini perché siete in ginocchio
La Redazione - 22-10-2008
A difesa della scuola e dell'università è uno "spazio" aperto in cui "Fuoriregistro" raccoglie e cerca di far circolare notizie sul largo e sempre più forte movimento che si oppone con crescente decisone alla legge Gelmini e al disegno politico che la sottende. Se pare più opportuno dare un particolare risalto alla notizia che segue, isolandola dalle altre, non è perché essa sia particolarmente rilevante rispetto alle mille che si registrano a ritmo incalzante giorno dopo giorno. No. Il fatto è che a segnalare la notizia al gruppo "Gelmini no", che è in prima linea nell'opposizione alla legge 133, non sono insegnanti o studenti, ma Alfonso De Vito, un esponente di primo piano della rete ambientalista di Napoli, cui da tempo fanno capo alcuni dei principali protagonisti della durissima battaglia che ancora si combatte sulla questione dei rifiuti. Una battaglia nella quale da tempo - e non a caso - sono impegnati numerosi insegnanti. La notizia vera, quindi, è questa: amici e compagni di una lotta che si svolge su un terreno apparentemente lontano mille miglia dalla questione della scuola, affidano al tam-tam degli insegnanti una cronaca della giornata vissuta a Napoli dagli studenti e l'accompagnano con poche parole che, per chi vuol capire, assumono un preciso significato politico: esse avviano, infatti, quel "salto di qualità" che, collegando finalmente la questione della scuola al tema complesso, più ampio e decisivo della democrazia, tende ad aggregare le diverse realtà in lotta - rifiuti, scuola, Dal Molin, No Tav, acqua, lavoro, immigrazione, ecc. - per mettere a frutto le esperienze maturate e aprire finalmente uno scontro generalizzato, forte e concreto, su un tema di fondo - quello della democrazia - entro il quale si colloca evidentemente la questione della scuola.

La Redazione




"Stop Gelmini! Difendiamo scuola e Università pubbliche"

• Oltre 5000 studenti in piazza contro Berlusconi e Marcegaglia che si incontravano a Napoli
• Da stamani in occupazione il liceo Genovesi (per contatti nella scuola 3311073594 Roberto)
• Domattina assemblea d'Ateneo dell' Università Orientale (ore 10.00 Aula T1 - Palazzo del Mediterraneo - via Marina n.59)


Comunicato



Oggi 21/10/2008 circa 5000 studenti, medi e universitari, che stanno caratterizzando quest'autunno napoletano in lotta contro la riforma Gelmini, hanno attraversato le vie del centro di Napoli.
Il corteo, chissà perchè non autorizzato dalla Questura, è partito da piazza del Gesù in direzione della sede napoletana di Confindustria, dove in un primo momento doveva tenersi una visita del premier Berlusconi oggi in citta'. Al divieto della questura di proseguire oltre piazza del Plebiscito, divieto a cui gli uomini di Via Medina adducevano motivi di sicurezza, ci siamo diretti verso via Toledo.
Poco prima del Teatro San Carlo, abbiamo svoltato improvvisamente verso Via Verdi per poi dirigerci di corsa verso Via Toledo seminando il cordone di polizia per riprenderci così la "vetrina dello shopping" napoletano (strada sempre vietata ai cortei) al grido di "Noi la crisi non la paghiamo!". Slogan che sta contraddistinguendo le mobilitazioni a livello nazionale. Specie dopo che il governo ha spiegato come i tagli ulteriori all'istruzione sono al terzo posto tra quelli previsti per sostenere i crac finanziari delle banche.

Il corteo si e' perciò soffermato per diversi minuti fuori alle sedi centrali del Banco di Napoli / San Paolo Imi e della Bnl. Sulle vetrine degli istituti bancari sono apparse scritte "non pagheremo noi la vostra crisi".
Il corteo è poi proseguito verso piazza del Gesù ricongiungendosi con gli studenti del liceo Genovesi che occupano la scuola da stamattina.
Il movimento studentesco dopo una assemblea in piazza del Gesù si è dato come prossimo appuntamento l'assemblea d'ateneo che si terrà domani 22/10 presso l'aula T1 di palazzo del mediterraneo in via Marina 59 (Università Orientale) dove verrà discusso il blocco dell'anno accademico nelle facoltà in agitazione, considerato dagli studenti e dai precari della ricerca l'unico strumento per bloccare la legge Gelmini e riprendersi il futuro di un intera generazione consegnata alle logiche della precarietà.

Per contatti: 3406437706 Valerio Orientale, 3334375899 Federico lettere
Assemblea Stop Gelmini

"Forse, scrive, Alfonso, c'è bisogno di un maggiore coordinamento tra quel che pure si muove già". E' la dimostrazione che un punto esenziale comincia finalmente a chiarirsi: la scuola non può vincere da sola, ma può e deve essere uno dei motori della protesta che cresce nel Paese. Attorno alla difesa di scuola e università possono aggregarsi i lavoratori minacciati nella sicurezza fisica, nei diritti e nel salario, gli immigrati che si tenta di colpire anche attraverso le leggi sulla scuola, le famiglie, che vedono i giovani privati del diritto allo studio in un sistema formativo statale laico e ad un tempo di massa e di qualità - non è demagogia e le due prospettive non sono incompatibili - che non sia subordinato esclusivamente alle esigenze del mercato del lavoro, ma punti soprattutto a far nascere cittadini e a sviluppare l'intelligenza critica. Se questo processo si avvia - e l'intervento breve, ma potiticamente centrato dei Comitati di lotta per l'ambiente dimostra che le cose vanno in questa direzione - allora non ci sono dubbi, la scuola e l'università non sono isolate e la partita è tutta da giocare.
Per ora è solo una tremolante fiammella, ma potrebbe diventare in breve la scintilla che accenda la protesta e metta in moto finalmente un cambiamento o, quantomeno una inversione di tendenza. "Siete piccini perché siete in ginocchio" recitava e incitava alla fine dell'Ottocento uno "slogan" del primo socialismo. La storia non si ripete e nessuna lotta resusciterà un mondo che esce battuto dal suo palcoscenico. E tuttavia l'incitamento è ancora validissimo e ricco di significati. Lo ripetevo stamattina in un'aula stracolma a giovani studenti ai quali si sta cercando di rubare la speranza. "Siete piccini perché siete in ginocchio, ma se trovate modo di levarvi in piedi, non c'è forza che possa fermarvi". E uno m'ha detto: "la dignità non è in vendita.
Non credo sia un caso: mentre la piazza si muove da un capo all'altro del Paese e invano la polizia, a Milano, attacca ferocemente studenti e professori, stasera la Gelmini, viso teso un velo d'incertezza nella voce, ha dichiarato di "voler capire le ragioni di chi protesta". Qualcosa s'è mosso e una crepa da qualche parte s'è aperta. La strada è lunga, ma dall'altra parte della barricata cominciano a capire che su Roma stavolta marciano studenti e lavoratori.

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