breve di cronaca
Studenti inviano a Fioroni dossier su liste neofasciste
Diregiovani - 27-11-2007
Scuola. Studenti inviano a Fioroni dossier su liste neofasciste

(DIRE) Roma, 27 nov. - Negli scorsi giorni avevano già scritto al ministro della Pubblica istruzione Fioroni e al prefetto di Roma Mosca per denunciare l'escalation di liste inneggianti al fascismo nelle scuole romane. Oggi hanno fatto un passo in più: un gruppo di studenti capitolini ha presentato ai responsabili di viale Trastevere un dossier di documentazione sulle liste neofasciste negli organi di rapppresentanza degli istituti scolastici per chiedere "interventi immediati". Gli alunni della Capitale chiedono che le liste che inneggiano a fascismo e nazismo "siano ritenute illegittime" e che, pertanto, "i voti delle elezioni studentesche siano riconteggiati considerando nulli quelli che sono andati a tali liste".

Per quanto, infatti, sostengono gli studenti, "numericamente il consenso a queste liste sia molto limitato, si tratta, per quanto riguarda, ad esempio, la Consulta Provinciale di una percentuale inferiore al 4%, è inaccettabile che simili gruppuscoli impongano con la violenza la loro indecorosa e pericoloso propaganda". In particolare, il dossier documenta la natura "neofascista, xenofoba ed antisemita delle liste collegate a Blocco Studentesco e a Lotta Studentesca". Il dossier si compone di una prima parte che raccoglie i materiali di propaganda e di presentazione di queste liste. Ad esempio il primo volantino diffuso dal Blocco studentesco su cui si legge "Sveglia, bastardi. I fascisti sono tornati". Ma anche i programmi delle liste come quello di lotta Lotta Studentesca. Uno dei punti recita "contro la faziosità antifascista portata avanti sia dalla maggior parte dei docenti che dai libri di testo obbligatori, che ripropongono fino alla nausea la loro fede multietnica e i "drammi" dell'olocausto".

Segue, poi, una vasta rassegna stampa, a partire dall'anno scorso, in particolare sulle diverse aggressioni ai danni di studenti. In diversi casi, persino "rivendicate" da comunicati pubblici, come accaduto per gli eventi avvenuti fuori dal Liceo Newton. Seguono esempi degli episodi di violenza: l'aggressione al liceo Mameli (un naso rotto), le scritte omofobe e celtiche al liceo Aristofane, l'aggressione alla Consulta provinciale (una ragazza ferita), un'aggressione al Tasso occupato con chiavi inglese (cinque punti in testa per un ragazzo), un volantinaggio al Newton con un colpo di catena ad un ragazzo che aveva rifiutato il volantino. La terza parte del dossier si compone, infine, di una raccolta di alcuni interventi dai forum (moderati) di queste organizzazioni: si va dagli insulti agli omosessuali alle peggiori battute sugli ebrei, raccontano i curatori del documento, per finire con qualsiasi epiteto contro i partigiani sempre definiti "infami". E fioccano persino slogan come "Istria, Fiume, Dalmazia: né Slovenia né Croazia".

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 Franca Colonna    - 29-11-2007
Estirpare le erbacce è un'impresa difficile, quasi impossibile, lo sa bene chi ha un giardino. Non ho alcuna simpatia per certi gruppi, ma penso che sia "giusto" si presentino con le loro liste e che facciano conoscere le loro idee perverse. Le persone leggeranno, si renderanno conto e decideranno di conseguenza. Ovviamente le azioni violente di questi individui dovrebbero essere severamente represse perchè ogni forma di violenza va sempre e comunque combattuta. Bisognerebbe evitare a questi individui dalle teste vuote all'interno, ma dure all'esterno, di ammantarsi del ruolo di martiri di cui si approprierebbero se venissero censurati. Non aspettano altro.

 dal sito Foruminsegnanti.it    - 02-12-2007
Marina Boscaino
25 novembre 2007
da l'Unità

La Costituzione italiana vieta qualunque recrudescenza di fascismo. Nonostante ciò le scuole romane - e non solo, ne sono certa - sono state recentemente teatro di episodi che contraddicono apertamente questo divieto. Episodi agghiaccianti, come quello verificatosi durante il corteo nazionale del 12 ottobre, al termine del quale uno studente è stato ricoverato con 15 punti di sutura in testa; oppure l’aggressione agli studenti del liceo Tasso «ad opera di chi sostiene di volantinare, ma lo fa armato di cinghie e manganelli»; o ancora il pestaggio di tre ragazzi in un parco di Ostia. Per non parlare delle scritte intimidatorie comparse davanti al liceo Aristofane all'indirizzo di due ragazze lesbiche, firmate da celtiche e svastiche.
Questa allarmante recrudescenza di neofascismo è stato il tema di un incontro presso la Casa della Memoria e della Storia, organizzato dall'Anpi e da alcune associazioni studentesche: un momento importante, che concretizza in maniera significativa un simbolico «passaggio di testimone» tra generazioni lontane. E la necessaria, lungimirante consapevolezza che solo coinvolgendo i più giovani sarà possibile continuare a far vivere realmente come fondativi della democrazia nel nostro Paese i valori incarnati dalla Resistenza. L'incontro si è concluso con un appello indirizzato al ministro Fioroni «affinché siano predisposte adeguate misure per far sì che non possano esserci, nelle scuole, propaganda e rappresentanza studentesca con idee di matrice evidentemente neofascista». E al quale hanno già aderito Alessandro Portelli (storico e delegato del Comune alla memoria), Rosario Bentivegna (medaglia d'oro della Resistenza), il filosofo Gianni Vattimo, l'ex calciatore del Livorno Cristiano Lucarelli, politici del centrosinistra tutto, i Cobas scuola e l'Arcigay Roma.
È innanzitutto una contraddizione stridente, oggi, parlare di fascismo e scuola. Perché è la Costituzione stessa che rimarca la funzione che la scuola pubblica ha in quanto veicolo di democrazia. La scuola in quanto «luogo privilegiato di cultura e partecipazione» non può essere «terreno per una propaganda vergognosa e squallida che tenta, sfruttando la crisi di memoria storica, di riportarci nei periodi peggiori della nostra storia».
Già, la crisi di memoria storica. Un vero e proprio delitto contro l'umanità. L'umanità di bambini e ragazzi, che saranno cittadini di domani: sollecitati prevalentemente ad essere consumatori acritici da un mercato che la fa da padrone, su tutti e su tutto; destinatari di messaggi mendaci, di un'informazione che disinforma; distratti da sogni che per lo più li porranno davanti alla propria inadeguatezza, alle ambizioni sbagliate. Perché saranno pochi a realizzare i propri sogni, tutti storicamente e televisivamente determinati dalla mancanza di idealità e di un progetto che non omologhi l'esistere con il possedere materialmente.
La crisi della memoria storica implica anche, stridentemente, il fatto che svastiche, celtiche, spranghe, catene sono disperati tentativi di autoaffermazione più che frutti di opzioni consapevoli, per quanto scellerate. Sono scelte di campo casuali, determinate più dalle schegge impazzite dei destini individuali di un mondo senza valori, che dalla ricerca e dalla metabolizzazione di conoscenze e convinzioni basate su di esse. È difficile contrastare l'ondata massificante della scelta di campo per omologazione e ignoranza. Quasi più che quella basata sul convincimento e la conoscenza.
La scuola pubblica - per sua stessa natura, resistendo quanto può alle sirene suadenti del mercato, alle quali pure non è sorda, che la intrigano, la tentano, indebolendola inevitabilmente, complice anche una politica che disinveste economicamente e culturalmente - deve esercitare la propria funzione di intransigente baluardo contro questa deriva di inciviltà e di ignoranza. Perché l'esercizio della memoria prevede vigilanza, convinzione, motivazione; la consapevolezza e la costanza delle proprie ragioni, che solo autorevolezza e determinazione - nonché un'interpretazione squisitamente politica nel senso letterale del termine del nostro lavoro - possono sottrarre a lusinghe di carattere differente. Sarebbe importante che politica e amministrazione potenziassero con atti concreti questa funzione.
Riconoscendo alla scuola pubblica - non solo a parole, ma anche con un investimento sul rafforzamento delle modalità di trasmissione delle competenze di cittadinanza - il ruolo che può e deve avere. Nessuna iniziativa pure pregevole - viaggio della memoria, giorno della memoria - potrà mai avere un effetto analogo alla mobilitazione permanente della scuola, alla vigilanza intransigente; al recupero, attraverso la cultura - le culture - e la relazione educativa di consapevolezza e di ricerca di senso che fanno dell'uomo una persona e un cittadino migliore. Investire nella resistenza della scuola alle seduzioni dell'indifferenza e del disimpegno. Investire nella resistenza all'oblio della Resistenza e dei valori sui quali la democrazia italiana è stata fondata.

Marina Boscaino

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Commento:

D'accordo con l'articolo denuncia di Marina Boscaino. Vorrei però commentare alcune cose non sulla giornalista in questione, che nell'articolo prende posizione, ma in generale sulla mancata funzione svolta in questi anni dalla categoria, che dovrebbe costituire invece un pilastro per la difesa della democrazia.

1) Il giornalismo italiano troppo spesso ha minimizzato ed ignorato le violazioni delle leggi da parte dei gruppi neofascisti, che non dovrebbero esistere secondo il dettato costituzionale. Ciò, fin dal nascere della Repubblica. Il silenzio dei mass- media, spesso schierati su posizioni contro "gli opposti estremismi", ha facilitato allora il diffondersi dello stragismo.
Tuttora, ancor più dopo lo "sdoganamento" prima di Fini e poi addirittura di Forza Nuova (gruppo nostalgico del nazismo e diretto da personaggi implicati nelle stragi e longa manus squadristica della destra economica e politica) che, con le ultime elezioni è entrata nella compagine del centrodestra, vengono minimizzate se non ignorate le violenze fomentate dai gruppi di estrema destra ai danni di immigrati, spesso violati, feriti, bruciati senza ricevere giustizia, ma semmai anche espulsi. Sono sicuramente colpevoli le Istituzioni, ma ciò non discolpa il giornalismo che si riduce a farsi loro mero srumento.

2) Marina Boscaino giustamente sottolinea come, al di là dell'Appello a Fioroni per estirpare la propaganda neofascista nelle scuole, è necessario eliminare la crisi di memoria storica che vive la scuola causata anche dalle politiche scolastiche sbagliate che puntano sul mercato anziché puntare sulla conoscenza e sull'educazione.
Penso però che si dovrebbe essere più precisi quando si parla di storia. Marina Boscaino avrebbe dovuto spendere due parole sulla marginalizzazione della storia nelle indicazioni nazionali fioro-morattiane.
Non è troppo tardi studiare la storia del '900 in terza media, alla fine cioè del primo ciclo quando già la formazione dell'infanzia è completata da un pezzo? Come fa l'alunno a decifrare il mondo che lo circonda e a formarsi una coscienza critica, senza i necessari strumenti? Senza questi come potrà rendersi conto dell'aberrazione di certe ideologie e di certi operati?
Mica noi insegnanti possiamo operare miracoli e sanare lo scempio fatto sui programmi (chi ha paura della storia?) con qualche giornata dedicata alla memoria!


Gemma Gentile