Le incursioni barbariche
Franco - 09-11-2007
Diario dal fronte della Formazione Professionale Pubblica

Come cittadino di sinistra impegnato, in qualità di insegnante, nella Formazione Professionale "pubblica" del Comune di Roma, mi sento vittima, assieme ai miei allievi, di fuoco "amico", nel tragico e losco pastrocchio che è la riforma antiriforma controriforma della scuola. A volte ho la sensazione che questa sinistra debba costantemente difendersi dalla realtà, spesso sacrificando democrazia, partecipazione e persino quell'ideologia che, nel bene, rappresenta una formidabile chiave di lettura dei fenomeni sociali, economici, culturali, ecc.
Questa sinistra sembra volare alto, nel senso che non scende a prendere contatto neppure con le realtà locali che essa stessa amministra e, dopo consultazioni ai vertici, attraverso la voce dei suoi luminari spara le proprie teorie che diventano poi le parole d'ordine con cui le organizzazioni politiche e sindacali e la miriade di associazioni con esse interdipendenti andranno a portare la verità tra le masse.
Un po' come fa Benedetto..., intendo dire Benedetto XVI°, che parlando nelle sue varie occasioni pubbliche, detta i codici di comportamento sociale e istituzionale ai sacerdoti della chiesa cattolica e a quelli del parlamento repubblicano che, a loro volta, diffonderanno tra i propri fedeli/elettori adeguando all'occorrenza leggi e programmi.
Ma allora a cosa serve parlare di politica? Tanto vale parlare d'altro, che ne so, parliamo ad esempio di Vincenzo. Chi è Vincenzo? È il mio meccanico, è di poche pretese e per di più è mio amico da tanto tempo. Per questo non lo cambio, anche se talvolta ha dei comportamenti inquietanti: si sente talmente specializzato nel suo lavoro di meccanico che si rifiuta perfino di sostituire una lampadina o un fusibile perché, dice, ..."è roba da elettrauto".
Pensate che l'altro giorno, Vincenzo, tornando a casa si imbatte in un incidente, dove un motociclista, schiantatosi addosso ad un albero, tutto sanguinante gli chiede aiuto. Lui, appena lo vede, blocca immediatamente la sua Cinquecento, scende e, senza perdere neanche un istante gli ripara la moto e se ne va.
Cosa c'è di strano? Lui è un meccanico e ha fatto il suo lavoro! E poi, in fondo, è un po' ciò che accade da qualche anno anche qui, nella FP "pubblica" del Comune di Roma, ovvero da quando è amministrata dalla cosiddetta "sinistra radicale" (?) che, per tener fede alla linea di netta distinzione della formazione professionale dalla scuola, in totale controtendenza con quanto accadeva in passato, ha indirizzato gli interventi formativi verso il puro addestramento al lavoro, anche se i suoi allievi sono al 90% minorenni e non sanno nè leggere, nè scrivere, nè far di conto. Insomma per evitare la "pericolosa commistione tra scuola e formazione" ha rifiutato i percorsi integrati con la scuola e ha scelto quelli integrati con le aziende, sottoponendo i giovani a mesi e mesi di stage aziendale (lavoro non retribuito) attraverso i quali gli imprenditori, di fatto, prendono il posto degli insegnanti nell'educazione dei giovani.
L'ho sempre detto io, che noi della FP siamo all'avanguardia rispetto alla scuola!
E già, questa è la linea vincente perché accontenta tutti... o quasi.
Sono contenti gli allievi, disposti a far qualsiasi cosa pur di non studiare;
sono contenti gli imprenditori che si vedono consegnare a domicilio manodopera fresca e gratuita;
sono contenti gli insegnanti, ovvero i formatori, che, dopo aver incassato il duro colpo della mortificazione professionale si godono, in compenso, uno sconto sulle ore di aula e di laboratorio di circa il 50%;
sono contenti i direttori delle strutture formative pubbliche che, per almeno quattro mesi l'anno non si ritrovano tutti quei "mocciosi" tra i piedi e con le aule e i laboratori vuoti, si sa, i centri si gestiscono molto meglio;
sono contenti gli Enti privati (cattolici) che possono rivendicare il primato incontrastato sul piano educativo rispetto alla FP pubblica, oggi degradata e stravolta;
sono contenti i sindacati confederali che vedono nel disimpegno verso la formazione dell'obbligo, in realtà molto onerosa e poco redditizia, un'ulteriore occasione verso la costruzione e il decollo di quella grande holding per la produzione di corsi (non di occupazione) per gli adulti, di cui sono loro i principali azionisti;
ed infine la cosiddetta sinistra radicale, si, quella che qui a Roma ha la Formazione Professionale in pugno, potrà finalmente rassicurare i lavoratori della scuola, che sono tantissimi (più di un milione, dei quali almeno il 70% vota a sinistra), che, sebbene oggi le scuole private ricevano i finanziamenti pubblici e quelle pubbliche ricevano i finanziamenti privati, sebbene le private possano emettere direttamente titoli di studio, sebbene il portfolio non sia stato abrogato e siano passati anche il tutor, l'alternanza scuola-lavoro e tante altre schifezze, l'integrazione tra scuola e formazione (soprattutto quella pubblica) quella no, non passerà! Almeno per i giovani fino a 18 anni; oltre... con la formazione permanente, i corsi EDA, il "Long Life Learning", la FP può tornare in società con la scuola.
Certo c'è sempre qualcuno che si lamenta:
gli allievi che non riescono ad integrarsi nell'ambiente di lavoro;
quelli che non reggono il peso delle otto ore giornaliere;
quelli che reclamano il rimborso delle spese, almeno per i pasti;
qualche genitore un po' disorientato per il trattamento riservato al proprio figlio minorenne da parte di un'istituzione formativa pubblica;
qualche insegnante che si fa prendere da scrupoli etico-morali o da rigurgiti di dignità;
tutti quei precari che da anni lavorano, in modo sempre più atipico, nella FP senza alcuna garanzia né prospettiva per il proprio futuro.
Ma che volete, questa sinistra non può mica accontentare tutti!
Sono le dure regole della votocrazia! La missione è quella di tracciare un profondo solco tra istruzione e formazione (?) e poi... tutti da una parte, per legge, fino a 16 anni, dall'altra solo gli incapaci di andare avanti, gli irrecuperabili... nell'intelletto naturalmente! La scuola si dovrà occupare di tutti quei giovani che fino ad oggi ha rifiutato, senza la collaborazione, che dico, la contaminazione con coloro, gli insegnanti della FP, che se ne sono da sempre occupati. Semplice no!
La FP non può essere considerata più, così come ci si illudeva in passato, un percorso di istruzione alternativo, in cui l'insegnamento del lavoro agiva da catalizzatore dei processi di apprendimento generale, ma solo la diretta conseguenza di un fallimento... che, in pratica, meglio predispone i giovani alla manovalanza.

Ad onor del vero, qui a Roma, le cose stanno anche peggio, in quanto, nella FP capitolina, i corsi "tutto lavoro e niente scuola" sono accessibili ai giovani già dai 14 anni. Ciò grazie ad una certa tolleranza dell'Assessorato alla Provincia di Roma, delegato al controllo e al finanziamento delle attività di FP (in mano alla stessa "sinistra radicale") che, in deroga alla legge finanziaria nazionale del 2007, offre in tal senso soccorso a quelle strutture formative pubbliche che, rifiutando di fatto l'integrazione con la scuola, andrebbero altrimenti incontro a seri problemi occupazionali per carenza di iscrizioni.
Qualche "malalingua" potrebbe insinuare che questo è un vero e proprio attentato all'etica istituzionale pubblica, condotto approfittando dei poteri locali, ma, come si dice, l'obiettivo giustifica il sacrificio, soprattutto se l'obiettivo è il proprio e il sacrificio è quello degli altri.

Scherzando e ridendo questa è la cruda realtà. Purtroppo noi oggi, sulla FP possiamo solo ironizzare perché non possiamo fare altro.
Quando sei discriminato da sinistra non hai scampo. Non hai dalla tua parte i grandi sindacati e i grandi partiti della sinistra (neanche quelli piccoli) che della tua condizione sono i principali responsabili, non puoi contare sui comitati, i coordinamenti, le organizzazioni sociali, le istituzioni. Non ci sono le associazioni dei genitori democratici, laici, libertari, più interessati a controllare il livello del sale nella minestra delle mense scolastiche che non alla condizione dei nostri allievi, non esiste la stampa di sinistra che di fatto, sta coprendo con il silenzio l'agonia programmata di una categoria, l'apartheid di un settore, di chi ci studia e di chi ci lavora, non esiste la possibilità di un dibattito serio che non sia addomesticato o blindato.
Il tutto con lo stile di una scomunica, modello monsignor Bagnasco, nei confronti di chi osa profanare il ruolo della Scuola e magari far prendere all'Italia un brutto voto in pagella per il basso numero di diplomati. Per fortuna ci sono i diplomifici privati che in tal senso fanno miracoli.
Nel frattempo le nostre aule (e non solo) si riempiono di svastiche e magari ci si interroga anche sul perché, ma non ho dubbi che questa sinistra saprà trovare la soluzione: così come intende sconfiggere l'abbandono scolastico scommettendo prevalentemente sull'obbligo, analogamente intenderà contrastare simili "manifestazioni giovanili" puntando esclusivamente sul divieto.
Obblighi e divieti sono oggi le nuove strategie della sinistra moderna?!

Franco C. - RSU della FP del Comune di Roma -
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