Una scuola su misura
Salvatore Nocera - 15-07-2002

Da Il Giorno, di Mario Galimberti


SEREGNO — Una scuola speciale per accogliere i ragazzi disabili con gravi problemi fisici, che devono frequentare la scuola dell'obbligo, dai 6 ai 16 anni. Presto sorgerà alle spalle della scuola Rodari di via Pacini e godrà della vista sul parco Falcone-Borsellino verso il quartiere San Carlo. La spesa prevista per la costruzione dell'edificio è di 970 mila euro, un miliardo e 878 milioni di vecchie lire. «Una scuola speciale per alunni speciali - ha detto Fabio Nocentini, assessore ai lavori pubblici -. I portatori di handicap, che finora hanno condiviso con gli altri bambini gli spazi della scuola Rodari, avranno un edificio adeguato alle proprie necessità». Il progetto esecutivo è stato approvato nei giorni scorsi dalla giunta, guidata dal sindaco Gigi Perego. Gli architetti Basano Pini e Gianmario Romegialli hanno collaborato con i dirigenti scolastici per realizzare un'opera che rispondesse con precisione alle esigenze dei ragazzi. «Si tratta di un progetto complesso ma definito in ogni particolare - ha proseguito Nocentini -, che ha richiesto uno studio approfondito per spazi, arredi, colori, messa in sicurezza e possibilità di accesso per tutti. E' la prima volta, almeno in Brianza, che viene costruita una scuola che risponda ai bisogni dei portatori di handicap. Di solito le amministrazioni preferiscono adeguare strutture già esistenti. Questa volta invece ne abbiamo voluta creare una specifica, eliminando ogni possibile ostacolo per gli ospiti che hanno gravi problemi fisici». Per il momento il nuovo complesso potrà ospitare al massimo 24 ragazzi e per il prossimo anno scolastico questo numero di iscrizioni è già stato raggiunto: tre alunni sono di Seregno, altrettanti di Cesano e Ceriano, due provengono da Biassono, lo stesso numero da Desio, Varedo e Figino Serenza e un'iscrizione è pervenuta dai comuni di Giussano, Correzzana, Cabiate, Bovisio, Nova Milanese, Lissone e Lentate. «Il complesso disporrà di laboratori di psicomotricità e musicoterapia, di quattro aule didattiche con pareti mobili e grandi vetrate, di servizi igienici particolari, una cucina appositamente studiata e un refettorio - ha concluso Nocentini -. Si avvarrà di 12 insegnanti e altrettanti ausiliari socio-assistenziali».




AL DIRETTORE DE “ IL GIORNO”

La prego di voler pubblicare questa mia lettera aperta all’Assessore Nocentini

Signor Assessore Nocentini,
leggo sul giorno del 14/07/2002 la notizia che a Seregno sta per essere costruita una scuola “speciale” per minori con disabilità fisiche, dal costo di quasi due miliardi di lire, alla quale sarebbero già iscritti 25 aspiranti.
La motivazione dell’iniziativa , a quanto pare, finanziata dal bilancio regionale, sta nella possibilità di “avere finalmente una scuola a misura dei minori con handicap.”
E’ vero che , con la legge costituzionale n. 3/01, le Regioni hanno acquisito competenza legislativa piena nel campo dell’istruzione,salvi restando i “livelli essenziali delle prestazioni scolastiche” e le norme generali in materia di istruzione, rimasti di competenza dello Stato.
Non risulta però che la stessa legge abbia attribuito alle Regioni anche la funzione di dichiarare che un certo tipo di scuola sia più adatta di un altro a soddisfare i bisogni educativi degli alunni.Questa rimane ancora una prerogativa riservata ai genitori. Nella Sua Regione esistono, come in altre, genitori che ritengono le scuole “speciali” la forma organizzativa e pedagogica migliore per i loro figli handicappati. Liberissimi loro di fare questa scelta; un po’ meno disponibile dovrebbe essere un Ente pubblico che destina alla soddisfazione dei desideri di alcuni cittadini somme ingenti risultanti dal pagamento delle imposte di tutti.
E già, perché la stragrande maggioranza degli italiani, a partire dagli anni ’70 ha portato gli alunni con disabilità fuori dalle scuole speciali, per iscriverli in quelle “comuni”. E ciò è avvenuto prima nelle scuole statali, dove attualmente frequentano oltre 136.000 alunni con handicap, che sono pari circa al 2% di tutti gli studenti.
Ma i genitori hanno scelto anche le scuole private e quelle “paritarie”. Presso le scuole paritarie sono attualmente frequentanti quasi 5000, alunni nelle classi comuni. Per garantire le pari opportunità, la L.n. 62/2000 sulla parità scolastica ha stanziato alcuni miliardi di lire per un rimborso forfettario delle spese per l’integrazione degli alunni con disabilità nelle classi comuni.
Visti i risultati dell’integrazione scolastica in Italia, illustrati durante il Convegno internazionale, organizzato a Roma dal 13 al 15 Giugno scorso dal Consiglio nazionale sulla disabilità, dalla Federazione Italiana per il Superamento dell’ Handicap, in collaborazione con l’European Disability Forum, ente riconosciuto dalla Commissione dell’Unione europea, forse gli Amministratori pubblici dovrebbero essere meno giulivi nell’annunciare ingenti spese pubbliche per le scuole speciali. Infatti, come hanno dovuto riconoscere gli Ospiti stranieri sulla base degli studi di illustri esperti, quali, ad es. Canevaro dell’Università di Bologna, Vico dell’Università cattolica di Milano e delle esperienze ormai trentennali, l’integrazione nelle scuole comuni giova molto più delle scuole speciali alla crescita negli apprendimenti e nell’autonomia delle persone con handicap fisico, sensoriale ed intellettivo, anche grave. Ma illustri studiosi, come ad es. Groppo dell’Università cattolica di Milano e Vianello , preside della Facoltà di Psicologia di Padova, hanno mostrato anche i vantaggi che gli alunni integrati ricevono in campo psicologico, purché l’integrazione sia realizzata secondo le buone prassi sperimentate ed il rispetto della conseguente normativa giuridica. In particolare il prof Vianello ha dimostrato con numerose ricerche che gli alunni di scuole speciali hanno problemi e turbe psicologiche in misura enormemente maggiore rispetto agli alunni integrati.
Comunque, se Lei ritiene di voler accontentare alcuni genitori, che non temono di lasciare i loro figlioli solo fra compagni handicappati,faccia pure; ma tenga presente che molti di più sono i genitori che desiderano maggiori finanziamenti per le scuole pubbliche e quelle private che realizzano l’integrazione.
Sia certo che se e quando dirà pubblicamente, con lo stesso entusiasmo di ora, che ha aumentato gli stanziamenti per l’integrazione nelle scuole “comuni”, riceverà molti, ma molti più applausi, compresi i nostri.

Roma 15/7/02

Salvatore Nocera

Vicepresidente della F I S H, Fed. It. Per il Superamento dell’ Handicap


interventi dello stesso autore  discussione chiusa  condividi pdf

 Antonia Belletti    - 16-07-2002
Se vogliamo nasconderci dietro un dito, allora va tutto bene, l'integrazione dell'handicap nelle scuole pubbliche è un grande successo, se invece volessimo essere intellettualmente onesti dovremmo riconoscere il clamoroso fallimento.
Dichiarazioni di esperti ai convegni a parte, la realtà in molte scuole italiane è ben più triste.
In via teorica l'inserimento dell'alunno portatore di handicap nella scuola dovrebbe perseguire due obiettivi: favorire l'integrazione sociale del ragazzo e aiutarlo a sviluppare al massimo le sue potenzialità, qualunque esse siano; per fare ciò occorrerebbe analizzare la situazione di ogni alunno, evidenziarne i problemi, sia di ordine fisico che mentale e fornire ad ognuno i mezzi per esprimere al meglio le proprie potenzialità. Per fare tutto ciò sarebbero necessari docenti specializzati che, all'occorrenza coprissero l'intero orario scolastico, una logistica adatta ai diversi casi, i mezzi tecnici adatti alle diverse esigenze, anche, perchè locali dove l'alunno potesse lavorare in taluni momenti della giornata, per trascorrerne invece altri insieme ai compagni "normodotati".
Quante sono le realtà che prevedono tutto questo?
Gli insegnanti di sostegno non sono mai sufficienti a coprire l'orario scolastico; spesso l'alunno portatore di handicap si trova da solo nella classe coi compagni impegnati nel loro percorso, un percorso che l'alunno con handicap non è in grado di seguire; se non disturba è tollerato, se disturba è emarginato.
Potrei continuare ma chi lavora nella scuola conosce già questa realtà. Come sempre in Italia abbiamo il gusto della demagogia, qualcuno ha creduto di risolvere il problema della follia chiudendo i manicomi, così some qualcuno ha creduto di risolvere il problema dell'handicap chiudendo le scuole differenziali (che, per carità andavano chiuse), senza tuttavia offrire alternative.
La più grande beffa è offrire un mondo normale a chi è diverso... e non mi si fraintenda, se l'evoluzione ci avesse dotato di ruote anzichè di due gambe il diverso sarebbe stato il portatore di gambe e il mondo sarebbe a misura del portatore di ruote; noi crediamo di poter integrare il portatore di ruote offrendo un mondo fatto su misura per chi ha gambe.
Un edificio a misura del portatore di handicap può essere una grande idea o un grande carcere, dipende da come verrà gestito.
Si può essere terribilmente soli se inseriti in un contesto che non si "sente" e profondamente felici e integrati se il contesto ci appartiene.
Come sempre noi italiani guardiamo l'abito e non chi lo indossa.
Grazie

 Irene    - 16-07-2002
BRAVO Salvatore Nocera!!!!

Per 24 alunni e per mettersi un fiore all'occhiello (di profumo un po'
demodé o un po' americano, come preferite) si spendono MILIARDI, e ai nostri
bambini gravi e gravissimi INTEGRATI nella scuola normale sono negati ore di
sostegno, assistenti e persino uno scaldabagno o un bidet...
Ogni commento è superfluo...
Da genitore di un bambino con h gravi e da insegnante mi dispiace per quei
24 (o 48) genitori che non hanno capito il valore educativo anche solo di
qualche ora (per mio figlio sono tre giornaliere) in un ambiente educativo
NORMALE e NORMALIZZANTE, e preferiscono le otto (o più ore) di
semiistituzionalizzazione in una "gabbia dorata", doppiamente dorata perchè
a spese della collettività...

Irene (mamma di Oliver, 11 anni, Opitz FG Syndrome e insegnante nel 1°
Circolo di Alghero - SS) )






 Anna Sokony    - 17-07-2002
Ottimo articolo, l'ho letto con piacere e mi permetto di aggiungere una piccola opinione personale riguardo alla diversità, visto che ultimamente questo tema nel nostro paese è diventato scottante: tutte queste manovre di protezione da/verso i "diversi" (siano alunni, siano stranieri) mi sembrano poco credibili nei loro intenti di apportare miglioramenti alla collettività.
Leggo tra le righe dell'articolo a cui Salvatore Nocera risponde, quello sullla scuola di Seregno, una profonda paura del "diverso" e ricordo le parole di Vittorio Pieroni, docente dell’Università Pontificia di Roma, «Secondo le teorie psicanalitiche il meccanismo del razzismo è implicito in ognuno di noi poiché l’uomo ha bisogno di circondarsi di suoi simili per rispecchiarsi in loro e cercare in loro caratteristiche simili alle proprie. E’ difficile sopportare negli altri caratteristiche che consideriamo negative. Così l’altro, in questo caso, diventa una minaccia da cui ci si deve difendere, e di conseguenza diventa il bersaglio della nostra aggressività».
«L'uomo per sua natura è tentato di rimuovere quel “negativo” che trova in se stesso, ed in questo processo di rifiuto gli fa comodo proiettarlo “fuori”, sul “diverso-da-sé”.
La chiusura delle classi differenziali è stata una conquista, un segno di crescita, nonstante tutte le carenze che ci sono nelle scuole pubbliche. Che facciamo, cominciamo a regredire?

 Salvatore Nocera    - 17-07-2002
Gentile Signora Belletti,
Lei ha ragione quando dice che non dapperttutto in Italia l'integrazione scolastica va bene.Infatti anche noi della F I S H ci stiano battendo per ottenere un'integrazione di qualità, di cui siano individuabili e misurabili gli "indicatori di qualità:www.edscuola.it/archivio
Dove però non posso seguirLa è nell' idea che gli alunni con handicap abbiano bisogno di un insegnante per le attività di sostegno per tutto il tempo delle lezioni. Ciò rende difficile l'integrazione, poiché il rapporto fra alunno ed insegnante specializzato esclude la presenza dei compagni e degli altri insegnanti del consiglio di classe. Questo è isolamento. Per questo motivo siamo contrari, tranne casi rari, al rapporto uno ad uno, mentre pretendiamo il rispetto delle norme che prevedono una riduzione degli alunni nelle classi frequentate dagli alunni con handicap, perché questo facilita il rapporto circolare.Nessun desiderio di trionfalismo da parte nostra che crediamo nell'integrazione, quando è realizzata in modo razionale.Chiediamo però anche agli scettici come Lei, di non essere ideologicamente preconcetti, ma di verificare prima se vi sono anche casi positivi ( e ve ne sono più di quanto Lei non creda ); Cerchi sul sito www.bdp.it e vedrà quanti casi , che sono solo una piccola parte, in cui l'integrazione ha toccato punti di eccellenza. Piuttosto, dal momento che Lei mostra di credere seriamente nella scuola, perché non ci dà una mano non solo a criticare ciò che è sbagliato, cosa che facciamo anche noi ( veda le interrogazioni parlamentari che abbiano provocato sulla violazione delle norme sulla formazione delle classi), ma anche nell'aiutare le famiglie a pretendere che in ogni scuola vengano rispettate le buone prassi e le norme dell'integrazione?
Certi della Sua onestà intellettuale, rimaniamo in attesa di una Sua dichiarazione di disponibilità e di Suoi consigli.
Salvatore Nocera, Vicepresidente F I S H