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Ergastolo al cappellano militare
Peacelink - 23-10-2007
E' stato responsabile di 7 omicidi

Argentina: ergastolo per il cappellano militare Von Wernich

La Chiesa argentina stette dalla parte dei torturatori invece che delle vittime

Fonte: Servicio de Prensa Alternativa

Avrebbe continuato tranquillamente a celebrare la messa in Cile sotto falso nome nei dintorni di Valparaiso l'ex cappellano della polizia argentina Christian Von Wernich, se nel 2003 non fosse stato scoperto e portato nel suo paese per essere processato. Von Wernich, conosciuto a El Quisco (Cile) come Christian González, alla fine ha pagato con l'ergastolo grazie alla sentenza del Tribunale Federale di La Plata, che ha avuto il merito di aprire una breccia tra i silenzi, l'omertà e le ambiguità delle alte gerarchie ecclesiastiche argentine. Fino all'ultimo il cappellano militare ha tenuto un atteggiamento provocatorio con dichiarazioni sprezzanti nei confronti dei parenti delle vittime, e la stessa cupola della Chiesa argentina ha rilasciato dichiarazioni molto ambigue, a partire da quella sconcertante del suo vescovo della Diocesi Nueve de Julio, il quale si è limitato a dire che sarà il diritto canonico a decidere la procedura disciplinare contro Von Wernich, invocando soltanto in seguito un generico perdono. Lo stesso Bergoglio, primate della Chiesa di Buenos Aires, pur dicendosi sconcertato per le gravi accuse formulate contro Von Wernich, ha rilasciato una dichiarazione che ha fatto infuriare le associazioni impegnate nella difesa dei diritti umani, in cui si invoca una improbabile riconciliazione: "Gli argentini devono sforzarsi per uscire dalla spirale dell'odio e del rancore".

Responsabile di 7 omicidi, 31 casi di tortura e 42 privazioni di libertà, Von Wernich ha sempre sottolineato di aver agito in nome di Dio: per fortuna le sue dichiarazioni sono state ampiamente sconfessate dalle comunità cristiane di base. Secondo il sacerdote Rubén Capitanio "la Chiesa argentina stette dalla parte dei torturatori invece che delle vittime, e questa è una macchia enorme che difficilmente potrà essere cancellata".
Per il giudice Carlos Rozanski e Norberto Lorenzo (uno dei membri della Corte), l'ergastolo a Von Wernich non solo rappresenta un fatto storico perché per la prima volta viene condannato un membro di primo piano della Chiesa, ma soprattutto perché questa sentenza potrebbe condurre la Chiesa stessa "ad avviare una profonda autocritica sul comportamento tenuto durante gli anni della dittatura". La complicità di una parte della Chiesa cattolica con la dittatura fu tale che finirono trucidati sotto i colpi del regime di Videla, Astiz e gli altri gerarchi non solo i montoneros o i militanti di sinistra, ma anche numerosi cattolici del Movimiento del Tercer Mundo, oltre che le due suore francesi Léonie Duquet e Alice Domon.

La sentenza contro Von Wernich arriva in un momento molto particolare per l'Argentina, che a fine ottobre si recherà alle urne con la moglie del presidente Kirchner, Cristina Fernandez, candidata favorita alle presidenziali, mentre il marito è accusato dai movimenti di non essersi impegnato a fondo per evitare i sequestri di persona, le torture e le minacce ricevute dai militanti piqueteros e dai testimoni chiave nei processi contro gli aguzzini dei desaparecidos. Se Nestor Kirchner ha dichiarato esemplare la sentenza contro Von Wernich e ha fatto della giustizia per i desaparecidos uno dei punti cardine del suo mandato (come gli hanno riconosciuto anche le Madres de Plaza de Mayo), la scomparsa di Julio Lopez (testimone nel processo contro il torturatore Etchecolatz e tuttora desaparecido, il numero trentamilauno nella storia argentina), le sparizioni, i sequestri e le riapparizioni dopo poco tempo con segni di tortura sul corpo inferte ad alcuni militanti dei movimenti sociali hanno dato l'impressione che il presidente non si sia interessato di questi casi come avrebbe dovuto, secondo l'accusa del Movimiento Trabajadores Desocupados e del Frente Popular Dario Santillan.

La storia di Von Wernich riapre infine ombre sul ruolo del nunzio apostolico italiano Pio Laghi: secondo alcuni avrebbe cercato di fare luce sulle nefandezze della dittatura, ma il suo stretto contatto con la giunta militare argentina porta piuttosto a ritenerlo un complice di primo piano: "è stato responsabile di un circo a cui tutti partecipavano" ha dichiarato con durezza Hebe de Bonafini.

Note: Articolo realizzato da David Lifodi per www.peacelink.it

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  Doriana Goracci    - 23-10-2007
2° INCONTRO INTERNAZIONALE
MUJERES EN LUCHA

Su iniziativa dell’Associazione delle Madri argentine di Plaza de Mayo, che da trent’anni incarnano il volto della resistenza della vita sulla morte – del dar vita materno sul dar morte dei regimi e delle guerre -, le “Donne in Lotta” del mondo si incontrano per scambiare esperienze, affermare la possibilità di una pratica politica radicalmente “altra” e costruire nuovi strumenti di pace, giustizia, libertà e dignità umana.

L’incontro si terrà a Roma, sotto l’egida della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica Italiana, da lunedì 22 a giovedì 25 ottobre 2007, presso la Biblioteca “Giovanni Spadolini” del Senato della Repubblica (Sala degli Atti parlamentari), a Palazzo Minerva. Sintesi dell’iniziativa

L’idea di realizzare un Incontro Internazionale delle “Donne in Lotta” di tutto il mondo nasce in seno all’Associazione Madres de Plaza de Mayo: le madri argentine che, dopo il golpe di Videla del 24 marzo 1976, ebbero il coraggio di sfidare la dittatura, riunendosi in quella Plaza de Mayo dove avrebbero dato vita alla storica marcia che ogni giovedì da trent’anni a questa parte, ricorda al mondo che trentamila oppositori politici – per lo più ragazze e ragazzi sui vent’anni – furono sequestrati e uccisi dai militari, che, dopo averli torturati nei campi di concentramento clandestini disseminati nell’intero Paese, li fecero “scomparire” nei modi più spietati, spesso gettandoli in mare, vivi, con i “voli della morte”.

In occasione del Trentennale delle sue attività (la prima “marcia” delle Madres in Plaza de Mayo risale al 30 aprile del 1977), l’Associazione delle Madri dei desaparecidos argentini - che non hanno smesso di fare della maternità un potere irrevocabile, capace di generare sogni, progetti, relazioni, in una straordinaria indicazione di pratica politica che va ben oltre la storia argentina - intende “chiamare a raccolta” e a un confronto diretto le associazioni delle donne che oggi, nei Cinque Continenti, combattono in vari modi le ingiustizie, le violenze, i fondamentalismi, i regimi e le guerre, affermando con il proprio operato che una prassi politica radicalmente “altra” è possibile.

L’Incontro – che grazie al patrocinio concesso dalla Camera dei Deputati e dal Senato della Repubblica Italiana avrà svolgimento a Roma da lunedì 22 a giovedì 25 ottobre 2007 presso la Biblioteca “Giovanni Spadolini” del Senato della Repubblica (Sala degli Atti parlamentari), a Palazzo Minerva - trae spunto dalla precedente, analoga iniziativa che si tenne a Parigi nel 1994, sotto l’egida dell’Assemblea Nazionale e con il sostegno di Danielle Mitterrand, e che vide la partecipazione delle “Madres en Lucha” di vari Paesi del mondo. SIMA Solidarietà Italiana con le Madri di Plaza de Mayo Via Ripa di Porta Ticinese, 47 – 20143 MILANO MI (ITALIA) Tel: ++ 39 02 89400394 – E-mail: SIMA.Madres@fastwebnet.it Codice Fiscale 97450550153



Il progetto scaturisce da una intuizione, o, meglio, da una “constatazione”: le associazioni delle donne che sono state vittime di violazioni dei diritti umani a causa di guerre, dittature o fondamentalismi - e che, in tempi e luoghi diversi, nel corso degli ultimi tre decenni, sono venute autonomamente elaborando strumenti e metodi di lotta specifici, in funzione dei differenti contesti politico-economici, sociali e culturali in cui si sono trovate ad operare - hanno tutte un comun denominatore. Di fronte a enormi difficoltà e tragedie, donne diverse di tutto il mondo hanno sperimentato e messo in essere – ciascuna a modo proprio, ma con molti elementi in comune – una modalità di lotta, una capacità di organizzarsi, di opporsi, di rivendicare le proprie ragioni e di costruire progetti che ha saputo affermare la forza della vita contro la morte (del dar vita materno sul dar morte dei regimi, dei fondamentalismi e delle guerre), dimostrando come, anche dopo “esperienze limite” di violazioni e lutti, e anzi proprio a partire da queste, si possa trovare la forza di resistere e di combattere con ancora più determinazione a favore della pace, della giustizia, della libertà e della dignità umana.

Obiettivi dell’incontro:

Per le donne che parteciperanno:
a) mettere a confronto e scambiare esperienze, potenziando l’approccio comune;
b) unire le esigenze e sostenersi a vicenda;
c) costruire strumenti comuni, come ad esempio una Rete di collegamento internazionale permanente delle donne, quale centro di documentazione e consulta (altri strumenti saranno definiti anche grazie al contributo di idee).

Per l’esterno:
a) recuperare e costruire una memoria storica delle “esperienze” attraverso le quali le donne in lotta del mondo, negli ultimi tre decenni, hanno saputo opporsi alle guerre, alle dittature e ai fondamentalismi, mettendo in luce il “comun denominatore” che unisce le diverse esperienze e modalità di lotta;
b) testimoniare come donne di tutto il mondo abbiano saputo sperimentare e via via affinare forme di lotta talvolta anche assai originali ed eterodosse, dalle quali è scaturita una nuova pratica politica (da cui tutti, e in particolare gli attuali “movimenti”, possono trarre preziose indicazioni).
c) produrre un documento di sintesi dei contenuti del convegno: es. una “Carta degli Impegni”, da indirizzarsi ai massimi rappresentanti delle più importanti istituzioni italiane, europee e internazionali (es. Parlamento Italiano, Parlamento Europeo, massime istituzioni dei diversi Paesi cui appartengono le Associazioni di donne invitate)

Tipologia partecipanti:
Persone che siano realmente “donne in lotta”, protagoniste in prima persona e non delegate o rappresentanti di partiti e schieramenti politici.
L’elenco delle Associazioni invitate è stato tracciato sulla base dei contatti delle Madres e dei membri del Comitato promotore (v. a pag. 4 la tabella che indica le Associazioni ad oggi coinvolte).


SIMA Solidarietà Italiana con le Madri di Plaza de Mayo
Via Ripa di Porta Ticinese, 47 – 20143 MILANO MI (ITALIA)
Tel: ++ 39 02 89400394 – E-mail: SIMA.Madres@fastwebnet.it
Codice Fiscale 97450550153


Numero partecipanti:
25/30 donne provenienti dai vari Paesi, supportate da interpreti multilingue e dal Comitato promotore, per un massimo di 40 persone.

Sede svolgimento lavori convegno: Roma, Biblioteca “Giovanni Spadolini” del Senato della Repubblica (Sala degli Atti parlamentari) – Palazzo Minerva, Piazza della Minerva 38.
Roma, sede Parlamento Europeo – Ufficio per l’Italia, via IV Novembre 149.

Durata e periodo:
5 giorni:
- da lunedì 22 a giovedì 25 ottobre 2007 presso la Biblioteca “Giovanni Spadolini” del Senato della Repubblica (Sala degli Atti parlamentari) – Palazzo Minerva
- venerdì 26 ottobre 2007 presso sede Parlamento Europeo – Ufficio per l’Italia

Modalità di svolgimento:
v. programma dettagliato alle pagine 5, 6, 7, 8 e 9.

Ospitalità:
Hotel Champagne Palace, via Principe Amedeo 82 - Roma

Servizi di interpretariato:
E’ previsto un servizio di traduzione multilingue permanente (francese; inglese; italiano; spagnolo)

Strumenti di comunicazione a supporto dell’evento:
- Ufficio Stampa continuativo pre-durante-post convegno
- Creazione di un portale web ad hoc, con traduzione multilingue (francese, inglese, italiano, spagnolo);
- Produzione di un video/DVD multilingue di documentazione dell’evento;
- Pubblicazione con traduzione multilingue degli atti del convegno (con raccolta di tutti gli interventi e degli approfondimenti)



Per ulteriori informazioni, contattare il Comitato promotore:

Cinzia Tosi Mobile: ++39 333 5651751 – E-mail: ale-j@libero.it
Giovanna Cardarelli Mobile: ++39 331 6011238 – E.mail:
giovanna.cardarelli@tin.it
Luisa Morfini Mobile: ++39 338 7212926 – E-mail: luisa.morfini@itc.cnrit
Sarah Grugnetti Mobile: ++39 349 4693169 – E-mail:
sara.grugnetti@fastwebnet.it



SIMA Solidarietà Italiana con le Madri di Plaza de Mayo
Via Ripa di Porta Ticinese, 47 – 20143 MILANO MI (ITALIA)
Tel: ++ 39 02 89400394 – E-mail: SIMA.Madres@fastwebnet.it
Codice Fiscale 97450550153


ELENCO DELLE ASSOCIAZIONI:

1
ARGENTINA Madres de Plaza de Mayo
Rif.: Hebe De Bonafini
2 AFGHANISTAN RAWA – Revolutionary Association Women of Afghanistan
Rif.: Sahar Saba
3 ALGERIA Association Defense et Promotion des Droits des Femmes
Rif.: Akila Ouared
4 BOLIVIA Mujeres Creando
Rif.: Rosario Adriàn Vargas
5 BOSNIA Associazione donne di Srebrenica profughe a Tuzla
Rif.: Harija Catic
Donne in nero
Rif.: Jadranka Milicevic
6 BRASILE Movimento Sem Terra - Rif.: Maria Izabel Grein
7 COLOMBIA Mujeres de la Ruta Pacifica
Rif.: Maria Eugenia Sanchez
8 EGITTO CEWLA Center of Egyptian Women’s Legal Assistance Foundation
Rif.: Azza Soliman
9 GUATEMALA Movimento Nazionale per i Diritti Umani
Rif.: Micaela Zamora
Associazione Studio e Promozione Sicurezza in Democrazia
Rif.: Iduvina Hernandez
10 IRAQ Association of Victims of American occupation
Rif.: Faiza Alaraji
11 IRAN WAFE International Federation of Women against Fundamentalism and
for Equity
Rif.: Sarvi Chisaz
12 ISRAELE Women in Black
Ruth El-Raz
13 MAROCCO Associazione difesa diritti delle donne
Rif.: Damia Benkhouya
14 MESSICO Centro Derechos de las Mujeres - Ciudad Cuarez
Rif.: Luz Esthela Castro Rodriguez
15 NEPAL Foundation for the Solidarity and Development of Women
Rif.: Renu Sharma
16 NICARAGUA Donne di Matagalpa
Rif.: Evelin Gutierrez
17 PALESTINA Jerusalem Center for Women
Rif.: Mariam Ikermawi
18
PAKISTAN Gender and Social Development
Rif.: Bilquis Tahira
19 SAHRAWI Unione Nazionale Donne Sahrawi
Rif.: Fatma Mehdi
20 SERBIA Donne In Nero di Belgrado
Rif.: Stasa Zajovic
21 SOMALIA IDA Movimento delle donne somale
Rif.: Ayan Mohamed Matano
22
USA Movimento pacifista americano
Rif.: Cindy Sheehan

Da confermare: Kurdistan / India / Rwanda